di Paolo Scattoni
Questa mattina ho depositato una domanda per il prossimo question time
“Nella seduta di Consiglio Comunale del 31 maggio ultimo scorso il Sindaco ha comunicato che il 13 maggio si è tenuto un primo incontro presso l’assessorato regionale all’ambiente fra il Sindaco, l’assessora regionale all’ambiente Monni e un rappresentante ACEA non specificato ‘per la individuazione di un percorso condiviso tutti insieme ‘ sulla questione area ACEA alle Biffe.
CHIEDO DI CONOSCERE il dettaglio dei contenuti di questo incontro. Chiedo inoltre di conoscere se esista un verbale dell’incontro e in caso affermativo se sia accessibile. Infine desidero sapere come si intenda tenere informati i cittadini di Chiusi sui contenuti degli incontri.“
Sulla questione ACEA questo blog ha documentato gli “sviluppi” dal novembre 2017 con circa 130 articoli che sono a disposizione di chi si voglia informare e magari scriverci un libro. Si trattava di un impianto sperimentale per il trattamento dei fanghi residui dai depuratori delle acque di fogna. Era stata venduta come una rivoluzione tecnologica con la previsione di decine di impianti in tutta Europa. In realtà ne sono stati realizzati due sperimentali dieci volte più piccoli rispetto a quello che si voleva realizzare a Chiusi. Dal 2018 in poi la mobilitazione cittadina fu massiccia tanto da indurre ACEA a ritirare provvisoriamente il progetto.
Nel programma elettorale della coalizione di centrosinistra si dice che i nodo va risolto con un tavolo di confronto a tre (ACEA, Comune e Regione).
Personalmente son stato sempre scettico su questa soluzione per due ordine di motivi. Il primo è che in un tavolo di negoziato “non ufficiale” la diversa dimensione degli interlocutori non è elemento secondario. Il secondo motivo sta nella scarsa attendibilità del governo regionale sul tema rifiut come ha dimostrato la vicenda del comprensorio del cuoio. Su quella vicenda non c’è stata valutazione autocritica nonostante la sollecitazione dell’ex presidente della commissione interparlamentare antimafia Rosy Bindi.
Con questa interrogazione chiedo come intenda il Comune rendere edotta la cittadinanza di questi “negoziati”. Soluzioni non condivise riporteranno ad una mobilitazione simile a quella che si è già vista. Ora le elezioni sono più lontane, ma non mi fiderei troppo della mancanza di memoria dei cittadini.
Lo scetticismo è un compagno di strada eccipiente, che fa dormire poco e serve a mantenere in allerta chi lo frequenta. Non sempre è necessario, ma è un buon esercizio tenerlo attivo. Nel nostro caso, frequentarlo sembra essere vitale: gli interlocutori con cui si ha a che fare rammentano i vasi manzoniani e quello più fragile, per l’appunto, è quello che ci interessa e ci rappresenta. L’informazione alla cittadinanza sarebbe un modo per tutelare la (nostra) fragilità da tentazioni “costrittive” che dovessero solleticare gli altri “vasi”. In pratica, l’informazione dovrebbe essere un modus operandi “ordinario”. Visto che non è esercitato, ben venga la question : oltre che sollecitare l’informazione, ha come effetto collaterale la tutela del vaso di coccio.