di Paolo Scattoni
Questo blog ha due finalità. La prima è quella di favorire il dibattito sui temi locali, la seconda di rappresentare una sorta di diario del dibattito stesso. Questo secondo aspetto lo rende ancora utile perché la presenza sempre più più estesa dei social ancora non lo permette. In quel contesto i temi locali che interessano la cittadinanza si fondono con argomenti personali quali il proprio gatto, la maturazione dei frutti dell’orto o quella dei fiori del giardino. È difficile ricostruire le vicende civiche che il motore di ricerca di un blog consente.
Anche questo, però, non basta. Quando il racconto copre l’arco di anni è facie perdersi. Proprio in questi giorni mi trovo personalmente in difficoltà a discutere sui social di due temi cittadini di lunga data: la incredibile vicenda del credito di mezzo milione di euro del Comune nei confronti della SDM ditta del salernitano (Comune di Angri). Come è potuto accadere? Difficile dire e quindi ancora più difficile per la cittadinanza esprimersi sul merito.
Il secondo tema riguarda il Palazzetto bis a Pania. Perché una struttura che poteva essere realizzata con un milione di euro è costata sino ad ora cinque milioni e si sta allegramente avviando verso i sei. Chi ci guadagna? Chi ci perde? Senza una buona conoscenza di più i dieci anni della sua storia.
Me lo sono chiesto, parlando anche con alcuni amici. Secondo me per casi come questi questo blog non è più sufficiente. Occorre raccontare queste e altre storie “di lungo corso” pubblicando piccoli libri, scritti in maniera semplice, ma allo stesso tempo rigorosa. Oggi piattaforme come Amazon permetterebbero di farlo a una frazione del costo delle pubblicazioni di appena dieci anni fa.
Ho voluto controllare. Per il PalaPania (o PalaEstra come rinominato) ho sino ad ora raccolto una sequenza di circa cento documenti fra atti amministrativi, articoli e post sul blog. Per la vicenda della ditta SDM di Angri circa quaranta.
Mi immagino la stesura e pubblicazione di questi libri come un lavoro corale di più autori e collaboratori. Chi ci sta?
X Gisella. Grazie per la disponibilità. Come per altri strumenti di
comunicazione, questa della riscoperta del libro a basso costo autoprodotto sarà una modalità che si svilupperà in futuro. Prima del web e soprattutto della piattaforma Amazon se volevi pubblicare un libro il più delle volte gli editori chiedevano qualche migliaio di euro. Oggi potresti farlo con poche centinaia.
Il nodo più complesso è quello di una scrittura collaborativa dove diverse persone mettono a disposizione conoscenze o la disponibilità all’approfondimento.
L’esperienza di due piccoli libri di richiedenti asilo è stata utile per far capire la loro realtà e allo stesso tempo un utile strumento per il riconoscimento da parte delle autorità. Ovviamente li hanno “firmati” gli interessati, ma sono stati il frutto della collaborazione di più persone. Il tutto con un budget molto modesto.
Io non saprei da che parte farmi e se sarei all’altezza del compito, però ci sono. Mi sorprende la mancanza di commenti di quanti, per anni, hanno messo in evidenza tali problemi su questo blog.