di Paolo Scattoni
Comincio dalle conclusioni di un articolo su Primapagina sul PD: “E’ un partito alla frutta. Anche oltre, già all’ammazzacaffè. E flirtare con le opposizioni per cercare di uscire dalla melma e far fuori il sindaco (che con le opposizioni che lo hanno contrastato e spesso insultato, non vuole avere niente a che fare) porterà il Pd ad una guerra fratricida e ad una inesorabile sconfitta. Anzi il Pd come partito a Chiusi ha già perso. Ha perso la faccia e la credibilità. Con un post come quello di Irene Vannuccini e i commenti che ne sono seguiti, anche la decenza.”
E cosa mai c’era scritto nel post di Irene Vannuccini? È una battuta tratta secondo alcuni da una chat ristretta ad un circolo di amici che invece viene riportata come messaggio pubblico.
E quale sarebbe il motivo di cotanta perdita di credibilità? Irene Vannuccini invece di scrivere “Deve essere frustrante credersi Dio ed essere niente” ha sostituito il termine “niente” con il termine “stocazzo”. Secondo il giornalista sarebbe “una caduta di stile, pesantissima, in bocca ad una dirigente del Pd. Per di più donna”.
Ovviamente c’è stata una sollevazione, secondo me giusta, da parte di molti, soprattutto di donne. Devo rassicurare il giornalista. Il termine “sticazzi” è ormai di uso comune e usato indifferentemente da uomini e donne.
Sinceramente non credo sia questo il problema di un declino del PD che pure c’è. Il vero declino è stato determinato dagli atteggiamenti di Bettollini che per anni ha fatto coincidere le posizioni del partito con quelle per lui insindacabili della “sua” amministrazione.
Ricordo molto bene quando in un’assemblea di partito cercai di intervenire per spiegare la posizione del Comitato ARIA sul tema carbonizzatore che a mio avviso non era stata correttamente compresa.
Presente il sindaco, dal fondo della stanza cominciò un’indecente cagnara che non mi permise di parlare e mi toccò per protesta lasciare l’assemblea. Ecco io ritengo che comportamenti del genere siano stati il vero motivo del declino del partito, quelli da Marchese del Grillo “perché io so’ io e voi non siete un cazzo“. Mi scuso per il termine, è una citazione e poi io non sono una signora e secondo Primapagina me lo posso permettere.
Oggi almeno la libera espressione delle opinioni nel PD è garantita. Non è certamente la soluzione del declino del PD locale, ma un piccolo passo lo è.
Non sono d’accordo con Cioncoloni, forse pochi conoscono a fondo le vicende del Comune, e anche di quelle più rilevanti (carbonizzatore, palapania, Fondazione orizzonti…) hanno magari un’idea confusa ma…non bisogna essere degli attenti osservatori delle vicende politiche locali per capire a chi è stata affidata la guida del Comune.
Che Bettollini sia un personaggio totalmente inadeguato a ricoprire il ruolo di sindaco lo capisce anche un bambino, quindi che si stia ancora a ragionare di certe questioni mi pare solo un’inutile perdita di tempo.
Attrezzatevi piuttosto su come e con chi sostituirlo.
Hai ragione Giorgio, infatti ho specificato che un’opinione se la può fare chi ha voglia di soffermarsi sulle questioni, purtroppo il giochino oggi è quello di propagandare con post sui social, in più a Chiusi scontiamo la totale assenza dell’informazione se escludiamo questo blog.
Vedi, Luca Scaramelli, io, al contrario, credo che la maggior parte dei cittadini non sia in grado di farsi un’opinione su chi ha amministrato il nostro comune in questi anni, perché solo chi ha avuto incontri, o meglio scontri, “ravvicinati” ha potuto capire la vera natura del personaggio e la sua completa inadeguatezza a governare un paese che avrebbe bisogno di qualcuno che sappia unire le poche competenze che ormai sono rimaste.
“L’innominabile locale” ha invece spaccato tutto ciò a cui si è avvicinato e ha fatto di tutto per dividere, invece che per unire, basta vedere quello che sta succedendo nel suo gruppo consiliare e nel suo partito, a causa sua e delle sue pretese bizzose.
Chi si è limitato a seguire la politica in disparte, leggendo qua e là qualche post enfatico sui social, dove i soliti “tifosi” mettono “mi piace” a prescindere, o qualche articolo di stampa locale, che ormai è tutta assimilabile a un grande ufficio propaganda del comune, da quella provinciale a quella comunale, dove le notizie vengono sempre date a senso unico, non può purtroppo farsi un’opinione libera da condizionamenti.
Io credo che ogni cittadino che abbia voglia di soffermarsi sulle questioni sia in grado di farsi un’opinione su chi ha amministrato il nostro comune in questi anni, l’uso che ha fatto dei social e il linguaggio che spesso ha utilizzato, a me per esempio, non al bar ma durante una seduta del consiglio comunale, ha detto “fai pace con il cervello”, in un post su facebook ha detto che avrebbe carbonizzato l’abitazione di una cittadina di Chiusi, e guarda caso la grande informazione libera non ha mai avuto niente da ridire, mentre ha scatenato l’inferno per un “cazzo”, parola ormai sdoganata, pronunciato da una militante del PD, tra l’altro affermando in maniera a mio avviso sessista, che certe parole dette da una donna sono più gravi, un pensiero così retrogrado non l’ho mai sentito nemmeno ai miei nonni, nati tra fine 800 e inizi 900.
Le notizie scarseggiano e tutto torna utile per fare rumore. Con il diradarsi delle novità, tra un po’, finirà per tirare i sassi alle finestre del prete per potersi indignare contro i vandali 🙂
Secondo me chi ha divulgato il colloquio svolto su una chat che in ogni caso è privata, anche se frequentata dai componenti di un partito politico, è un essere spregevole che non merita di far parte di una comunità politica in quanto, con il suo gesto, ha tradito tutti i membri di quella comunità che ritenevano riservati i loro colloqui, a prescindere dai termini usati.
Per quanto riguarda le “deliranti” considerazioni che da troppo tempo ormai escono da certi organi di stampa locali, sarebbe interessante che la “libera stampa” si documentasse su tutti i turpiloqui, le frasi sprezzanti, le prese in giro, le offese mascherate da cattiva ironia, le umiliazioni, le arroganze che negli ultimi dieci anni il locale “innominabile” (per usare un termine caro a Travaglio) ha rivolto nei confronti dei consiglieri comunali di opposizione, dei colleghi di maggioranza che hanno osato metterlo in discussione, dei colleghi di partito che hanno contrastato le sue aspirazioni, dei semplici cittadini che hanno messo in dubbio le sue decisioni.
Già il fatto che per le comunicazioni pubbliche usi il propio profilo, a cui possono accedere, solo i cittadini che gli sono “fedeli”, la dice lunga sulla sua concezione democratica della figura dell’amministratore pubblico che per ritorsione “banna” chi mette in dubbio la sua parola.
Quando poi in una riunione pubblica si usa la frase: “vuol dire che faremo a chi ce ‘ha più lungo” non c’è altro da dire se non: “ma di che cosa stiamo…
Esprimo la mia solidarietà ad Irene Vannuccini per il fatto che è stata giudicata non solo per quello che ha scritto ma anche nel suo essere donna.
Paolo da qualche tempo non leggo più e chiaramente non commento più gli articoli di Primapagina, non ho neanche un profilo Facebook, quindi ero ignaro di tutto fino al tardo pomeriggio di oggi quando un amico mi ha segnalato il pezzo.
Sui contenuti “politici” dell’articolo non ci perdo nemmeno qualche secondo, sappiamo che l’autore dell’articolo è schierato in maniera estrema a sostegno dell’attuale sindaco, affari suoi, quello che mi ha colpito, anzi direi ferito, è quella frase che tu stesso sottolinei, cioè che sia più grave una frase se detta da una donna. Passano gli anni, credi che il mondo stia lentamente evolvendosi, che certi pensieri facciano ormai parte di un passato buio e improvvisamente te le trovi così davanti che ti colpiscono come un pugno allo stomaco. Chissà tra un po’ di tempo qualcuno vorrà rimettere in discussione il diritto di una donna a fare politica, a uscire da sola o con qualche amica, a laurearsi magari? Come un secolo fa.