Una nuova fase per il PD di Chiusi?

di Paolo Scattoni

Quella che sta vivendo la politica a Chiusi è un’opportunità irripetibile. La situazione del Partito Democratico è una crisi che può avere due facce. Il ridimensionamento o un rilancio su nuove basi. L’uscita dal renzismo dopo che Chiusi ne aveva rappresentato una punta di diamante non è facile, ma le condizioni per vincere la sfida a mio modesto avviso ci sono.
Alla fine del 2019 i tesserati erano 212. Oggi probabilmente sono una cinquantina in meno. Non ci sono dati definitivi perché il tesseramente è ancora in corso. I motivi del calo sono molteplici. L’uscita dei renziani pesa poco (una decina) che si aggiungono ad una tendenza in corso da tempo. Le cause di questa tendenza sono varie. Per almeno un decennio la vita del partito si è appiattita sull’azione dell’Amministrazione comunale. Le riunioni sono state poche.

In quei rari casi è stato molto difficile esprimere eventuali riserve. A me è successo di dover abbandonare una riunione di iscritti perché non mi è stato permesso di illustrare le mie posizioni sull’impianto ACEA.
Da febbraio 2020 c’è una nuova dirigenza del partito a Chiusi.
L’eredità è stata difficile, ma qualcosa si è visto. In primo luogo una posizione dialettica nei confronti dell’Amministrazione, non più una meccanica sovrapposizione.
Un altro punto importante è stata l’accettazione delle dimissioni di Bettollini dal partito. La rottura voluta da Bettollini dovrà seguire procedure previste dallo statuto del partito in questi casi, se vorrà rientrare.
Un altro risultato tangibile è quello dell’apertura al confronto. Di nuovo è un indirizzo del PD che lo raccomanda. Il momento è favorevole perché sembra esserci disponibilità. Il PD di Chiusi ha già proposto iniziative pubbliche per temi. Basterebbe quindi concordare le modalità per poter coinvolgere altre forze politiche e gruppi di impegno civile che per fortuna esistono.
In questi giorni le due forze di opposizione sono uscite con un volantino comune sulle dimissioni di Bettollini. Si può essere più o meno d’accordo con quelle posizioni (io lo sono), ma la posizione comune di quelle forze è di per sé uno sviluppo positivo.

Come si dice? Se son rose….

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.