di Paolo Scattoni
Per capire di cosa si stia discutendo proprio in questi giorni in relazione al centro merci di Chiusi, lasciato incompiuto, e al Patto 2000, vale la pena riportare la definizione di Patto territoriale su wikipedia:
“In Italia viene inteso per patto territoriale un accordo che lega i comuni, la provincia ed, eventualmente, la regione, nonché le parti sociali e altri soggetti pubblici o privati appartenenti a una certa area geografica. L’entità dell’area geografica interessata dipende da varie concause ma, generalmente, si attesta a porzioni del livello provinciale. Il patto territoriale è uno degli strumenti della cosiddetta programmazione negoziata
Il patto territoriale ha come scopo quello del raggiungimento di determinati obiettivi di sviluppo locale.
Fino al 1996 erano attivati dai comuni su iniziativa volontaristica. Da quella data in poi lo Stato italiano (legge 662/1996, commi 203 e successivi) li ha sostenuti ed incentivati (…)”
Patto 2000 è dunque un patto territoriale di comuni a cavallo di due regioni e quattro province. Patto 2000 era/è la società consortile a responsabilità limitata nata per la realizzazione del Patto Territoriale per lo sviluppo dell’area Valdichiana – Amiata – Trasimeno – Orvietano (abbreviato in Patto V.A.T.O.). Negli anni ha attratto quantità notevoli di risorse comprese quelle con le quali sono stati finanziati le prime fasi della piattaforma logistica di Chiusi di cui tratta l’articolo di Luca Scaramelli.
Non so se la motivazione data da quell’articolo sul mancato proseguimento sia dovuto a personalismi e dissidi fra politici locali che si sono succeduti al governo locale del nostro Comune. Alcuni elementi lo farebbero pensare, ma più probabilmente sono stati una serie di fattori concomitanti, che hanno portato recentemente il comune di Chiusi ad isolarsi e a non aderire più al patto.
In effetti la sede operativa di Patto 2000 inizialmente era collocata nell’edificio del centro storico denominato “Casa del leggere e dello scrivere”.
Poi probabilmente per questi contrasti si è trasferita presso l’ex ospedale di Sarteano.
Patto 2000 è poi stato liquidato, ma la sopraggiunta possibilità di attrarre altre risorse ha consigliato di rivedere la decisione. Nel consiglio dell’Unione comunale del 15 marzo scorso Bettollini e Vannuccini hanno votato contro insieme ai consiglieri di destra, mentre Bonella Martinozzi ha votato a favore (https://m.youtube.com/watch?v=2SAfkJw4k20 minuto 7 a 21)
La vicenda se pur intricata merita un approfondimento “storico”. Per questo ho provveduto a raccogliere in una pagina con i link ai post pubblicati negli anni su chiusiblog.
Su argomenti del genere si perde talvolta la memoria. Soprattutto se chi dovrebbe promuovere il dibattito non lo fa e quindi non si preoccupa di tenere traccia degli avvenimenti.
grazie
X Romano Romanini. Ti ho mandato una tabella recuperata da una chat.
Qualcuno sa darmi indicazioni dove è possibile reperire i dati di dettaglio dei progetti finanziati in questi anni? quanti, dove, i singoli importi e l’oggetto, lo stato di completamento ecc. Ho guardato sul sito ma tutte le informazioni interessanti non sono disponibili.
C’è anche un’altra peculiarità del VATO e cioè la sua vastità: se si guarda sulla carta, ci si rende conto dell’ampiezza geografica che lo contraddistingue e che travalica, e di molto, le dimensioni provinciali in cui il patto “tradizionale” viene ad essere concordato.
Grazie Enzo (Sorbera). Ho provveduto ad inserire la tua precisazione anche nel corpo dell’articolo.
Piccola precisazione. Patto 2000 era/è la società consortile a responsabilità limitata nata per la realizzazione del Patto Territoriale per lo sviluppo dell’area Valdichiana – Amiata – Trasimeno – Orvietano (abbreviato in Patto V.A.T.O.)