Il viceparroco di Chiusi Scalo: una drammatica testimonianza dal Congo

Ieri per caso ho incrociato la notizia diffusa da un’agenzia di stampa. Don Giovanni è persona conosciuta a Chiusi. Da anni è viceparroco a Chiusi Scalo. Ho così scritto a don Antonio per saperne di più. Mi ha mandato il testo dei messaggi ricevuti da don Giovanni ora in Congo. Ci vorrebbe tempo per organizzare un post completo, ma la drammaticità della situazione induce a pubblicare subito. Di seguito quindi la comunicazione di don Antonio e uno dei messaggi che don Giovanni gli ha inviato. (PScattoni)

da don Antonio Canestri

Don Giovanni è in Congo e ci invia messaggi dolorosi per la situazione tragicamente ancora più degenerata a causa del sopraggiungere anche delle milizie islamiche che uccidono i cristiani, saccheggiano con la complicità delle truppe dell’ONU. Il papa ne ha fatto cenno due domeniche fa, ma tutto il mondo è indifferente. Ci chiede se possiamo dare risalto alla cosa, sperando che almeno l’ONU smetta di aiutare gli islamisti. Vi inoltro qualche messaggio.

Un messaggio di don Giovanni

Buona sera ! Sono ritornato da Masereka e da dintorni. È stata una esperienza molto pesante e impegnativa (incontri e servizi insieme alla caritas a favore dei rifugiati).

La zona non è abbastanza coperta dalla rete di comunicazione. Inoltre è sotto controllo dei Wazelendo e con tanti rifugiati venuti dai villaggi e città in situazione di guerra e insicurezza. Tutto questo rende difficile la possibilità di comunicare a tempo.

Secondo le testimonianze dei rifugiati venuti dalla zona dell’ Ovest (Biambwe-Njiapanda-Cantine) ove si vive la tragedia, i terroristi Islamici indossano la divisa dell’esercito del governo e ingannano così facilmente la popolazione. Dopo passano alla uccisione delle persone.

Si nota sempre l’aiuto dell’ ONU (MONUSCO) ai terroristi islamici i quali hanno anche collaboratori congolesi (militari e civili) per sfruttare le ricchezze e uccidono la gente.

Sabato scorso c’è stato uno scontro forte tra la popolazione di Butembo e gli agenti dell’ONU che volevano recarsi a Manguridjipa-Biambwe.

Oggi, qui a Butembo e dintorni erano previste la chiusura di tutte le attività e una grande manifestazione per denunciare l’atteggiamento complice di certi politici e autorità militari, il silenzio e i discorsi menzogneri del governo. Però, visto il numero dei rifugiati da assistere, gli organizzatori hanno deciso di sospendere la manifestazione e hanno chiesto che tutte le celebrazioni liturgiche siano fatte in memoria delle vittime della violenza di questi giorni.

In famiglia, siamo in lutto. Due cugini (Albéric 53 anni e Serge 45 anni) sono stati uccisi negli ultimi attacchi dei terroristi islamici contro la popolazione a Manguridjipa.

Unione di preghiera per il loro riposo in Pace!

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15 risposte a Il viceparroco di Chiusi Scalo: una drammatica testimonianza dal Congo

  1. carlo sacco scrive:

    Non crederei proprio,anzi credo che intorno agli estremisti islamici ci sia una galassia che arrivi molto più lontano e che tocca vari lidi,una dei quali è l’italia e le sue disposizioni,anche quelle della legge dove negli ”anfratti” stabiliti sulla carta passino i sovvenzionamenti statali ad opere che a definirle caritatevoli si dice un eresia, incluso le vendite di armi, le sostanze stupefacenti, insomma un corpus dove l’uno si origina in funzione dell’altro,compreso un sottobosco che si nutre di soldi pubblici e dove i soldi vanno a finire in tasca a privati ed anche ad un associazionismo distorto ma potente ed in tasca ai migranti quasi mai,perchè ad essi bastano due pasti al giorno ed un letto a castello.Non è tutto così beninteso, ma credo che se si andasse a vedere nel profondo e se si tracciasse il percorso dei soldi credo che pochi rimarrebbero puliti.Come ”giuoco da ragazzi” intendevo che se le autorità di polizia o preposte ai controlli fossero più efficienti e non si basassero solo sulle strutture che a fatica si mettono in piedi per il controllo di chi è deputato a delinquere, di sicuro ci sarebbero meno vittime della violenza. L’Onu è una di questi poichè molte nazioni hanno ritirato i finanziamenti ed anche qui le cose procedono a seconda dell’appartenenza politica.Un ultimo esempio di come vengono intesi i rapporti lo si è visto nella levata di scudi dell’ambasciatore israeliano all’Onu verso Gutierres.Roba mai vista.

  2. pscattoni scrive:

    L’applicazione del “follow the money” alle azioni del fondamentalisti islamici sarebbe un gioco da ragazzi? Non credo proprio.
    Torniamo a parlare di Chiusi compreso il ritorno di don Giovanni sano e salvo.

  3. carlo sacco scrive:

    Eh caro Paolo, anche se si tratta stavolta del Congo,credo che il sistema per capire ci sia ed è quello che è universale e che consiste come mise in chiaro così-anche se trattavasi dell’Italia-Giovanni Falcone: ”segui il flusso dei soldi ed arriverai a capire chi ci sia dietro….” Credo consapevolmente sarebbe un giuoco da ragazzi

  4. pscattoni scrive:

    Non ho pubblicato il seguito dell’intervento perché il doppio di quanto consentito dalle regole del blog. Su chi ci stia dietro agli attacchi delle bande islamiche non lo sappiamo, ma si può ipotizzare che favoriscano il mantenimento dello sfruttamento. Se poi le bande islamiche siano pagate per “questo servizio” è assai difficile dirlo.

  5. carlo sacco scrive:

    Scusa,ma dietro a questi massacri chi c’è ?Ci sono stati nazionali stranieri?Mi sembra che tutta questa tragedia non ci siano solo le bande che infestano le piantagioni perchè il prodotto viene rivenduto e là dove finisce il canale c’è lo sfocio nel fiume.Quindi-esecutori assassini a parte-chi c’è dietro tale distruzione di vite umane e famiglie a cui non interessa come, ma interessa il risultato finale della commercializzazione di questi prodotti ? Fare chiarezza vuol dire seguire una via certa, anche perchè di queste tragedie nessuno ne parla e tutto rimane nell’ombra.Allora,se così stanno le cose, evidentemente c’è interesse a non parlarne, interesse a che queste notizie non siano divulgate perchè diversamente si corre il rischio che le organizzazioni internazionali possano anche militarmente intervenire e produrre uno stop a tutto questo.Io sarò monotono ma mi chiedo sempre se alla fine di tutto c’è l’interesse o meno di produrre ciò che vediamo e da quale parte sia tale interesse e chi lo sostenga e la cosa oggi non può essere più imputabile alle bande che imperversano nelle aree di produzione ma ad un interesse superiore certamente, che può essere anche una guida celata di tutto questo e totalmente irreprensibile ma che ha sede fuori dei confini del Congo.Sarebbe interessante sapere il perchè in maniera oggettiva.E tornando a noi ti domando perchè non hai pubblicato il mio interevento che credo abbastanza chiarificatore su Lumumba.

  6. carlo sacco scrive:

    Si,la denuncia dei crimini come dici te funziona, ma funziona solo oggi da 30-40-50 anni a questa parte e non sempre comunque.Questo te lo posso garantire personalmente anche per la storia personale di un membro della mia famiglia che tu hai conosciuto,figlio di un funzionario delle miniere del Congo e allievo dei professori della scuola di Via Panisperna,Amaldi, Segre, Pontecorvo e Majorana.Si tratta dell’Ing. Longo che tu hai conosciuto,il quale figlio di una nativa e di padre italiano da qualche anno dopo la nascita fu strappato alla madre naturale per affidarlo alle cure di una italiana residente e portato in Italia.Da qui iniziò la sua travagliata storia e ti posso garantire che nei suoi racconti la dominazione belga affiorava in maniera evidente con tutta la pesantezza del sangue che veniva versato.Quindi questo significa che sì, le foto e le denunce dei missionari erano plausibili e servivano ma ciò che scosse l’impero fu l’inizio della prima guerra mondiale quando il colonialismo era all’apice in quella zona.Di lui è stata fatta il 29.05. 2021 una commemorazione a Città della Pieve e la proiezione del Film dal titolo Harlem con Massimo Girotti,Amedeo Nazzari e Primo Carnera ed altri attori degli anni ’40 ricordando anche la collaborazione che ebbe ai Musei Vaticani per la ristrutturazione fatta da Ernesto Vergara Caffarelli del braccio mancante alla statua del Lacoonte.A pag.67 della relazione il ringraziamento a Lodovico Longo.

  7. pscattoni scrive:

    X Carlo Sacco. Leopoldo II non fu più padrone assoluto del Congo grazie a un movimento di indignazione soprattutto europeo contro gli eccidi e le mutilazioni. Da fotografo penso tu sia felice che quel movimento si sviluppò grazie alle fotografie diffuse anche da parte di missionari. Quindi qualche volta la denuncia dei crimini funziona. L’Europa tutta ebbe un sussulto. Questo non determinò la decolonizzazione, ma aiutò a pensarla possibile.

  8. carlo sacco scrive:

    E’ stato fatto bene ad inviare quanto detto ad una agenzia di stampa,ma anche se raggiungesse i gangli che sovraintendono alle questioni e cioè all’interno dell’apparato decisionale dell’Onu, la vedo dura che qualcosa possa cambiare.Per quanto ne sò anche il Ruanda è uno degli stati più insicuri di tutta la terra dove si sovrappongono conflitti tribali di parte che provengono anche dagli odi mai sopiti dei Tultsi e degli Hutu ma guarda caso che le sole notizie che provengono a noi sono notizie di sola violenza esplicita e mai delle ”pressioni” internazionali che producono tali situazioni.Perchè ?Ci sarà un perchè?Non credo che bisogna rimanere all’interno della denuncia della sola violenza quando non si sanino le condizioni di vita e se non sono state sanate per le quali si è prodotto quello che vediamo ci saranno delle responsabilità ? Io credo di si, ed allora tali responsabilità non sono in primis di chi ci ha messo lo zampino in casa d’altri ? Leopoldo II è passato alla storia mondiale come un assassino e tale epiteto credo che sia ampiamente meritato ed ecco perchè io insisto sempre che tuto questo che succede oggi sia stato prodotto soprattutto da quello che ci sia stato ieri.E questo ha visto la compiacenza e l’indifferenza ed anche l’INTERESSE di ampi settori del nostro establishment occidentale che prima ha dato il via alla penetrazione religiosa occidentale tramite l’evangelizzazione e poi ne ha raccolto i frutti.

  9. pscattoni scrive:

    Carlo, mi ha detto don Antonio Canestri che quanto riferito da don Giovanni è stato inviato ad un’agenzia di stampa.

  10. Carlo Giulietti scrive:

    Perchè non inviate queste notizie agli organi di informazione di rilievo nazionale?
    Anche utilizzando i canali social potrebbe essere possibile.

  11. pscattoni scrive:

    X Carlo Sacco. Vedo di argomentare sinteticamente come richiede la natura di questo blog. Le incursioni dei fondamentalisti islamici, che partono dal Ruanda non sono in alcun modo spiegabili con conflitti di religione interni. Secondo quanto riportato dalla specifica voce di Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Religioni_nella_Repubblica_Democratica_del_Congo) i cristiani (di cui la metà cattolici), sono il 96%, i musulmani 1,5%). Non ci sono conflitti fra le due realtà. Le incursioni dei fondamentalisti non sono autoctoni, partono invece dal Ruanda.
    Il motivo sta negli interessi che oggettivamente vanno a difendere.
    Purtroppo la storia tribolata di questo Paese lo sta a documentare. Nel 1885 con la conferenza di Berlino il Congo divenne proprietà personale di Leopoldo II del Belgio, che la sfruttò per il caucciù. I congolesi furono trasformati in schiavi. Chi si rifiutava veniva ucciso. A chi non produceva abbastanza venivano tagliate le mani. Le stime più attendibili parlano di 10 milioni di morti dal 1885 al 1906.
    Oggi non è più il caucciù, ma il legno delle foreste da una parte e la produzione di coltan dall’altra (80%  delle riserve mondiali). Quest’ultima impiega soprattutto bambini. Si può credibilmente ipotizzare che le incursioni servano a consolidare questo andazzo. Su questa realtà impera il silenzio. Qualcuno ricorda l’assassinio del nostro ambasciatore, del carabiniere di scorta e dell’autista di tre anni fa? Accompagnavano un spedizione di aiuti alimentari. Che c’entrava con la religione?

  12. carlo sacco scrive:

    Questo lo sò,e spiega anche perchè siano al centro dell’attenzione mondiale proprio quelle terre mentre altre dove si commettono altri omicidi non lo sono,come il Sudan oppure il Ciad dove imperversano bande di predoni.poi che siano mussulmani quella è un altra storia, ma credo che vi sia anche in parte la storia che le comunità cristiane si portino dietro una considerazione negativa nel contrasto fra colonialismo sostenuto pesantemente dall’occidente-francia in testa- e quello nuovo sostenuto da Russia e Cina e cioè che siano proprio loro che aprano le porte nei loro territori ai vecchi stati coloniali occidentali.Consideriamo che nello stesso tempo l’imperialismo economico non sia mai cessato e le monete degli stati locali pompate dalla Francia sostengono la politica delle alleanze mentre il mondo mussulmano si vede continuamente privato delle proprie risorse.Gheddafi non era poi poi tanto sognatore quando aveva iniziato nella sua retorica politica ad individuare il nemico nella moneta francese e la Francia poi gli ha fatto fare una brutta fine con i suoi mercenari dopo aver tentato più volte di farlo fuori senza mai riuscirci.La stessa cosa è stata tentata anche se in maniera diversa e più larvata da parte del Sud Africa con l’Angola al tempo di Dos Santos con l’MPLA e l’UNITA di Savimbi quindi quelle regioni ricche di risorse attirano chi se ne voglia servire e la guerra civile usa anche la guerra fra le religioni per prendere campo.

  13. pscattoni scrive:

    x Carlo Sacco. Il Congo e la regione del Kivu in particolare sono di religione cristiana da qualche secolo. Il problema sono le risorse da sfruttare (foreste, coltan e altre terre rare, etc).

  14. carlo sacco scrive:

    Quindi le truppe dell’Onu darebbero man forte agli estremisti islamici che uccidono le persone.Può essere,non lo nego,ma nello stesso tempo mi sembra grave che l’Onu di fronte a certi fatti non prenda provvedimenti.La narrazione che ho letto-che non metto in dubbio perchè non ho elementi,nè il sottoscritto nè tantomeno altri,dovrebbe essere verificata da personale internazionale che credo proprio dovrebbe far capo alla stessa Onu e poi una volta verificata la storia prendere seri ed immediati provvedimenti.Credo però che sarebbe opportuno in questa fase non assumere investiture di parte,anche perchè da profano della questione religiosa in Congo ciò che conosco-sia chiaro stando a sedere comodamente su una sedia in italia-possa essere anche una questione annosa che si basa sul problema dell’evangelizzazione e della penetrazione di religioni,-in tal caso quella cristiana gia presente da molte decadi in Congo-in differenti aree del mondo che da sempre o quasi hanno visto la presenza di altre religioni,in pratica la stessa cosa di ciò che succede nel Niger od in altre parti dell’Africa.L’evangelizzazione rompe gli equilibri di altre religioni,rompe i concetti tribali,di famiglia,di lavoro,di appartenza che pre-esistevano in quei luoghi e viene vissuta spesso come un atto di prepotenza,non espressa direttamente ma subdola al punto da incontrare l’ostracismo più crudo e violento del credo islamico.
    Tale questione da noi non viene mai esplicata.

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