Ogni tanto fa bene porre un po’ di attenzione ai dati demografici. Questi in figura sono gli ultimi pubblicati nel sito dell’ISTAT. Il nostro comune al primo gennaio 2020 contava 8.303 residenti, al 30 novembre 8.166, con una perdita netta di 137. In media sono stati persi 12,5 abitanti al mese. Quindi se la tendenza continuasse al 31 dicembre dovremmo essere intorno agli 8.150 residenti e magari a fine 2021 sotto gli 8.000.
Negli anni passati la tendenza era attenuata dai nuovi iscritti all’anagrafe in numero superiore ai cancellati. Nel 2020 questo non è avvenuto. Al saldo naturale negativo il 2020 ha registrato anche gli iscritti in numero inferiore ai cancellati.
Difficile spiegare il disinteresse della politica locale di fronte ad una tendenza così negativa che è la peggiore fra tutti i comuni della stessa dimensione della nostra zona, anche loro in declino ma non così drastico.
Invece l politica dovrebbe cominciare ad affrontare il problema a cominciare dai servizi dedicati ad un’ampia fascia di popolazione anziana. Ci sono poi altri aspetti da trattare. La programmazione scolastica. La popolazione di Chiusi oltre a diminuire presenta una piramide di età preoccupante. Le classi saranno ridotte. Il nostro istituto superiore potrebbe soffrire di una carenza di iscrizioni proprio quando i fondi europei potranno essere destinati agli istituti tecnici e professionali.
Un altro aspetto è quello del patrimonio immobiliare. Perché si tarda a fare un censimento delle abitazioni e dei negozi vuoti? Ormai l’edilizia deve interessarsi al settore delle ristrutturazioni. Anche questo però necessita di un’adeguata programmazione.
C’è anche da considerare il fenomeno della sostituzione della popolazione di più lungo insediamento. Gli stranieri a Chiusi sono circa 1.250, più del 15% del totale dei residenti. A loro volta un buon 50% è rappresentato da immigrati dall’Unione Europea, che potrebbero votare e che però non lo fanno. Non è un buon segnale di integrazione. Si dovrà pur porre il problema di una politica per gli immigrati.
Se ne può discutere o ci dobbiamo rassegnare ad ascoltare il cando delle sirene del “va tutto bene madama la marchesa”?