di Paolo Scattoni
Ieri 13 maggio 2021 Centritalianews riporta una dichiarazione di esponenti della Lega (deputato Guglielmo Picchi e Francasca Capuccini) relativa alle attività che si sono susseguite sul sito contaminato e nelle sue immediate vicinanze che possono avere correlazione con le sostanze individuate nella falda ed ad ARPAT di trasmettere tutta la documentazione relativa alle analisi svolte nel corso del tempo”
Staremo a vedere gli sviluppi. In questa sede vale però la pena ricordare il lavoro svolto dal Comitato ARIA e dai suoi esperti su questa annosa questione. Un lavoro che ha portato (costretto?) la Regione a prendere la posizione riportata
In sede di audizione pubblica svoltasi sulla questione del Carbonizzatore nell’ultimo trimestre del 2019, l’Avv. Kerengi sollevava la questione relativa al pericolo di inquinamento da nichel dell’area ex centro carni in loc. Le Biffe a Chiusi, allegando apposita documentazione che veniva poi offerta alla Regione.
Nello specifico l’Avv. Kerengi faceva riferimento ad uno studio di Bioecologia Srl risalente al mese di agosto 2014, elaborato quest’ultimo che concludeva che con i dati in possesso al momento della redazione dello studio non si poteva avere certezza dell’esistenza di un solo epicentro di inquinamento e che per avere un quadro più completo della problematica nichel, segnalata da più enti/entità nel 2013 ed individuare con precisione la fonte o le fonti di immissione dell’inquinante nella falda superficiale, occorreva monitorare l’intera area artigianale di Chiusi Scalo in modo da campionare le acque e verificare l’andamento del valore del Nichel nello spazio e nel tempo.
Non solo, l’Avv. Kerengi ricordava (producendo anche relativa documentazione) che successivamente e cioè 4 anni dopo, nell’ambito dei controlli eseguiti da ARPAT nel periodo aprile agosto 2018 ed in data 12 settembre 2018, veniva redatto un rapporto di ispezione. L’ARPAT, nel documentare l’esito dei controlli evidenziava alcune criticità che riguardavano sia le acque sotterranee, sia i rifiuti. In merito alle acque sotterranee, l’ARPAT, infatti, rilevava valori elevati di nichel e solfati nel piezometro PzP3, facendo riferimento proprio allo studio di Bioecologia del 2014 e ritenendoli in linea con quanto scaturito da tale studio “che ha permesso di mettere in relazione alcuni valori anomali della concentrazione di nichel nelle acque, con la tipologia di falda superficiale cui attingono i piezometri ed una presenza diffusa del metallo […]”
In relazione ai rifiuti, con particolare riguardo ai fanghi biologici (sigla CER 190814) veriva evidenziato il superamento della concentrazione limite per il parametro “antimonio”, dando altresì atto che i superamenti delle concentrazioni di alcuni inquinanti, “rappresentano una occorrenza non rara per questo impianto, rendendo necessaria la messa in atto di misure di monitoraggio dei rifiuti più stringenti”.
Dalle ricerche svolte dall’avv. Kerengi risultava che le criticità attinenti ai livelli del Nichel nella falda sotterranea risalgono addirittura nel lontano 2008. E’ la stessa Bioecologia Srl che nelle Relazioni sulla Gestione di Bilancio al 31/12/2013 e al 31/12/2014 riportava che “continuano a riscontrarsi (ormai dal 2008) valori anomali nelle acque sotterranee dell’impianto di Chiusi”.
Dalle stesse ricerche si apprendeva che le concentrazioni del nichel nelle acque sotterranee in alcuni piezometri superavano i valori soglia già nel 2008. Si ripropongono in seguito le tabelle dei valori del nichel nella falda sotterranea per gli anni dal 2008 al 2013 che riportano le risultanze delle analisi in autocontrollo svolte sia da Bioecologia Srl, che da ARPAT, tabelle riportate in una missiva che l’allora Sindaco di Chiusi Stefano Scaramelli inoltrava all’ASL territorialmente competente nel mese di gennaio 2014:
Dopo questa passaggio non si è saputo più niente. Poi finalmente la ricostruzione portata all’attenzione dell’Inchiesta Pubblica. Oggi finalmente la notizia della nuova attenzione della Regione. Occorrerà monitorare gli sviluppi.