di Paolo Scattoni
Il 6 marzo ho pubblicato un post intitolato “Fotovoltaico. Quanto si deve ancora aspettare per una discussione in Consiglio comunale?”
Dopo due settimane l’appello non sembra aver avuto un riscontro. Per il cittadino comune non è semplice capire cosa sia effettivamente successo. Con l’aiuto di esperti e con i pochi elementi a mia disposizione, ho dedotto che i canoni dovuti dai concessionari del diritto di superficie e non corrisposti, ammonterebbero complessivamente a circa 400.000 euro. Una cifra considerevole per un comune di 8000 abitanti e rappresenterebbero un grave danno per i bilanci comunali.
Se si confrontano questi dati con le dichiarazioni dei sindaci a marzo e novembre di otto anni fa qualcosa non torna. Nel marzo 2013 la previsione dell’allora sindaco Scaramelli era:
“La superficie messa a disposizione è pari a poco meno di 12.000 Mq ed una volta che i lavori saranno completati e gli impianti entrati a regime, il termine dei lavori è previsto in qualche settimana, l’energia prodotta sarà di circa 1000 KWh ovvero 1MWh. Il risultato di questa operazione, porterà nelle casse comunali di Chiusi oltre 50.000 euro all’anno per venti anni per un totale di circa 1 milione di euro”.
Ma dopo appena otto mesi il nuovo, sindaco Bettollini , raddoppia nella previsione degli introiti per il Comune (da uno a due milioni) anche se la produzione prevista passa da 1000 a 700 kw
“Due milioni di euro in 20 anni, pari a 100mila euro all’anno ed il tutto grazie a 5 impianti fotovoltaici. Sono questi, in estrema sintesi, i numeri che stanno alla base della scommessa energetica del Comune di Chiusi. L’inaugurazione degli ultimi tre impianti si è svolta con un recente taglio del nastro, che ha preceduto una vera e propria festa nella frazione di Montallese presso il campo da calcetto dove per l’occasione la popolazione ha risposto numerosa anche con una spettacolare torta a tema. Adesso, grazie a circa 4000 metri quadrati di superficie destinata al fotovoltaico e grazie a 700 kwh prodotti, il Comune di Chiusi può vantare così il primato di primo Comune in Provincia di Siena per produzione di energia verde“.
Come siamo venuti a sapere , all’appello mancherebbero oggi, se abbiamo calcolato bene, 400.000 euro. Quando in tutto abbia incassato il Comune dai canoni concordati non si sa.
Quello che anche non si sa ed è molto importante chiarirlo e se le tre imprese hanno continuato a gestire gli impianti ed abbiano venduto il prodotto. Sarebbe davvero sorprendente che si sia continuato a fare profitto e non versare la quota dovuta.
Rimane l’esigenza per noi cittadini, sempliciotti e campagnoli, di essere dovutamente informati.