di Paolo Scattoni
Era tanto che volevo ragionare e scrivere su una domanda che mi pongo da tre anni:
gli investimenti di ACEA per il Carbonizzatore e depuratore sono arrivati all’improvviso con decisione del tutto autonoma oppure sono il frutto di un lavorio abbastanza lungo che aveva assai probabilmente richiesto contatti con la Regione e magari anche con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE)?
Gli elementi che ho raccolto sembrano confermare la seconda ipotesi.
Trovo su Primapagina un articolo dove si tratta dell’attuazione di un piano denominato “Landfill 4.0” per un impianto di trattamento del percolato da discarica a Castelnuovo Berandenga. Non l’ho studiato e quindi non entro in merito. Posso invece dire sull‘origine del progetto Landfill 4.0. È vecchio di almeno due anni. Infatti le tre partecipate (SEI Toscana, ACEA ambiente e REA impianti, quest’ultima poi denominata) si accordano per un programma di impianti denominato Landfill 4.0 in data 28 gennaio 2019.È un progetto complesso che deve aver avuto tempi di preparazioni assai lunghi. Queste cose non si mettono a punto in un pomeriggio.
L’obiettivo dichiarato è quello di poter accedere ai fondi per l’innovazione in base al decreto
Infatti dopo otto mesi viene firmato un “Accordo per l’innovazione” che oltre alle imprese già citate lo sottoscrivono anche la Regione Toscana e il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE).
In quell’accordo si specificano le cifre del 16 settembre si specificano le cifre. Così i progetti che ACEA Ambiente, SEI Toscana e REA impianti ammontano ad un investimento complessivo di 15 milioni e mezzo, per questi Regione e MISE si impegnano per per ca 5 milioni e 600 mila. Di questi 2 milioni e 400mila per ACEA e quindi per i progetti previsti per Chiusi.
Ci siamo spesso chiesto perché si ritardava a procedere all’inchiesta pubblica promessa. Ora uno dei motivi forse lo possiamo trovare nell’attesa della firma dell’Accordo per l’Innovazione.
Così mentre entrava nel vivo dell’Inchiesta pubblica su carbonizzatore i giochi erano già fatti, o almeno alcuni pensavano.
Il ritiro, forse soltanto temporaneo, del progetto, non ci permette di capire cosa succederà. Non solo per il carbonizzatore, ma anche per il depuratore che ha funzionato per vent’anni senza una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che è stata richiesta “ora per allora“. E la dovuta partecipazione prevista per legge c’è stata?
Venendo alla politica locale forse è l’ora di chiedere al Partito Democratico si esprima.
p.s. Chi volesse leggere l’accordo fra le tre società del gennaio 2019 e il testo dell’Accordo di settembre li può trovare in una specifica pagina di chiusiblog: https://www.chiusiblog.it/?page_id=36712 Non è tutto, ma anche soltanto per questo a suo tempo sono dovuto ricorrere al Difensore Civico della Regione.
x Gisella Zazzaretta. Assolutamnte d’accordo. Per tre anni ho cercato di introdurre il tema nel dibattito all’interno del partito, senza successo. Vediamo se la nuova segreteria locale del PD riuscirà a farlo.
x Paolo Scattoni. Sì, hai ragione. Allora, come dici tu, siccome non sono cose che si mettono a punto in un pomeriggio, bisognerebbe “indagare” sulle responsabilità “personali” di qualcuno iscritto al PD, antecedentemente alla nomina dell’attuale segretaria del PD locale.
x Gisella Zazzaretta. È più di tre anni che si discute dei progetti ACEA. I partiti sulla scena hanno preso posizione, meno il PD.
Non credo che sia il PD a dare una risposta ma il Sindaco di Chiusi.