di Paolo Scattoni
Pare che a fine gennaio si sapranno i risultati delle consultazioni e gli incontri che la segreteria dell’unine comunale del PD ha condotto negli ultimi mesi. Dopo le dimissioni del sindaco Bettollini dal partito che lo aveva eletto, è emerso con chiarezza che qualche cosa era mutato negli equilibri politici locali.
In quella occasione si spera che il PD riesca anche a chiarire la propria posizione sui temi che hanno visto forti contrasti da parte di una larga sezione dell’opinione pubblica con le strategie dell’Amministrazione comunale, prima fra tutte la questione del carbonizzatore ACEA.
Una posizione ambigua avrebbe probabilmente un effetto negativo sullo sforzo di rinnovamento che la segretaria PD Cardaioli sta tentando di portare avanti. Di questioni ce ne sarebbero tante altre, per esempio quella del Palapania che dopo avervi sotterrato qualcosa come cinque milioni di euro, oggi sembra avviarsi ad un bando il cui vincitore dovrà assumersi l’onere del completamento dei lavori.
La questione principe del carbonizzatore, però, non può rimanere senza una chiara risposta. Gli esperti mobilitati dal Comitato ARIA hanno dimostrato i limiti e i relativi pericoli del carbonizzatore e la debolezza della strategia perseguita. D’altra parte la tecnologia proposta che a detta di Ingelia, l’impresa detentrice del brevetto, avrebbe visto una fiorire di impianti simili in tutta Europa. Sono passati alcuni anni dai roboanti annunci e tutto questo sviluppo non si è visto. Anzi i pochi tentativi oltre a quello “madre” di Valenza, sono sostanzialmente falliti.
C’è sicuramente il pericolo che il PD locale si allinei alla posizione della Regione che aveva già sottoscritto con ACEA un “accordo per l’innovazione” con il Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) per finanziare l’operazione senza neppure attendere i risultati dell’Inchiesta pubblica. È abbastanza facile prevedere che una posizione del genere trovi la netta opposizione del Comitato ARIA, ma anche delle forze politiche che oggi sono all’opposizione in Consiglio comunale.
Ci sono poi quelli che si attardano in capriole nell’operazione di “salvate il soldato Juri”. L’ultima uscita dei è quella della comparazione del progetto ACEA per Chiusi con l’impianto di essicamento dei fanghi da depurazione a Terni. I capriolanti sembrano dire “vedete almeno con l’impianto ACEA si fa economia circolare”. Ma davvero? Insomma si fa economia circolare a scapito dei residenti delle Biffe e di Chiusi in generale.
Sinceramente non capisco, e questo secondo me è un limite anche degli ambientalisti, il perché non si vogliano prendere in considerazione tecnologie alternative come quella assai poco costosa dei cosiddetti “batteri mangiafanghi” che promette di abbattere l’80% dei fanghi già in vasca di depurazione. È un brevetto approvato dallo stesso Ministero. Io penso che come minimo meriterebbe un serio approfondimento.
X Paolo Scattoni. Ti sei spiegato benissimo. Le dichiarazioni, soprattutto in campagna elettorale, lasciano il tempo che trovano. Molto più credibile sarebbe una azione concreta.
X Romano Romanini. Evidentemente non mi sono spiegato. Una posizione sugli impianti ACEA in un eventuale programma elettorale richiede di conseguenza una dichiarazione su cosa si intenda fare.
Direi che dopo oltre due anni di silenzio, e ad un anno dalla conclusione dell’inchesta pubblica sapere cosa pensa il PD del carbonizzatore è irrilevante. Dopo tanto silenzio qualunque cosa dica avrebbe scarsissima credibilità. Molto più interessante sarebbe sapere cosa pensa il PD del ricorso al TAR che ha presentato ACEA contro il divieto di realizzare impianti insalubri di prima classe (in pratica divieto di costruire qualsiasi impianto che tratti rifiuti) introdotto grazie ad una Osservazione al Piano Operativo presentata dal Comitato ARIA. Il PD sarebbe disposto o no a “metterci la faccia” per contrastare l’azione di ACEA magari intervenedo nel procedimento di giudizio davanti al TAR? Questo si, sarebbe interessante. Almeno per me.