di Paolo Scattoni
In un post precedente simulavo una possibile domanda nel caso vi fosse la possibilità per un semplice cittadino quale sono io, di poter formulare quesiti all’Amministrazione comunale attraverso l’istituto del “question time”. A scadenze regolari sindaco o suo delegato risponde alle domande scritte presentate dai cittadini.
L’ipotetico quesito faceva riferimento alla risposta ad interrogazione di consiglieri comunali nel 2017.
Nelle comunicazioni del sindaco nella seduta di Consiglio comunale del 23 dicembre ultimo scorso si dà indirettamente una risposta parziale a quella domanda. Il tribunale ha recentemente riconosciuto la legittimità della richiesta di pagamento delle rate annuali concordate di circa 50.000 euro all’anno più IVA per gli anni 2015-2016. Rimane però un mistero il motivo della mancata presentazione delle fatture per gli anni successivi. Questo rimane un interrogativo sul quale sarebbe bene una risposta ci fosse. Ecco allora che con un “question time” operante il semplice cittadino, non addentro alle complessità dell’amministrazione, potrebbe chiedere:
“in relazione alla comunicazione del sindaco nella seduta del Consiglio comunale del 23 dicembre 2020 in cui fra l’altro si tratta della vicenda del mancato pagamento da parte della società SDM concessionaria di diritto di superficie che ha determinato una sentenza ingiuntiva da parte del tribunale di Siena per le quote dovute per gli anni 2015 e 2016 il consigliere comunale Luca Scaramelli commentando un post pubblicato su chiusiblog.it ha fra l’altro affermato che il sindaco ” (…)ha approfittato del punto delle comunicazioni per parlare della questione pannelli fotovoltaici, in modo da non dover passare da un dibattito sulla questione, tant’è vero che nonostante ne abbia fatto richiesta non mi ha concesso la parola. Nonostante tutto il comizio resta il fatto che la sentenza del tribunale e non del TAR come ha erroneamente affermato il sindaco, condanna l’azienda a pagare per due anni mentre misteriosamente dal 2017 al 2020, a detta dello stesso sindaco, il comune non ha neppure emesso le fatture. In sostanza l’unica verità inconfutabile è che da quell’investimento, in 5 anni il comune di Chiusi non ha ricevuto una lira’.
I quesiti posti in questo question time sono i seguenti:
1) Se quanto affermato dal consigliere Scaramelli corrisponda a verità;
2) In caso affermativo quali siano stati i motivi della mancata emissione delle fatture per il periodo 2017-2020;
3) Come l’Amministrazione intenda procedere e quali saranno i tempi per la riscossione dei circa 250.000 euro più IVA dovuti.“
x Paolo Scattoni
Un eventuale pignoramento potrebbe benissimo riguardare gli impianti fotovoltaici.
Dipende da come questi sono inseriti nel patrimonio della società e se il GSE (Gestore Servizi Elettrici) ne autorizza il cambio di titolarità.
A quello che mi risulta, ma non ne sono sicuro al 100%, bisognerebbe eventualmente accertarlo, molti problemi della SDM sarebbero sorti proprio a causa di un contenzioso con il GSE sulla regolarità degli impianti costruiti.
Potrebbe non riguardare quelli di Chiusi, dal momento che penso ne abbia costruiti anche in altre zone.
E’ tutto incerto e questo dimostra quanto la questione non sia affatto conclusa, al contrario di quanto si vorrebbe far credere e nonostante ci sia chi ci crede ciecamente, senza porsi interrogativi, solo perché lo ha detto il sindaco, suprema entità infallibile.
x Giorgio Cioncoloni. Da perfetto ignorante di diritto societario mi chiedo se un eventuale pignoramento possa riguardare proprio gli impianti e se il Comune li possa gestire in proprio.
Il Tribunale avrà anche riconosciuto la legittimità della richiesta di pagamento delle rate annuali concordate, di circa 50.000 euro all’anno più IVA per gli anni 2015-2016, come dichiarato dal sindaco in consiglio comunale, quanto a dire che costituiscono un tesoretto per le casse comunale aspetterei.
Il pagamento dell’ingiunzione potrà essere fatto se le condizioni economiche in cui si trova la società SDM lo permettono, altrimenti bisognerà ricorrere al pignoramento dei beni della società, se esistono, con tutti i costi e i tempi conseguenti, perché i beni pignorati, ammesso che ci siano beni da pignorare, dovranno poi essere messi all’asta a spese del richiedente a cui rimarrà il ricavo della vendita che sicuramente non sarà uguale al valore iniziale.
Se poi la ditta fosse fallita il comune difficilmente riuscirebbe a realizzare qualcosa.
Questo potrebbe essere anche il motivo per la mancata emissione delle fatture successive, emissione inutile nel caso in cui sia dimostrata l’impossibilità della ditta a pagarle.