di Agnese Mangiabene per il gruppo Possiamo
Chi sono i fragili? Nella società odierna la popolazione fragile non è ben definita, ma sappiamo che è in continua crescita. Per “fragile” si intende ogni persona vulnerabile, molte volte affetta da malattie croniche complesse, sia fisiche che psichiche, con presenza di comorbilità, instabilità clinica, politerapia e con ridotta autosufficienza; spesso si possono aggiungere problematiche sociali, familiari ed esistenziali.
La fragilità riguarda tutte le tappe della vita e spesso contraddistingue una fascia di popolazione ai margini delle scelte politiche e sociali: una popolazione invisibile. Nell’epoca del covid, questa marginalità viene ancor più estremizzata e i fragili vengono spesso dimenticati. Anni di tagli nel socio-sanitario stanno portando al collasso la situazione attuale, aggravata dalla pandemia, e la gestione delle fasce più deboli della popolazione diventa sempre più difficile.
Per questi motivi il gruppo Possiamo ha avviato una riflessione rispetto al mettere in atto strategie e progettualità idonee a fronteggiare tale problematica, con l’obiettivo di riportare al centro della politica e della sensibilità comune il tema della fragilità.
Nel territorio comunale sono presenti varie strutture pubbliche o private che si occupano di disabilità, di immigrazione e accoglienza per minori e anziani, che si trovano a fronteggiare varie problematicità legate innanzitutto alle risorse economiche, alla frammentazione dei servizi e del territorio, alla standardizzazione degli interventi che invece dovrebbero essere mirati e il più possibile individualizzati.
Riteniamo che l’intervento dell’amministrazione pubblica possa essere fondamentale nella costruzione di una progettualità più funzionale e mirata, che abbia come obiettivo non solo la socializzazione, ma anche interventi integrati di carattere educativo e abilitativo per il mantenimento e lo sviluppo delle capacità residue e dei livelli di autonomia. Infatti, attraverso un’attenta analisi dei fabbisogni legata al territorio ed un’attiva partecipazione a bandi FSE o regionali, attraverso la gestione e il coordinamento di una rete intra ed extra comunale tra associazioni volontaristiche e istituzioni pubbliche o private (come Società della salute, Conferenza dei Sindaci, Unione dei Comuni, scuole, enti formativi accreditati…), l’amministrazione pubblica potrebbe diventare promotrice di una nuova cultura e gestione della fragilità, valutando le esigenze di chi con tale fragilità convive e cercando di fornire risposte adeguate.
Un ulteriore aspetto importante per le persone che si trovano in condizioni di fragilità e vulnerabilità è anche quello della promozione dell’inclusione sociale attraverso il lavoro, programmando azioni quali percorsi di formazione, tirocini e attività a supporto dei processi di apprendimento nei contesti lavorativi, orientamento specialistico, accompagnamento al lavoro e attività di sostegno alle persone nei contesti lavorativi.
Gli obiettivi principali possono così essere sintetizzati:
- Attento e accurato reperimento di fondi per le politiche sociali;
- Coordinamento e gestione di una rete tra associazioni volontaristiche del territorio;
- Promozione di una rete tra istituzioni pubbliche e private di tipo socio-sanitario ed educativo;
- Attenta analisi dei bisogni territoriali e formulazione di risposte individualizzate;
- Riconoscimento e identificazione delle problematiche;
- Promozione di progetti ed interventi mirati alla socializzazione, allo sviluppo delle capacità residue e ai livelli di autonomia, all’inclusione sociale e lavorativa laddove sia possibile.
Agnese ha sintetizzato benissimo i temi e gli obiettivi emersi dall’incontro che abbiamo svolto sul tema, nell’ambito del nostro percorso per elaborare proposte per il futuro del nostro paese.