di Elona Kerengi
Quale migliore occasione dell’Anniversario della Liberazione per riflettere sul sentimento di appartenenza e del dovere civico!
Perché il dovere civico è un sentimento, il più elevato dei sentimenti sociali, il più grande gesto di amore del singolo verso la comunità di appartenenza e verso l’Umanità.
La Storia ci offre l’occasione per non dimenticare e soprattutto per imparare che quel senso di dovere e di coraggio è il più nobile dei sentimenti collettivi che ci eleva oltre ogni “passivo subire”.
Il ventesimo secolo ci ha donato figure come Ghandi tra i grandi leader che ha sollevato gli animi contro le ingiustizie del sistema, Martin Luther King Jr. uno dei maggiori promotori del cambiamento sociale, Nelson Mandela l’indiscusso simbolo della difesa dei diritti umani, non mancando di ricordare uomini come Giorgio Perlasca, il toscano Gino Bartali, Monsignor Angelo Rotta che si sono resi custodi di migliaia di vite in un momento buio della storia umana. La senatrice Segre, a tutt’oggi, ci testimonia quel momento buio in cui l’essere umano aveva perso la propria umanità.
Per poi arrivare ai tanti straordinari Uomini di Stato, tra cui i Giudici Falcone e Borsellino, nostri simboli della lotta contro la mafia, servitori della Repubblica sino all’estremo sacrificio della vita per la difesa dei valori dello Stato di Diritto.
Il dovere civico è il senso del coraggio sociale che deve vincere i pregiudizi, le paure, i sensi di impotenza e di rassegnazione, che si deve tradurre nella forza di combattere per il più debole, per ciò che è giusto e contraddistingue l’essere umano per un domani migliore.
Il nostro passato ed il nostro presente ci impongono il dovere di essere coraggiosi e di non vivere in attesa di una “giustizia al di fuori di noi” demandata agli altri, dimenticando che gli altri siamo noi!