Incoming? Al grazioso termine inglese di Agostinelli, proposto come ennesimo specchietto per le allodole, rispondo in inglese: enough is enough. Ora basta davvero.
Basta con i giochi di prestigio dove debbono andare d’accordo le promesse ai commercianti e le mega previsioni (soprattutto commerciali ) a Querce al Pino e Montallese.
Basta con le formule magiche dello sviluppo sostenibile e della tutela del paesaggio e allo stesso tempo le 87 case a Santa Caterina- Poggio Gallina.
Basta con le contraddizioni fra un quadro conoscitivo, ormai parte del futuro Piano Strutturale, che afferma che a Chiusi lo sviluppo non passa attraverso nuove urbanizzazione e allo stesso tempo ipotizzare un aumento di altri 600.000 metri cubi da aggiungere alla incredibile “disponibilità” di 1.200.000 metri cubi del vecchio PRG.
Basta con la dichiarata tutela del territorio rurale e allo stesso tempo 100.000 metri cubi di nuove residenze in campagna.
Ho sperato che la campagna elettorale avrebbe consentito di scoprire le carte in modo da permettere un confronto vero. Si è invece preferito di giocare a nascondino. Se si eccettua la posizione della lista Primavera, non ci sono state prese di posizione minimamente chiare. Su questo argomento si è misurato il vuoto pneumatico della lista Fiorini e quella di destra. Del centrosinistra abbiamo già detto.
Ci sono tanti che in tutti questi anni hanno masticato amaro sulle scelte urbanistiche del passato che hanno massacrato vaste aree del nostro bellissimo territorio ma non sono riusciti ad organizzarsi.
A tutte queste persone faccio una proposta: creiamo insieme un osservatorio che segua le mosse di chi sarà al governo di Chiusi nei prossimi cinque anni. Mettiamo in comune la nostra conoscenza del territorio e delle procedure e agiamo nel momento in cui le scelte prenderanno forma. La legge urbanistica regionale ci regala qualche interessante strumento di partecipazione (quella vera, non quella di facciata). Dobbiamo utilizzarli.
Caro Giampaolo (Tommasoni) premesso che, ovviamente, le iniziative possono essere le più diverse e anche tra loro separate (ben vengano), nel nostro caso il Comitato è nato prima e sopratutto fuori dalla Lista Primavera. Anzi, posso aggiungere che è nato proprio perchè era avvertita come fortissima la necessità di riapriere (come direbbe Totò) “a prescindere” spazi di discussione e ricerca ed è stato ritenuto come migliore strumento anche in confronto con una possibile Lista. Quest’ultima è nata molto successivamente ed in relazione a fatti e considerazioni assolutamente autonome. Avendo chiaro che l’attuale crisi può essere superata solo se si riesce a far incontrare le persone e le conoscenze per produrre proposte strutturate da mettere sul tavolo degli amministratori le intenzioni dekl Comitato sono quelle di mantenere rigidamente e strutturalmente distanti la propria identità da quella della Lista (qualunque lista). Ovviamente in questo c’è anche necessariamente anche una costante azione di controllo rispetto all’Amministrazione. Capisco anche che in questa Italia eticamente sfasciata sia difficile anche solo immaginare che possano esserci azioni di controllo efficace quando si può profilare la contiguità. Ma per questo sarà sufficiente attendere i prossimi mesi.
Ovviamente me lo auguro e sono certo che farete di tutto perché sia così: credo di conoscere molti di voi abbastanza per sapere che è veramente questo che volete ottenere. Però la macchina va ancora provata: non c’è stata la possibilità di dimostrare l’intento nei fatti. E proprio la funzione che la Res ha avuto nella genesi della lista potrebbe dare adito a qualche dubbio.
Ma che problema c’è? Voi fate il Comitato, Paolo fa l’Osservatorio. Se ci sarà comunione d’intenti collaborerete, altrimenti i chiusini avranno la possibilità di ascoltare due campane. Meglio di così?
Va da sé che due strutture separate credo che abbiano senso solo in caso di vittoria de La Primavera: converrà che uniate il più possibile le forze altrimenti…
pur essendo indubbiamente stato un ulteriore stimolo alla partenza della lista primavera, il comitato res publica si è sempre mantenuto come una entità distinta e questo è stato oggetto di apposite discussioni all’inizio di questa avventura politica. Almeno all’interno del comitato le cose sono chiare, una cosa è il comitato, una cosa è la lista. E l’attenzione e la sorveglianza non verranno meno indipendentemente dall’esito del voto.
Romano (Romanini), non voglio certo muovere polemiche sul Comitato e trovo anzi che sia una iniziativa interessante e degna di nota, ma mi pare che hai ecceduto in fiducia annunciando una vigilanza senza sconti da parte del Comitato sull’operato di una Primavera eventualmente vincente: è ovvio che ci sarà in quel caso un po’ di commistione tra controllato e controllore.
Se La Primavera dovesse vincere, il Comitato potrebbe forse diventare una specie di URP de La Primavera. Con tutti i meriti e vantaggi amministrativi che senz’altro ne possono derivare (per esempio, veicolare all’amministratore le reali esigenze della cittadinanza), ma anche con le dovute riserve del caso.
Se conosco un po’ Paolo (Scattoni), mi pare che il suo Osservatorio voglia invece essere uno strumento in grado di garantire la massima imparzialità di giudizio già dalla sua costituzione. Il che, detto tra noi, è probabilmente una pia illusione, perché in definitiva è impossibile (e forse controproducente) tenere la Politica lontana da scelte urbanistiche che non siano di dettaglio (sconfessatemi se sbaglio, ovviamente).
Trovo però giusto chiedere che una struttura del genere si poggi su fondamenta appositamente progettate, anziché essere la propagine di un Comitato che, volente o nolente, su quelle di una lista si poggia.
Ma perché non fate tutt’e due? Entrambe hanno senso per me e, se saranno in grado di interagire tra loro, si faranno sentire senz’altro meglio.
Caro Romano (Romanini) non è così. Ho scritto un primo messsaggio in risposta al tuo. Siccome Francesco (Storelli) ha ribadito in pratica il tuo messaggio ho ritenuto opportuno di rispondere tentando di essere più chiaro.
Comunque, spero che almeno questo sia chiaro, ribadisco il mio pensiero: delle specifiche modalità di organizzazione del laboratorio si potrà parlare con più tranquillità dopo le elezioni. Per quanto mi riguarda io farò così.
caro Paolo (Scattoni) Res Publica ha dichiarato fin dall’inizio le finalità e le modalità di azione che sono quelle di assoluta imparzialità e pluridisciplinarietà. Non capisco questa continua voglia di rimarcare, precisare, specificare …. se ritieni Res Publica non all’altezza o non idoneo o non sufficientemente tuo va bene lo stesso. Anche perchè non mi pare che qualcuno abbia sollevato dubbi o perplessità circa metodi e contenuti. Lo scopo dichiarato di Res Pubblica è proprio quello di creare le condizioni per valorizzare al massimo le varie competenze favorendo in assoluta libertà la ricerca, il controllo, la proposta. Ovviamente l’urbanistica E’ uno tra i tre o quattro settori cruciali. Quindi sempre che tu voglia c’è solo da dire: buon lavoro! Per parte mia non mancherò di dare il mio contributo.
Per Francesco (Storelli). dove si collocherà l’osservatorio sull’urbanistica conta assai poco. L’importante è che chiunque interessato alla tutela del nostro territorio si senta a suo agio. Il problema quindi non è tanto al collocazione ma come organizzare il lavoro, che non sarà poco.
Concordo con Romano (Romanini), ben venga l’osservatorio, ma perchè non farlo come “specializzazione” all’interno del comitato Res Publica? Interessante sarebbe anzi aprire dei gruppi tematici all’interno dello stesso comitato, proprio per mandare il messaggio che, comunque vadano le elezioni, da ora in poi non verranno fatti sconti a nessuno!
Deve passare il concetto che, per uno che fa politica, passare al vaglio della stampa e dell’opinione pubblica deve essere una cosa naturale, non una “aggressione”
Scusa Carlo (Sacco) sarò un movimentista, ma io credo che debba essere un gruppo che voglia lavorare senza rappresentanze di alcun tipo. Ti posso assicurare che il lavoro non sarà poco perché sebbene la documentazione è in teoria pubblica, non sempre risulta facile averla. Si tratta a mio avviso di scoprire quelli che sono i canali della partecipazione che la legislazione urbanistica regionale incoraggia. C’è ad esempio un garante regionale dell’informazione sul Governo del Territorio che può essere interessato da noi, c’è poi sempre il difensore civico regionale e l’autorità regionale per la partecipazione. Ci sono poi gli organi di stampa da utilizzare e nnon ultimo questa piccola iniziativa del blog. Dovremo costruire rapporti con le organizzazioni che si occuno in qualche modo di governo del territorio come Lega Ambiente,Italia Nostra, WWF, etc.
Insomma si tratta di impostare un lavoro che non si rivelerà facile, ma che sarà, a mio avviso, molto efficace perché esistono sicuramente le condizioni.
Caro Romano (Romanini) per me l’osservatorio ci deve essere, vinca chi vinca e deve essere aperto a tutti qualunque sia stato il suo voto o anche non voto. Comunque si vedrà. Per quanto mi riguarda deve essere un osservatorio specializzato sull’urbanistica e senza problemi a confrontarsi con tutti.
Quella dell’Osservatorio mi sembra una buona mossa ma dovrà avere uno statuto , un codice di osservanza dei principi e dell’etica.Lontano dai partiti, ma composto anche da persone da essi nominate( non ci sarebbe alcun male ed alcun dolo se così fosse) che s’impegnano ad osservare, verificare, criticare di conseguenza la rispondenza ai piani strutturali e prg.Già da una proposta simile estesa a tutte le parti politiche e che avesse facoltà di consulto da parte delle stutture amministrative del comune a prescindere da quale possa essere la compagine politica che lo guida, tale osservatorio sarebbe una garanzia ulteriore e ben calibrata ed asettica attraverso al quale
possa passare la fiducia dei cittadini indirizzata verso l’ente pubblico.Uno strumento forte di difesa dell’interesse pubblico.Forse ancor meglio se i componenti fossero non nominati dai partiti ma tale posizione non dovrebbe divenire una discriminante. Vedremo che pareri possa suscitare tale proposta.
Caro Paolo (Scattoni) l’osservatorio c’è già e si chiama Comitato Res Publica. Quindi si tratta solo di proseguire ciò che si è iniziato nei mesi scorsi. Un osservatorio a 360 gradi su urbanistica e non solo, in grado di osservare, controllare e proporre.
Ma attenzione!! Se, come penso, vincerà “La Primavera” non sarà fatto alcuno sconto!!