Riprendiamo la sana abitudine dell’invito alla lettura. Questo mese segnaliamo un saggio, o meglio un’inchesta. La prima completa inchiesta sui devastanti costi dell’illegatà in Italia: Soldi rubati di Nunzia Penelope edito da Ponte alle Grazie (€ 14,60).
Il libro-inchiesta, che associa un’enorme documentazione di prima mano e un grande mestiere di divulgatrice, raccoglie e classifica tutte le forme d’illegalità economica, risalendo al totale: quanto ci costano ogni anno l’evasione fiscale, il lavoro nero, gli abusi edilizi, la corruzione, la grande criminalità, il riciclaggio e gli altri reati finanziari?
In che modo ciascuna di queste voci, e tutte assieme con le fitte relazioni che intrattengono, stanno divorando la nostra ricchezza? Come cambierebbe il Paese se l’illegalità tornasse anche solo ai livelli “fisiologici”? Quanti tagli alla sanità, all’istruzione, alle pensioni potremmo evitare?
Le cifre sono da capogiro, e ci restituiscono in pieno la gravità della situazione proprio mentre il parlamento in quattro e quatt’otto ha approvato una finanziaria lacrime e sangue (a carico dei soliti tartassati).
I numeri di Nunzia Penelope ci dicono chiaramente che se mai riuscissimo a cambiar rotta avremmo un’Italia più ricca e più sana, con molte più risorse a disposizione per affrontare le sfide, le tempeste finanziarie e i conflitti del prossimo futuro. Neppure una crisi finanziaria drammatica è riuscita a stanare furbi e lestofanti.
Il libro non è certo consolatorio ma rende l’idea dell’ordine di grandezza dell’economia “fuorilegge”.
Neppure le tempeste finanziarie di questi giorni sembrano capaci di far decidere i nostri governanti a “mettere le mani nelle tasche” di chi fino ad oggi non ha certo contribuito secondo le sue possibilità.
Però qualcuno, sottovoce, comincia a parlare di “tassa patrimoniale”.
E a farlo non è un redivivo Bertinotti ma “esperti e giornalisti economici”.
……che, a sua volta, è il risultato della nostra credenza di come si svolge la Vita.
La crisi finanziaria, più che il benessere, è strumento delle classi sovralterne per accumulare quantità inaudite di capitale, a scapito di quelle subalterne.