di Paolo Scattoni
Ho ricevuto su messenger un messaggio da Tolentino (Macerata) di cui riporto una parte.
” … ho letto un articolo di qualche anno fa in merito alla realizzazione di un forno crematorio a CHIUSI. Siccome anche nel mio paese sta succedendo la stessa cosa… con le più o meno stesse modalità o scuse… volevo sapere se magari era possibile sentirci o scriverci per avere informazioni in merito…. anche da noi c’è questa CIVIL ENGINEERING. .. lo studio sul progetto chi lo ha fatto a CHIUSI? stiamo cercando di smontare i tasselli di questo volere assurdo del nostro primo cittadino che vuole mettere in pericolo la nostra salute facendo un forno nel cimitero praticamente a 300 mt in linea d’aria dal centro storico… con case intorno….”
Avevo rimosso il problema di cui si è dibattuto anche su chiusiblog nel settembre 2017. Credevo che la proposta della costruzione di un “tempio crematorio” a margine del cimitero di Chiusi Città fosse una questione chiusa.
Per rispondere a chi mi ha scritto ho cercato (anche su indicazione di un amico) di verificare sul Documento Unitario di Programmazione approvato nella seduta del Consiglio comunale del 23 dicembre. Con mia grande sorpresa ho trovato nella sezione Programma triennale delle opere pubbliche che sono complessivamente 12, quella della “Realizzazione in concessione e gestione di un tempio crematorio presso il Cimitero Comunale di Chiusi Città mediante la procedura di finanza di progetto”. Costa più di tre milioni di euro, il 62% della previsione di costo per tutte le 12 opere. Ecco dunque rinascere quell’opera che nel settembre del 2017 era stata criticata da tutti quelli che si sono voluti esprimere. In particolare le condizioni proposte dalla Civil Engineering Services era state criticate dai 5stelle con una documentazione sulla ditta proponente che all’epoca aveva un bilancio non proprio brillante. Quella società proneva un project financing che non avrebbe pesato sul bilancio comunale. C’era però la clausola che se l’attività non si fosse realizzata come da previsione la copertura doveva essere garantita dal Comune.
Quello che più colpisce è che il sindaco neroverde di Tolentino si esprime come si era espresso Bettollini nel 2017. Lì l’opposizione all’impianto la conduce soprattutto il PD. Qui il PD che pensa?
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x Bonella Martinozzi. Si occorre anche vedere le possibili alternative. Comunque come sostenuto da tanti occorre una programmazione regionale perché è impensabile che ogni cimitero sia attrezzato con impianti così costosi. Io però vorrei anche capire perché questa opera sia stata di nuovo inserita nel Documento Unico di Programmazione approvato il 23 dicembre se è vero quello che scrive Lorenzoni che è ormai dato per scontato che la specifica proposta non è realizzabile. Per poter dire che si fanno quasi cinque milioni di opere pubbliche nel triennio?
Come già detto quando questa proposta arrivó in Consiglio Comunale, il Forno crematorio ( così si chiama, chiamarlo tempio è solo un vezzo) si avvia ad essere un metodo obsoleto ormai soppiantato dalla Crio cremazione o la composizione dei corpi per idrolisi
I due trattamenti hanno diversi vantaggi: non inquinano, sono più convenienti da un punto di vista del consumo dell’energia ed hanno un prezzo di “trattamento” più basso
Leggo oggi su Primapagina “(…) su Chiusiblog, Paolo Scattoni scrive che il progetto continua a figurare nell’elenco delle opere pubbliche da realizzare, approvato il 23 dicembre scorso in Consiglio Comunale e che quindi il progetto non sarebbe affatto tramontato. Da quanto sappiamo però il progetto, anche se figura nel Piano triennale delle opere pubbliche, che è quello approvato appunto nel 2017, sfrondato delle opere realizzate, si è arenato e non si farà, perché a Chiusi non si può fare.”
Se lo scrive Lorenzoni ci crediamo visto il canale privilegiato che ha con Bettollini. Rimane però da capire il perché rimanga sul Documento Unitario di Programmazione. Già avevamo visto che il dato sulla popolazione di fine 2019 è errato e sottostima il calo di popolazione. Oggi la perla del crematorio che fa sovrastimare gli investimenti in opere pubbliche di oltre il 100%. Mi chiedo che credibilità abbia quel documento
Da un po’ di tempo questa dei forni crematori è diventata una sorta di pesca a strascico. Mi è stato segnalato questo articolo che riguarda una zona del Veneto che invito a leggere.
https://www.altovicentinonline.it/politica/project-financing-e-forni-crematori-un-nuovo-business-in-assenza-di-regole/
Anche questo del 2019 da Caserta centra il problema: https://www.casertanews.it/attualita/business-forni-crematori-autorizzazioni-regione-casapulla.html
In assenza di una programmazione regionale è bene stare alla larga da questi progetti.
X Il Sig.Fedele.E’ solo un mio parere-e rispetto il suo- ma definirlo Forno Crematorio non mi sembra una parola dissacrante di una realtà e frutto di una insensibilità umana,nè verso la vita nè verso le idee dei vivi e dei morti.Detto questo,il ragionamento che lei porta mi appare giusto quando rileva che ognuno non voglia l’installazione nel proprio territorio perchè tiene alla propria salute e propenda ad affibiarne la costruzione in territorio altrui.Qui si tratta di gestire una necessità generale che travalica quella strettamente dello stesso Comune per cui la realizzazione di tale impianto può essere effettuata,anzi dovrebbe essere effettuata scegliendo un lembo di territorio comune e non lontano dalle altre municipalità confinanti.La scelta deve essere fatta tenendo presente delle peculiarità e delle caratteristiche certe e rilevate dell’area al fine di soddisfare la domanda mettendo in primo luogo in evidenza criteri di scelta della salute,dei costi,della accessibilità e dei servizi del territorio.Se si rispetteranno tali regole è una scelta che può e deve avere un proseguo di realizzazione ma se viene fatta con regole furbesche mettendo in contrapposizione gli interessi è meglio pensare agli impianti che già esistono e che non stiano lavorando 24 ore su 24,con la possibilità di fruire di un deposito ampio per calendarizzare gli interventi di cremazione,ma ho la sensazione che la politica su tale piano ci senta poco…
Poiché sono anche un pochino superstiziosa e l’argomento mi ha “toccato” , volevo far notare una cosa , per “sdrammatizzare”. Quando dall’autostrada arrivi al semaforo del Leon D’Oro se becchi il rosso lo sguardo ti cade inevitabilmente alla dx , per cui per qualche istante godi di sconti ed agevolazioni di cui spereresti di dover usufruire il piu’ tardi possibile , anche se attività pienamente legittima ci mancherebbe …….A questo punto ti auguri di poter proseguire per lo Scalo perché nel diverso percorso dopo la salita ti cade l’occhio su uno squarcio degli anni 50/60 con tanto di cantante ed orchestra a carico e subito dopo ancora c’è la seconda proposta , alternativa a quella che hai fissato al semaforo. Durante queste festività si è toccato l’apice con l’arcobaleno e la scritta “Chiusi Ti sorride” …..immagina Tu se non mi sorrideva neppure !
Toccando ferro Buon Anno !
Il progetto è stato presentato da parte della società Civil Engineering di Andria che nell’esecuzione si sarebbe avvalsa della tecnologia della Ciroldi S.p.a . A parte il fatto che già mi fa sorgere qualche dubbio uno studio di progettazione che, proponendo un elaborato standardizzato dalle Alpi alla Sicilia, scrive, in tutte le sue pagine, TEMPLIO crematorio: non si dice Templio bensì TEMPIO, la parola TEMPLIO è inesistente (Treccani), al di là di ciò non si può presentare nel 2017 un piano da oltre 3.000.000 di euro che si avvale delle statistiche Setif fino al 2014 affermando poi che la stima per Chiusi è di 700 cremazioni annue . In Toscana ci sono 9 forni crematori, incluso Arezzo e Siena, il forno crematorio di Siena nel 2018 non è riuscito a lavorare per oltre due giorni a settimana e nel 2019 è uno degli “ultimi in classifica” con 8oo cremazioni. In Umbria è a Perugia. Nessuno dice che il TEMPIO CREMATORIO non sia importante, quanto piuttosto che, dato che le Regioni non si sono espresse al riguardo ed il tutto si basa su autorizzazioni comunali, non significa che ogni Comune debba avere il proprio , quanto piuttosto si dovrebbe ragionare per area vasta. Comunque “il tutto” è disponibile sul sito del Comune : http://chiusi.soluzionipa.it/openweb/albo/albo_dettagli_full.php?id=10044&CSRF=074fcdb1c79052e7eb85ff983893a587 mentre le statistiche si trovano su https://www.funerali.org/wp-content/uploads/File/Statistiche/Italia/SEFIT_Stat2019.pdf
Non conoscendo i dettagli tecnici, esprimere un parere su questo tempio rimane complicato e lo stesso valutare le possibili variabili che potrebbero essere messe in campo per renderlo meno impattante e meglio utilizzabile.
Questo quindi questo potrebbe essere alla stregua di un discorso al bar Sport sui giocatori da mettere in campo nella nazionale.
Comunque, provo ad elencare i dati che, secondo me, servirebbe sapere prima di escludere la realizzazione di un’opera, non essenziale, ma utile:
1) Il livello di inquinamento che questo forno (considerando1 unità) produrrebbe a livello di polveri sottili e altro: – Quanto il riscaldamento centralizzato di un condominio di 10 appartamenti, di 20, di più o di meno? –
2) Considerato che la localizzazione presso il cimitero del capoluogo andrebbe evitata per le varie e fondate (mi pare) criticità esposte, lo stesso, potrebbe essere realizzato allo stesso modo presso il cimitero di Montallese o di Querce Al Pino, localizzazioni che ho letto essere state proposte da varie parti? Logisticamente quest’ultima sarebbe la meglio raggiungibile da tutti i paesi nel raggio di una quarantina di Km, ma non da preferire obbligatoriamente perché ci sono altri fattori da valutare.
3) Visto che, se venisse realizzato, dovrebbe contare o meglio essere disponibile anche per “utenze” dei comuni della zona, non sarebbe meglio venisse realizzato in consorzio con questi (almeno i più vicini a noi) e poi alla stessa maniera gestito? Se privati lo propongono vuol dire che alla fine il ricavo è sicuramente notevolmente superiore a quanto offerto al nostro comune o sbaglio? E ci sarebbe un interesse da parte di altri enti locali? Nel caso, potrebbe essere individuata una realizzazione presso l’ospedale di Nottola che avrebbe pure altri “vantaggi”?
4) Il forno quanto rimarrebbe acceso durante il giorno, solo nei momenti della cremazione o pur a temperature inferiori, costantemente? Se il funzionamento fosse costante sarebbe possibile utilizzare la combustione per altri scopi energetici? Potrebbe essere vantaggioso soprattutto se venisse valutata possibile la localizzazione presso l’ospedale. Ovviamente, pure questa del recupero energetico è una valutazione che dipende dall’energia (consumo) in gioco, altra cosa che andrebbe conosciuta prima di parlare (scrivere in questo caso).
Magari tutte queste considerazioni, insieme a molte altre, sono già state fatte in esame di progetto da parte dei nostri amministratori che non sono certo dei “dilettanti”, però, se rendessero note le motivazioni delle scelte, eviteremmo di perdere tempo a parlare/scrivere tra, “tifosi del bar Sport”, di politica del nostro territorio e magari rischiare di dire cose che poi potrebbero essere ritenute “offensive?” nei loro confronti”. Come successo per il fotovoltaico ed altro …
X Fabio Fedele. Non è indelicato chiamare l’impianto “forno crematorio”, questo è il nome che viene dato dalla quasi totalità delle imprese che offrono questo servizio. La definizione della Treccani “Edificio annesso ai cimiteri, nel quale avviene la cremazione dei cadaveri”.
Non può essere un’attività da pensare per il solo comune di Chiusi. Le morti a Chiusi sono annualmente circa 100. Anche se tutti scegliessero la cremazione il servizio non giustificherebbe un investimento di tre milioni e con notevoli costi di gestione. Quindi non può che essere organizzato per aree molto ampie. Se non fosse raggiunta una soglia adeguata nella proposta di convenzione del 2017 sarebbe il Comune ad accollarsi il costo del project financing.
Premesso che chiamarlo Forno Crematorio anziche’ Tempio e’ una indelicatezza verso chi nel forno c’e’ andato in tempi veramente tristi, ma una domanda sorge spontanea .
Visto che la domanda e’ in continua, purtroppo o inevitabilmente in crescita, i futuri utenti a chi si dovrebbero rivolgere ??? Al Comune accanto ??? Come nel caso dei rifiuti.
Io non li voglio nel mio comune ma i miei nel tuo comune si. Come del resto la pratica oramai consolidata della Cremazione. Qui da me no ma altrove si e lo pretendo.
Grazie per le risposte
Encomiabile il metodo “alla mutina” con cui l’Amministrazione tratta tutte le questioni più significative.
Pare che piaccia visto che anche a Torrita se ne giovano.
Da cittadino sono interessato a ragionare di come viene usato il territorio in cui vivo e devo prendere atto che oggi a Chiusi non è possibile.
Dal Pd preferirei sapere cosa ne pensa di questo “metodo” che esclude i cittadini da qualsiasi confronto preventivo, prima di ogni altra cosa.
Ma se uno è interessato a sapere se il Pd (la segretaria del Pd?) è favorevole o meno al tempio crematorio basterebbe chiederglielo.
X Marco Lorenzoni. Non sono in alcun organismo del PD. La proposta della segretaria di far parte dell’assemblea dell’unione comunalefu bloccata dall’opposizione di Bettollini all’epoca iscritto al partito. Di questo sono orgoglioso. Da semplice iscritto mi impegno per quanto ne sono capace. Sulla questione del crematorio presso il cimitero di Chiusi Città mi sono espresso chiaramente. Spero lo faccia al più presto anche il partito a cui sono iscritto.
D’accordo con Gisella (Zazzaretta). Chissà da cosa dipenda questa mancanza di informazione? Il dibattito nel settembre 2017 c’è stato grazie anche a questo blog. Bisognerebbe però lasciare le tracce nero su bianco, perché dopo anni molti dettagli non si ricordano, mentre chi insiste ricorda benissimo.
Scusa Paolo, ma tu fai parte degli organismi del Pd, cosa pensa il Pd dovresti saperlo.
Il Sindaco ha il dovere di spiegare a tutta la cittadinanza perché, ANCORA UNA VOLTA, decisioni su questioni importanti per la nostra città, come la costruzione di un forno crematorio, non sono state comunicate né condivise con la cittadinanza stessa che ha il diritto di esprimere la propria opinione su una questione così delicata per le implicazioni, non solo di tutela della salute, dell’ambiente, ma anche psicologiche, che la realizzazione di un’opera del genere, porta con sé.
Questa é “economia della morte”.