di Carlo Giulietti
Fra qualche giorno a Roma potrebbe perpetrarsi un inconcepibile sfregio al buon senso scegliendo di proseguire sulla strada della devastante costruzione di una nuova stazione per l’alta velocità, ma, come si usa dire, sperare non costa nulla e vorrei provare a confidare che la ragione e l’interesse generale prevalgano sull’interesse particolare e sulla “speculazione”.
Durante il flash mob di sabato scorso Roberto Sanchini mi ha citato alcune frasi pronunciate da Aldo Moro intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’Autostrada del Sole, per la loro attualità adattabili anche alla odierna vicenda nostrana dell’alta velocità.
Mi ha inviato poi il testo e in effetti, riferendosi alle caratteristiche attribuibili alla appena realizzata autostrada vi si trova scritto:
“…che questa nuova grande infrastruttura non sia un fattore di irrazionale accentramento ma che i suoi effetti di incentivazione si estendano largamente sul territorio… le autostrade dovranno assumere il ruolo di una struttura integrata con il resto della viabilità nazionale, così che sia facilitata l’accessibilità da ogni punto del territorio rispetto agli altri, e sia evitato un concentramento di convenienze a raggio troppo ristretto lungo il percorso…”
Lo stesso concetto valeva e vale per tutte le infrastrutture, soprattutto per le ferrovie, infatti, la filosofia con la quale fu realizzata la Direttissima Roma-Firenze, nel primo documento del Tavolo Tecnico, viene riassunta con “servire il territorio”, un concetto di fondo che non fu mai messo in dubbio: si trattava di “servire non soltanto gli estremi, ma anche il territorio fra i due terminali importanti di Firenze e di Roma”.
Per molti anni, la Direttissima, grazie alle interconnessioni realizzate con la vecchia linea, consentì di servire le principali stazioni intermedie, come Arezzo, Chiusi, ecc..
Con l’avvento dell’alta velocità il concetto è stato trascurato, ma sempre i tecnici di Rfi e regioni scrivono: “…ma alle province di Arezzo, Siena, Perugia e in parte Terni va senz’altro garantito l’inserimento nella rete nazionale Alta Velocità, per il bacino di residenti, di turisti e d’imprese che si trovano nel loro territorio”
Bene, ci aspettiamo si decida che a CHIUSI e AREZZO centro venga restituita e potenziata la funzione che gli appartiene e che non può essere delocalizzata in mezzo alle fattorie e ai campi di granturco della vallata chianina e vengano migliorati i collegamenti con tutti i territori che ne usufruiscono.
Moro, grande politico. Esprime un concetto che dopo decenni sarà nominato “coesione territoriale”. Oggi il grande esperto di coesione territoriale è Fabrizio Barca. Secondo me andrebbe invitato per un intervento a Chiusi.