di Bonella Martinozzi e altri attivisti 5stelle
A fronte di un Consigliere Regionale che non si è mai pronunciato a difesa dei suoi concittadini nella vicenda Acea e di un ex-Sindaco che ha abbandonato il campo prima che i suoi errori lo potessero raggiungere (caso semplice ed esemplare è stata frana nuovamente apertasi di Via Longobardi …) noi preferiamo considerare i fatti, le dichiarazioni ed i documenti per formulare delle considerazioni che possano essere utilizzate a vantaggio della nostra collettività..
E’ stata pubblicata su Chiusiblog la diffida dei legali di Acea Ambiente s.r.l. al Comune di Chiusi in riferimento all’area ex Centro Carni.
Esaminiamo , in questo primo frangente, la parte finale della diffida ove Acea Ambiente s.r.l. , adducendo, tra i motivi della richiesta di restituzione e risarcimento, la mancata conoscenza dell’inquinamento dell’area, così si esprime “ E’ di tutta evidenza che ove mai fosse confermato che l’Amministrazione Comunale fosse a conoscenza del descritto stato dei luoghi e non abbia alcun modo reso nota tale circostanza nell’ambito della procedura finalizzata all’alienazione dell’area, avrebbe posto in essere una condotta del tutto scorretta e contraria alla buona fede , estrinsecantesi nell’omessa comunicazione di circostanze all’evidenza particolarmente rilevanti di cui l’acquirente , Acea Ambiente s.r.l. , avrebbe dovuto- sine dubio- essere informata”
Poiché ci rifiutiamo di pensare che una società come Acea Ambiente s.r.l., controllata dalla multinazionale Acea, abbia posto in essere una serie di atti senza compiere i dovuti accertamenti, vorremmo far presente che è Acea stessa che avrebbe dovuto informare delle problematiche gli organi dell’Amministrazione Comunale.
Acea Ambiente s.r.l. ha acquisito il 100% della partecipazione azionaria di Bioecologia s.r.l , in una situazione di sostanziale contestualità temporale rispetto all’acquisto del terreno dell’area Ex-Centro Carni. Si ricordano a tal proposito, in sede di discussione, in Consiglio, della compravendita dell’area “ex centro carni”, le parole dell’ex-Sindaco riferite al rapporto tra Acea e Bioecologia “praticamente l’ha già acquistata”. Sicuramente non può esser sfuggito agli organi di controllo di Acea, al momento dell’ acquisizione del 100% delle quote di Bioecologia, quanto dichiarato nella relazione al bilancio di quest’ultima, in merito alla presenza dell’ inquinamento nell’area; anzi è la stessa Bioecologia che apparirebbe aver commissionato una relazione al fine di dichiarare la propria estraneità all’inquinamento dell’area, attribuendola ad una società produttrice delle farine Niger, identificata anche nel testo della diffida come Nigi s.r.l. . Ma, anche se non commissionata, Bioecologia appare conoscerla dettagliatamente! La notizia Acea non può averla appresa attraverso la stampa …stiamo parlando di una società facente capo ad una multinazionale atta a programmare ed analizzare i propri piani d’investimento! Non solo ma ulteriori dubbi dovrebbero esser venuti ad Acea Ambiente s.r.l. al momento in cui si è trovata a dover espletare una Via postuma per il riesame AIA n. 2217 del 08/08/2013, quindi per attività sospese fin dal 2013. Sembra difficile credere che nessun dubbio le è venuto neppure dall’ordinario conferimento d’incarico a professionisti di propria fiducia in merito alle valutazioni della passività immobiliari ordinariamente da effettuarsi in ambito di acquisizioni immobiliari. Detto ciò, poiché un’opera di bonifica implica l’individuazione della fonti inquinanti e non si risolve con la semplice caratterizzazione di un’area circoscritta, sarebbe corretto nei confronti di tutta la cittadinanza, che, finalmente, l’individuazione delle cause dell’inquinamento avvenisse nel modo più limpido possibile e da parte di organi istituzionali e non sulla base di perizie di parte.
Allo stesso modo sarebbe auspicabile un’aperta collaborazione tra tutte le forze politiche diretta a trovare le migliori soluzioni nel rispetto della volontà dei cittadini .
Attivisti ed ex Consigliere Comunale Bonella Martinozzi
Ottime argomentazioni. È davvero ridicolo sostenere che prima di spendere due milioni e mezzo di euro ACEA (una multi utility con miliardi di fatturato annui) non abbia fatto le dovute analisi. Sulla questione della variante al Pano Operativo basterebbe invece deliberare di nuovo cancellando la proibizione di impianti di trasformazione rifiuti SEMPLICEMENTE PERCHÉ NON È MATERI DI AUTORIZZAZIONE COMUNALE. La procedura è in capo alla Regione. Non è difficile capirlo, o forse non si vuol capire.