di Paolo Scattoni
Questo post necessita di una premessa chiara e forte: nessuno è colpevole fino a terzo grado i giudizio. Qualcosa però si può dire sul modo in cui i politici scelgono i collaboratori e su come vengono a formarsi certe decisioni. Alcuni dei contorni della vicenda richiamano l’esperienza che abbiamo vissuto qui a Chiusi, senza che per altro ci siano elementi che le mettano in contatto.
I giornali nazionali che ho visto non sembrano molto interessati. Dopo il cambio di proprietà di Repubblica ho ricomprato quel giornale per vedere cosa ci fosse. Nessun richiamo in prima pagina, un breve articolo a pagina ventidue.
Invece la cronaca di Firenze di quel giornale copre la vicenda con dovizia di particolari.
Segnalo l’articolo di Maurizio Bologni che nel titolo e nel sottotitolo già dice molto: “Il blitz della procura decapita l’associazione dei conciatori. s incrina l’immagine del sistema di depurazione presentato come fiore all’occhiello dell’economia circolare”.
Se ancora non vi ispira riporto l’incipit. “Per oltre due anni Regione Toscana e conciatori di Santa Croce sono andati a braccetto , raccontando all’Italia e al mondo una bella storia: centinaia di milioni investiti per creare un modello unico di economia circolare, con fanghi di risulta delle concerie trasformati in sottoprodotti per l’edilizia e fertilizzanti”.
Basta un piccolo sforzo di memoria per richiamare quello che è successo a Chiusi dove sulla vicenda del depuratore/carbonizzatore la retorica dell’economia circolare c’è stata propinata a secchi, salvo poi scoprire che l’immagine venduta non era poi così positiva. Soprattutto si è dovuto prendere atto che la strategia regionale era quella di trasferire inquinamento e disagio in aree periferiche, assai lontane da dove i rifiuti vengono prodotti.
La nostra amministrazione e i partiti che l’appoggiano hanno sino ad ora evitato di prendere una posizione chiara sul tema.
Mi chiedo come e quando i partiti, in questo caso soprattutto il PD, cominceranno ad affrontare il processo di infiltrazione delle mafie nell’amministrazione pubblica e nell’economia in Toscana. La magistratura fra qualche anno deciderà per condanne o assoluzioni.
Il confronto sulle responsabilità politiche va invece affrontato da subito.
Si potrebbe qui ricordare l’iniziativa di sindaco e giunta di Chiusi di affidare ad una legale per procedere ad una querela per aver danneggiato il buon nome del comune, nei confronti di alcuni che avrebbero affermato che le mafie pare frequentino anche queste nostre zone. Per fare questo la giunta ha deliberato una erogazione di 2900 euro. Non si sa neppure se questa querela sia stata depositata o meno e se i 2900 euro siano stati impiegati.
C’è un’interrogazione che lo chiede, ma sino ad ora la risposta non c’è stata, causando l’uscita dei consiglieri di minoranza dall’ultima seduta di consiglio. Un po’ di trasparenza sarebbe gradita, alcuni di noi pensano che sia un obbligo.
Maurizio, se i cani da guardia (dei giornali) abbaiano quando non serve, non fanno bene il loro mestiere.
Da cittadino spero che questa inchiesta rappresenti una svolta e i media saranno importanti.
Ciao Paolo, ciao Luciano, grazie. Vi stimo osservatori rigorosi che non fanno sconti neppure agli amici…e per questo i vostri complimenti per me valgono doppio. Un abbraccio. Maurizio Bologni
Il tema dell’economia circolare è assolutamente meritevole di considerazione e di opportune valutazioni; la percorribilità e la sua attuazione devono passare attraverso la competenza di tecnici e ricercatori, non possono diventare una scelta politica condivisa con lobbies e malaffare.
Si fa presto a dire “economia circolare”.
Capita anche che dietro si nasconda qualche ‘drina.
Bel pezzo l’articolo di Maurizio Bologni.