di Gisella Zazzaretta
Enrico Letta, segretario nazionale del Partito Democratico, ha dichiarato di voler fare del PD “un partito di prossimità”. E’ una buona idea, perché per rappresentare il popolo è bene essere prossimi. Ascolto, confronto, apertura, inclusione, valorizzazione, decoro, rispetto.
Oltre ai circoli di partito, dove andare? In quali luoghi stare, dove esercitare la prossimità?
Ecco che a questo proposito, il PD locale, dà vita al tavolo di confronto “Terzo Settore/Sociale”, che ha l’obiettivo di portare idee per l’elaborazione del programma elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative. Presenti alcuni rappresentanti dell’associazionismo chiusino.
Questo é il mio personale contributo presentato il 22 aprile scorso.
Il dibattito online ha evidenziato le carenze dell’Amministrazione locale (Sindaco e Assessori): mancanza di apertura, di inclusione e di valorizzazione nei confronti di associazionismo e volontariato. Mancanza di un vero coordinamento del volontariato, che sono poi i cittadini, che chiede di essere chiamato al confronto e a non fare il “tappabuchi” del momento. Insomma, le associazioni di vario tipo presenti nel tessuto sociale locale, chiedono a gran voce di partecipare, essere parte attiva nelle scelte della Pubblica Amministrazione, perché democrazia è partecipazione.
Chi meglio delle associazioni, che operano nella società locale, può rendersi conto dei bisogni dei cittadini!
La principale caratteristica di un servizio di prossimità é quella di rendersi prossimo ai problemi di persone e famiglie in difficoltà (o di altri tipi di esigenze di una cittadina, quali scuola, ambiente, salute, handicap, ecc.) rilevando bisogni espressi ed inespressi, situazioni di fragilità e disagio, attivando risposte e interventi necessari. Si intende, cioè, per prossimità,l’individuazione di interventi e progetti che affrontino bisogni sociali o aspirazioni, migliorando la qualità della vita dei cittadini. Essi stessi diventano così programmatori e coprotagonisti degli interventi. Questi ultimi devono prevedere la collaborazionetra diversi attori (cittadini, singoli o organizzati, imprese profit e non profit, enti pubblici, associazioni, volontariato) e dovrebbero essere realizzate in ambito territoriale limitato, o, a seconda del caso, anche più ampio. I
Il territorio è il campo di azione. Il coinvolgimento e il confrontotra enti pubblici,amministrazione comunale, comitati, associazioni, imprese, cittadini, contribuiscono alla risposta ai bisogni e garantiscono la capacità di ascolto.
La prossimità agevola la partecipazione inclusiva e la coprogettazione.
La realizzazione di tutto ciò non sarà facile, perché, almeno ultimamente, abbiamo visto che è molto più semplice comandare e decidere da soli piuttosto che ascoltare e progettare insieme.
Sindaco e Assessori potrebbero, a tal fine, se vogliono davvero cambiare le cose, dare vita a gruppi o consulte rappresentative del tessuto cittadino (associativo e non), cui poter fare riferimento e collegati al lavoro di ogni assessorato.
In tal modo si amplia la partecipazione dei cittadini all’attività svolta da Sindaco e Assessori, si portano più idee e si dàaperturaalla società civile, evitando, così, la concentrazione di potere nelle mani di pochi e garantendo la trasparenza dell’operato degli amministratori stessi. Utili sarebbe il question time proposte da Paolo Scattoni.
Quindi rapporti tra volti e non maschere.
Allora sono d’accordo con le opposizioni.
Una precisazione. La proposta dell’introduzione del question time a Chiusi non è mia o soprattutto mia. Era stata proposta dalle opposizioni ad inizio consiliatura e non fu accolta.