di Paolo Scattoni
Leggo su Primapagina questo passaggio : “Si tenga conto che il centro destra è rimasto fuori dal Consiglio sia nel 2011 che nel 2016. E da allora non si è mai più visto né sentito. Eppure ad oggi a Chiusi, numeri alla mano, è lo schieramento che ha più chances di vincere. Per le divisioni e le contraddizioni altrui, ma anche nel calcio e in altri sport si può vincere per demerito degli avversari più che per merito proprio.”
Sembra di rivedere una replica delle elezioni regionali. Anche in quel caso si paventava il sorpasso della destra in una regione tradizionalmente di sinistra. La candidata della destra era tale Ceccardi, un vuoto pneumatico della politica, che ha scambiato “Imagine” di Lennon per un inno al marxismo. Alla vigilia delle elezioni, alcuni sondaggi farlocchi ipotizzavano un sorpasso della destra sulla sinistra di due punti percentuali.
Abbiamo visto com’è andata a finire. Il centrosinistra ha vinto con uno scarto di quasi il 10%. I sondaggi avrebbero quindi “toppato” per ben 12 punti. La minaccia del sorpasso delle destre è servita per un po’ di terrorismo psicologico, come ha ammesso qualcuno vicino a Giani. Questo ha avuto come risultato quello di far fuori Tommaso Fattori, il candidato di Toscana a sinistra, che aveva avuto un ruolo fondamentale per far conoscere le tematiche ambientaliste, compresa la vicenda carbonizzatore. Sono state addirittura inventate liste “ecologiste” nella coalizione di Giani per completare il quadro.
Ora si vuol ripetere quello scenario. L’esperienza, però, a qualcosa serve. Ho a suo tempo argomentato come i cosiddetti “numeri alla mano” siano una lettura sbagliata.
Oggi il nodo vero a Chiusi è rappresentato proprio dall’eredità regionale. Le tre forze rappresentate in Consiglio comunale (PD, 5Stelle e Possiamo) possono sicuramente trovare convergenze significative. Rimane però il nodo irrisolto della questione ACEA, sia per il progetto del carbonizzatore, solo temporaneamente ritirato, che per il depuratore ex bioecogia.
C’è ancora qualcuno che giudica positiva la presenza di ACEA e ritiene che ci si debba affidare ai tecnici della Regione.
A mio parere la Regione Toscana non può essere un interlocutore affidabile per diversi motivi. La strategia “nascosta”, ma evidente, emerge dai comportamenti e dalle decisioni prese. È tutta rivolta al trasferimento del disagio dovuto al trattamento dei rifiuti verso aree periferiche e lontano dalle aree dove la gran parte di quei rifiuti viene prodotta. Ci sono documenti ufficiali, come l’accordo per l’innovazione, sottoscritto da Regione, MISE e ACEA, che dimostrano il punto.
D’altra parte la vicenda carbonizzatore idrotermale di ACEA l’abbiamo vista da vicino. La cessione dell’area era già preordinata a quell’impianto. Lo dimostra il documento di ACEA che accompagnava l’offerta).
Dato che le autorizzazioni per il trattamento dei rifiuti è di competenza regionale, è difficile credere che la Regione e l’allora assessore all’ambiente non ne sapessero nulla. In questo contesto, a differenza di quanto alcuni sostengono, non credo proprio che ACEA possa rappresentare un’opportunità. Fra gli interessi di un comune di 8000 abitanti e quelli di una multiutility con un fatturato di 2 miliardi annui è facile immaginare quelli che prevarranno.
Come ha dimostrato la simulazione fatta dall’IRPET con la sua matrice input-output i benefici occupazionali dalla realizzazione del carbonizzatore sarebbero irrilevanti. Come invece hanno dimostrato gli studi degli esperti del comitato ARIA le emissioni nocive per gli abitanti sarebbero certe.
Sulla credibilità di certa dirigenza regionale c’è da dubitare dopo che la conferma a capo di gabinetto di Ledo Gori (poi regolarmente avvenuta) era fortemente caldeggiata da imprese oggi coinvolte nell’inchiesta della magistratura fiorentina sul trattamento dei rifiuti nel comprensorio del cuoio, in cambio della quale avrebbero offerto appoggio elettorale. Sul tema quindi l’interlocuzione con la Regione deve essere particolarmente attenta.
L’idea di cio che sia stato ”sempre certo”credo che non abiti in questi tempi, ma non credo che si faccia un grande sforzo a credere a questo. Ciò che invece mi indigna è l’inerzia con la quale la gente che crede di portare acqua al mulino dell’equità e della gustizia, dando il proprio consenso a coloro che in queste ultime decadi hanno governato mentre è successo di tutto,e soprattutto il contrario di quello che veniva detto.Credo che si dovrà ricominciare a considerare l’attendibilità delle persone se si vuole dare una direzione di marcia che possa essere una garanzia per il futuro.Ricordiamoci a questo proposito delle indicazioni che venivano date su Giani prima delle elezioni: ”O si vota Giani oppure ci troveremo la destra in casa”ed anche Chiusi si è espressa col voto in tal senso. L’hanno voluto? E allora se lo ciuccino.Altro non c’è da dire. Ma come tutte le volte in italia ci si rende conto sempre ”dopo i fochi” come si dice.
Se si continuerà a non considerare, chiarire e dibattere su questa pagina oscura, è possibile anche perdere quello che è stato sempre certo.
Sta a vedere che chi ha votato Giani si ritroverà la Ceccardi presidente …
Tanto per capire cosa ci sia in ballo con gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Toscana, segnalo un articolo sul quotidiano Domani che apre con caratteri cubitali:
“L’emendamento degli inquinatori inguaia il presidente della Toscana. Eugenio Giani, era presidente del consiglio regionale quando è stata approvata la norma al centro dell’inchiesta, senza che fosse passata dalle commissioni. Gli inquirenti acquisiscono il video della seduta”.
Questa la qualità della politica ambientale della Regione.
Uno degli scogli maggiori credo che sia la narcotizzazione della gente a cui è stata abituata soprattutto per mano del partito reggente.I tempi sono cambiati ed avete ragione, ma rischiano ancora di cambiare quando alle forze che stentano a tirare fuori la testa gli si sovrappone un tappo fatto di silenzi e di inespressività da dove guarda caso a sentire il tono e le proposte velate fra le righe da parte di una fazione che per adesso stenta a trovare pace,si tenti di riconvogliare le acque affinchè vengano proposte le vecchie visioni,attualmete operanti.E’ soprattutto il PD che in questo senso si deve dare una mossa e più tempo passa e più si dà la zappa sui propri piedi,favorendo non tanto la destra,ma la fazione del ”mantenimento” che aveva all’interno e che prega il padreterno che passi più tempo possibile senza che siano dati segnali di sorta. e non mi sembra una bella politica che si possa basare sul rinnovamento.Certamente che la vicenda carbonizzatore non è davvero conclusa ed il futuro un altra volta rischia di essere fosco ed ecco perchè io spero che le iniziative di voto di quei 2500 cittadini si possano riversare su un diverso trattore che porti Chiusi fuori dal pantano….ma non è detto.
Sono d’accordo con Luciano (Fiorani). A me pare che la maggior parte di quelli che hanno responsabilità politiche non si rendano conto che i tempi sono cambiati. Quello che tarda però ad emergere è un metodo per una nuova partecipazione. Ce lo siamo già detti: il tempo non è una variabile indipendente.
Per fortuna a Chiusi non c’è nessun Giani all’orizzonte nè pare riproponibile “lo schema regionale”: Pd-Italia Viva più varie ed eventuali.
Ripeto per l’ennesima volta la mia convinzione: a Chiusi la faglia non passa tra destra e sinistra ma taglia trasversalmente tutte le asfittiche forze politiche locali e quel poco che ancora c’è di “società civile”.
La vicenda del carbonizzatore con le sue dinamiche non sarà facile archiviarla perchè, in buona misura, è tutt’altro che conclusa.