di Daria Lottarini
Nello spazio esterno al palazzetto di Poggio Gallina, dove c’è la pista di pattinaggio utilizzata per il gioco libero, prevalentemente basket, verranno realizzati dei campi da padel, sport al momento molto in voga. Penso che sia sempre positivo quando si creano le strutture per favorire la pratica di un’attività sportiva.
Dispiace però che questi campi prenderanno il posto di uno dei pochi luoghi attrezzati che sono liberamente disponibili per la fruizione di chiunque abbia voglia di fare una partitella o due tiri a canestro. Inoltre il palazzetto è ben raggiungibile da tutti i residenti di Chiusi Scalo.
Sarà che sono una sostenitrice del gioco libero e degli spazi pubblici dedicati alle attività dei giovani, per cui trovo che questa scelta vada contro gli interessi soprattutto dei nostri ragazzi.
Mi chiedo come siano maturate queste scelte, perché non siano state condivise cercando di valutare gli interessi di tutti, considerando che si decide dell’utilizzo di uno spazio pubblico.
Non penso che le strutture nate per un certo scopo siano immodificabili, però credo anche che prima di trasformare un luogo vitale che aveva un buon utilizzo, sarebbe stata auspicabile una riflessione più attenta e con il coinvolgimento di più interessi.
Condivido pienamente ciò che dice Giorgio Cioncoloni nel suo ultimo intervento. Da come vedo io la cosa, credo che nel tempo sia veramente diminuita la sensibilità delle amministrazioni che è un vuoto che è stato soppiantata dalla sensibilità a relazionare ed all’accordo con il privato.Il tema che la Coopersport sia una struttura votata al volontariato ed espletata da quest’ultimo,nulla dice rispetto al problema che nel tempo lo spazio a fruizione pubblica si sia ridotto.Sono due fatti comunque li si osservi antiteci di concetto l’uno all’altro,anzi teoricamente dovrebbero essere complementari e parallelamente avere gli stessi fini, ma dal momento che siamo nel campo dello sport a pagamento credo che la prima attenzione di una amministrazione pubblica debba essere quella di favorire la partecipazione agli spazi per i quali gli stessi cittadini come membri della collettività pagano non pochi soldi.E allora come la mettiamo?
Il problema, Paolo (Scattoni), non è se il concessionario possa farci ciò che vuole, perché tutti gli interventi sono sicuramente concordati.
Il vero problema è che l’amministrazione comunale ha abbandonato il concetto di interesse pubblico collettivo, mettendolo in secondo piano rispetto agli interessi economici di parte, anche se in questo caso si tratta di aspetti economici di parte relativi, in quanto la Coopersport è per natura una società di volontariato, gestita da volontari che però rivolgono il loro interesse principalmente verso la loro attività.
Ma anche le società di volontariato, comprese quelle sportive, hanno bisogno di incassi per coprire le proprie spese, e spesso succede che per aumentarli hanno necessità di occupare nuovi spazi che qualche volta vengono tolti all’utilizzo della comunità generale per dedicarli ad una comunità parziale, anche se di utilità sociale, come può essere quella di un settore sportivo.
Il risultato è che la comunità ha a disposizione sempre minori spazi pubblici liberi e questo un’amministrazione consapevole delle necessità dei suoi cittadini non dovrebbe favorirlo.
Ripeto che quando nacque l’area sportiva di Poggio Gallina, l’amministrazione comunale e i gestori dell’area condivisero l’idea di creare, oltre agli impianti sportivi veri e propri, anche degli spazi di aggregazione per attività motorie libere a disposizione dell’intera comunità.
Se continuerà questa politica tali spazi non esisteranno più.
Qui si può scaricare il testo della convenzione https://www.chiusiblog.it/?page_id=38584
In sede e per l’aggiudicazione del bando inerente al Palazzetto erano stati presentati dei progetti di trasformazione/miglioramento.
Nell’atto di concessione in uso e gestione Rep N° 4050 del 16 luglio 2015 , oltre a clausole concernenti il campo da calcetto , in merito alla pista di pattinaggio si indica che “sono state richieste modifiche al progetto presentato dalla medesima ditta aggiudicataria a livello di studio di fattibilità per la realizzazione di un nuovo impianto nell’area occupata dalla pista di pattinaggio scoperta per un importo stimato di circa 250.000,00 euro” La totalità delle vicende coinvolgenti il Palazzetto mi sembra abbastanza complessa e discutibile, così come gli atti dispositivi che di volta in volta lo coinvolgono per cui sarebbero interessanti ed auspicabili degli approfondimenti. Chiedo cortesemente a Paolo di pubblicare atto di concessione .
Non capisco, gradirei un chiarimento. Questo articolo, che condivido, è però su iniziativa di una consigliera comunale. Le scelte fatte dalla Coopersport riguardano l’uso di suolo pubblico dato in concessione. La concessione prevede che il concessionario possa farci ciò che vuole?
Condivido quindi completamente gli interrogativi che si pone Daria Lottarini: “Mi chiedo come siano maturate queste scelte, perché non siano state condivise cercando di valutare gli interessi di tutti, considerando che si decide dell’utilizzo di uno spazio pubblico. Non penso che le strutture nate per un certo scopo siano immodificabili, però credo anche che prima di trasformare un luogo vitale che aveva un buon utilizzo, sarebbe stata auspicabile una riflessione più attenta e con il coinvolgimento di più interessi.”
Ai suoi ne aggiungo uno mio finale, un po’ più provocatorio: possibile che per prendere decisioni del genere non si riesca a uscire dalla solita cerchia di consulenti, più o meno interessati, aprendosi invece a consultazioni più ampie, come sarebbe logico in casi di prevalente interesse pubblico?
Quando nacque l’area sportiva di Poggio Gallina, l’amministrazione comunale e i gestori dell’area condivisero l’idea di creare, oltre agli impianti sportivi veri e propri, anche un centro di aggregazione per attività motorie libere a disposizione dell’intera comunità. A tale scopo doveva servire il campino di calcio, posto sotto i campi da tennis e, successivamente, la pista di pattinaggio. Nelle buone stagioni la frequentazione era intensa e intere famiglie con i bimbi piccoli vi si ritrovavano per poterli far giocare liberamente a quello che volevano. Per molti anni è stata mantenuta questa impostazione, nonostante non siano mancate richieste di trasformazione degli spazi liberi, sempre respinte, in nome del diritto all’utilizzo pubblico. Poi hanno cominciato a prevalere gli interessi privati, forse perché la frequentazione pubblica è diminuita? Oppure la frequentazione è diminuita perché non c’erano più spazi pubblici? Oppure è diminuita la sensibilità delle amministrazioni? Il fatto è che il campino di calcio è stato privatizzato e recintato e ora si sta cercando di fare la stessa cosa con l’ultimo spazio libero: la pista di pattinaggio. Tutto in nome dello sport a pagamento che sicuramente non arricchisce chi lo gestisce però toglie spazio alla fruizione pubblica di spazi costruiti anche con i soldi dei cittadini che quindi avrebbero diritto a fruirne, almeno in parte, liberamente.