di Rossella Rosati
Stando all’interno della funzione propria della Fondazione Orizzonti d’Arte potremmo dire che il contenuto dei bilanci, consuntivo 2018 e preventivo 2019 , evoca due stili pittorici in piena contrapposizione ( al di là della loro collocazione storica), operando una sorta di fusione tra Pollock, esponente dell’espressionismo astratto, e Caravaggio , considerato l’antesignano della fotografia.
Nell’action painting di Pollock il colore viene fatto gocciolare spontaneamente, lanciandolo o macchiando le tele (alla come viene …viene!), lasciando che la parte “inconscia” della psiche si esprima.
Il Reynolds News, in un titolo del 1959, riferendosi a un’opera di Pollock, addirittura, così scriveva: “Questa non è arte, è uno scherzo di cattivo gusto!”
Contrariamente la luce di Caravaggio è una sorta di “spotlight”: un riflettore sul palcoscenico che mette a fuoco i dettagli. Attraverso la luce che fa da filtro alle immagini, si consuma un dramma. La luce di Caravaggio è la luce del realismo del popolo. Caravaggio è lo sceneggiatore che sceglie il suo cast tra i popolani della Roma del seicento, anticipando uno dei maggiori protagonisti della pop art del ventesimo secolo, Andy Warhol, quando dichiarerà, negli anni ’70, che in futuro ognuno diventerà famoso per almeno 15 minuti.
Il bilancio consuntivo 2018 cerca d’ illuminare per immagini reali le pennellate di colore lanciate negli anni precedenti sulla tela patrimonial/economica. Le ombre, però, permangono, anzi si scuriscono per effetto di quell’imprimitura nera (caratteristica di Caravaggio) che tende proprio ad aggredire le tinte pittoriche. Inoltre si continua, comunque, nell’aggiungere delle pennellate astratte ed ulteriori gocciolature nonostante il tentativo di cambiamento.
Nell’attesa di veder pubblicato il bilancio 2019 che secondo gli organi di gestione e di controllo, che ne hanno approvato il preventivo , presenterà un utile di € 19.806,00 considerando una diminuzione dei “costi per servizi” di € 154.000,00, attraverso una decrescita da € 251.832,00 del 2018 ad € 97.500,00 per il 2019 ( che è roba!), emergono altri elementi sostanziali da considerare e che pongono le basi dello stesso risultato previsionale del 2019.
La “concessione” trentennale in usufrutto del Teatro Mascagni è stata utilizzata per la “cancellazione” delle pennellate date ,con abbondanza di colore ,ai bilanci degli anni precedenti da cui ne deriva che l’era di “è tutta colpa della gestione Cigni” non si è conclusa con una caravaggesca condanna alla decapitazione ma con una più attuale piena assoluzione per non aver commesso il fatto, senza alcuna necessità di condono papale.
Le “pennellate” date negli anni precedenti, che culminano in una perdita di esercizio, per il 2018, di € 228.937,00, sono illustrate a pag. 87 del Verbale del Consiglio d’Amministrazione e sono ricondotte a “nuova valutazione dell’utilità pluriennale di alcune poste attive costituite da beni immateriali”, “ crediti inesigibili”, “sopravvenienze passive”, “differenziale negativo proventi ed oneri Lars Rock Fest” . Il tutto è causa di maggiori costi per € 232.000,00.
Il valore dell’usufrutto del Teatro, esposto tra i Beni Immateriali nell’attivo Patrimoniale per € 329.501,00, è stato utilizzato ai fini di bilancio, per far fronte alle perdite pregresse per € 95.366,00 ed alle perdite dell’esercizio in corso, come sopra evidenziate, per € 228.937,00.
Sostanzialmente è la stessa tipologia pittorica utilizzata per affrontare situazioni analoghe facenti capo a soggetti diversi dalla Fondazione Orizzonti: quasi, potremmo dire, stessa scuola e/o corrente che si esprime dando una pennellata attraverso l’utilizzo di un bene pubblico per annullare particolari di dettaglio costituiti da debiti pregressi.
Si è proceduto inoltre alla rettifica del Fondo di Dotazione iniziale per € 30.000,00, la cui mancanza avrebbe comportato la chiusura della Fondazione, come fatto presente dalla Regione Toscana, lungamente inascoltata, per più anni consecutivi.
E’ stato sottoscritto un nuovo mutuo con Banca Valdichiana per il valore complessivo di € 135.193,00
I debiti verso banche ammontano ad € 203.370,00 costituiti da un mutuo residuo di € 14.806,00, cc su BCC di € 4.852,00 , cc su Banca Popolare di Spoleto di € 45.584,00 , mutuo accesso nel 2018 su BCC per € 135.193,00 oltre oneri bancari da liquidare per € 2.935,00.
I debiti verso fornitori sono indicati per € 114.525,00, quindi l’esposizione debitoria complessiva ammonta a circa € 317.000,00.
I crediti esigibili entro il 2019 sono indicati per € 64.120,00 mentre le disponibilità liquide ammontano ad € 3.744,00.
Ai fini della trasparenza, credo, sia più interessante trasformare le pennellate astratte in realismo caravaggesco, per cui risulterebbe facilmente comprensibile anche l’andamento prospettabile ad attuabile per i prossimi anni. Uno degli schemi proponibili quale primo approccio di approfondimento per le forze di opposizione ( e perché no : di maggioranza!) potrebbe essere il seguente:
Fatto rilevante per gli esercizi successivi, di cui, mi sembra, non ne sia stata data cognizione nel bilancio, è la nomina quale Consulente Amministrativo dal 01/01/2019 al 31/12/2023, del Rag. Marco Magrini.
Ne conosco e riconosco la competenza e la serietà; il livello è tale che potremmo quasi parlare di una sorta di “commissariamento”. Il curriculum è visibile sul sito della Fondazione Cantiere https://www.fondazionecantiere.it/images/curriculum-Magrini . Nel curriculum del Rag. Magrini non si evoca la “ finanza lussemburghese” , bensì collaborazioni , in qualità di relatore ed estensore di papers, per le attività di formazione e la partecipazione a convegni e seminari su argomenti inerenti il controllo e sviluppo della P.A. oltreché assistenza continuativa ad Enti Pubblici Locali , Fondazioni etc etc.
CHE SIA LA VOLTA BUONA IN CUI L’ECONOMIA WARHOLIANA DEI POLLOCK E CARAVAGGIO VIENE SOSTITUITA DAL PUNTINISMO/ DIVISIONISMO DI PELLIZZA DA VOLPEDO E DELLE SUCCESSIVE AVANGUARDIE?
Leggo solo ora, Rossella ha fatto una disamina perfetta. Nulla da aggiungere
Pregevole metafora. Fra le due scuole io ne aggiungerei una terza molto meno nobile e cioè quella del verismo pittorico ottocentesco. Alla fine quanto si dovrà spendere nei prossimi anni, anno per anno, per ripianare il deficit e affrontare i costi fissi che non sono una bazzecola?
Apprezzo l articolo, benchè non sis un esperto d’arte. So solo una cosa, la Fondazione ha causato un profondo mal’umore tra la gli abitanti di chiusi, più il pesante passivo.
Come risultato di un progetto culturale non mi sembra male.