Paturnie giornalistiche per la vittoria della destra a Chiusi

di Paolo Scattoni

La questione è in sintesi questa: Prima Pagina si lamenta che il PD di Chiusi non ha voluto date il giusto riconoscimento a Bettollini per l’hub al Palafuccelli e per la fermata del frecciarossa. e così conclude un articolo dal titolo ” Chiusi, ma il PD è un partito o un asilo infantile?”:

“I due comunicati diffusi dal Pd in queste ultime ore dimostrano che a Chiusi se c’era e c’è qualcuno da mandare a casa, con le prossime elezioni, questo è il Pd, non il sindaco. Perché un partito di maggioranza che fa le bizze e le ripicche come i bambini non può governare una città. Neanche se questa in realtà è solo un paesotto di 8.000 abitanti. Il Pd, questo Pd, non può governare perché non è in grado, per atteggiamenti puerili, ma sarà difficile anche che le elezioni le vinca, data appunto la spaccatura e la secessione di mezzo partito. La destra ha un’occasione storica. Forse irripetibile. Il gruppo dirigente attuale del Pd invece ha l’occasione per entrare anch’esso nella storia e negli annali come il il primo che ha perso il Comune e lo ha regalato agli avversari, dal 1944 ad oggi…”

Il PD di Chiusi del dopo Bettollini ha fatto molti errori, ma per un motivo del tutto opposto a quello contenuto nell’articolo.

Partiamo, però, dai due mancati riconoscimenti. Il ruolo di Bettollini c’è stato per due risultati che hanno risvolti negativi per le conseguenze che portano. Il Frecciarossa è un contentino per la perdita di centralità della nostra stazione. Il sindaco pare non essersi accorta che dall’orario scorso Chiusi ha perso l’unico treno internazionale che ci era rimasto: l’euronight 294. Invece di tante celebrazioni il sindaco si preoccupi di recuperarlo.

L’altro mancato riconoscimento riguarda un hub che nonè un hub. Funziona un giorno a settimana in un periodo in cui la strategia sarà sempre più quella delle vaccinazioni residue da parte dei medici di base.

Da queste colpe dovrebbero comportare, secondo il giornalista, le grandi disavventure elettorali riportate.

Sono nel PD dalla nascita, da militante senza incarichi ne ho seguito le vicende. Quando avevo dissentire ho dissentito. Ho apertamente dissentito dalla gestione di Renzi, come da quella del duo Scaramelli-Bettollini.

Credo che le analisi che oggi si fanno rispondano a una visione distorta della natura dei partiti ai tempi del web sia livello nazionale che locale. C’è chi, come fa Primapagina, che si diletta in esercizi aritmetici (spesso distorti) sulla consistenza elettorale ricavata dalle passate elezioni.

Quello che invece ci sarebbe da fare e non si fa è prendere atto che la stagione renziana è finita. Se ci sono nostalgici di Renzi e Bettollini motivino la loro nostalgia. Se non riescono a farlo vuol dire che non ci sono contenuti e se ne dovranno fare una ragione.

Il fallimento a Chiusi del decennio Scaramelli-Bettollini sta proprio in quelle che si vorrebbe far passare come meriti. Il Palapania è stato un errore che ha significato un considerevole indebitamento per un comune di 8000 abitanti in continuo calo. Del finto hub abbiamo già detto. Della vicenda ACEA sappiamo e chi si è dimenticato invito a riguardare anche soltanto il dibattito che si è svolto su questo blog. Della vicenda del fotovoltaico, dopo la minaccia di una denuncia alla magistratura per diffamazione del buon nome della istituzione comunale, nulla si è più saputo.

Ecco sono questi i punti che potrebbero far perdere le elezioni al PD.

Quel partito ancora di maggioranza qui a Chiusi, dovrebbe darsi una mossa perché la via del rinvio delle scelte è quella sbagliata.

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5 risposte a Paturnie giornalistiche per la vittoria della destra a Chiusi

  1. pscattoni scrive:

    Evidentemente non mi sono spiegato. Il vero problema è che la “forma” partito è profondamente cambiata, ma chi fa politica ancora non l’ha compreso in pieno. Anche i cosiddetti “vantaggi” non ci sono più e ci si accontenta delle promesse.

  2. carlo sacco scrive:

    Credo che se Sorbera dovesse correggere ”ogni voce” tu dovresti togliere quel ”magari’. Dico così perchè sono con te e con tale tua visione,ma sò di parlare ad una persona intelligente e che conosce le situazioni e le condizioni sulle quali si è alimentato il renzismo dentro il PD.Molti di quei princìpi dei quali tu indichi come deleteri del renzismo,la gente li ha fatti propri perchè non ha avuto dentro di sè la conoscenza e la visione consolidata dell’idealità che invece li ha spinti a credere all’uomo forte che rottamando avrebbe risolto in quattro e quattrotto le situazioni,non capendo che nell’ambito della sinistra,attraverso avanzamenti ed anche sconfitte,gli ideali sarebbero dovuti essere l’ultima cosa da abbandonare.Se non crede all’ideale la gente che è aperta alla sinistra ed ai suoi concetti a cosa deve credere all’eternità rimeritata della vita in Paradiso? Ecco una-non la sola-ragione che la perdita di ideali ha prodotto le reazioni per le quali un avvenimento come quello del Sindaco che ha sostenuto fino all’ultimo il fatto Acea ma anche poi dei suoi passi di allontanarsi dal PD per il discorso che ha fatto Valenti riguardo al suo diniego di non essere eletto perchè siano stati i territori che non l’abbiano voluto,abbia prodotto che l’interesse della gente fosse altrove.Ed era ora che lo fosse!Coloro che dici che abbiano in tale clima nutrito aspettative ci sono sempre stati ma è” frittura”che poi si è rivelata tale.

  3. Paolo Scattoni scrive:

    X Enzo Sorbera. Dovresti correggere “ogni voce”. Personalmente nel PD e pubblicamente ho sempre detto che ilo PD guidato dal renzismo poteva essere paragonato a un’automobile lanciata contro un muro. Inascoltato e bollato come “uno che non gli va mai bene niente”. La fedeltà latente di una parte minoritaria dei democratici di Chiusi alla linea renziana soffre di una concezione ormai superata dei partiti che difende gli ideali (ma quali?) e magari qualche aspettativa di qualche interesse personale.

  4. enzo sorbera scrive:

    Ci si dimentica che il PD, nel decennio trascorso, è stato desertificato di ogni voce non dico critica ma persino dubitante. Neanche dopo la scissione renziana il partito è riuscito a pulire le scorie di quella stagione: come brace nel camino, covano ancora sotto la cenere. Come sempre, per distruggere ci vuole un minuto; per riparare talvolta non basta una vita.

  5. Luciano Fiorani scrive:

    Anch’io penso che il Pd dovrà giustificare l’appoggio incondizionato ai tantissimi errori fatti, solo per restare all’ultimo decennio renziano, dalle amministrazioni Scaramelli-Bettollini.
    Oltre le cose negative indicate nel testo, ce ne sono tante altre a cominciare dai debiti della Fondazione Orizzonti, le dimensioni del Piano strutturale da 10.000 abitanti, l’informazione istituzionale drogata…
    Ma ci sarà modo di fare un elenco esaustivo.

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