Piani per la mobilità da venti anni. Sono serviti?

Questo post di Rossella Rosati è stato pensato come commento al mio precedente. Nel commento sono presenti elementi frutto di ricerca sicuramente utili per un dibattito più consapevole. L’autrice ha acconsentito che venisse pubblicato in questa forma. (PScattoni)

di Rossella Rosati

La Tages aveva già svolto uno studio sulla viabilità del Comune di Chiusi nel 2004, come risulta da quanto pubblicato nel loro sito con l’indicazione: Comune di Chiusi (SI) “Consulenza generale inerente le problematiche del sistema della mobilità nell’ambito delle attività per la predisposizione del Piano Regolatore Generale” .

Tra i loro servizi vi è anche l’esame della logistica delle merci. E’ scaricabile un elaborato dell’Ing. Ferrini della Tages , datato settembre 2012 , che ha a riferimento la Delibera del Consiglio Comunale n. 118 del 21/12/2011 con cui adottato il Piano Strutturale con riferimento: Sindaco ed Assessore all’urbanistica Stefano Scaramelli. In tale studio il traffico veicolare pesante su Chiusi è indicato in una percentuale del 5% .

Per un miglioramento territoriale si riporta sia la creazione di parcheggi e riqualificazione dell’ex Fornace di Montorio sia lo sviluppo del centro merci quale punto centrale del piano strutturale “soprattutto nella considerazione dell’esistenza nella zona di un’attività di produttiva di traversine ferroviarie il cui trasporto su ferrovia sarebbe ottimale rispetto la trasporto su gomma”.

In primis vorrei capire dove passa per l’Ing Ferroni la SP146, trattandosi di una strada del 1950, visto che siamo in un territorio un po’ confusionario in questo senso, inoltre, scusate ma mi viene dal profondo dell’anima , secondo “Il fatto”di oggi un Sindaco agli onor di cronaca è inciampato proprio nel Pums.

La palla all’Urbanista del blog

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2 risposte a Piani per la mobilità da venti anni. Sono serviti?

  1. enzo sorbera scrive:

    Come al solito, gli interventi di Rossella sono interessanti. Mi sembra però che si faccia riferimento a uno studio sulla situazione esistente (che da allora sembra peggiorata). Non si parlerebbe di progetti o indicazioni di soluzione ai problemi individuati (“sarebbe ottimale la ferrovia” per il trasporto di traversine sembra più un pio desiderio che non un’indicazione concreta). E’ chiaro che se si quantifica in 5% del totale il traffico pesante si da’ un’indicazione di un numero trascurabile, tale da non consentire nemmeno l’apertura di un’ipotesi di soluzione. Invece, sarebbero interessanti altri indicatori (calore generato dalla circolazione pesante; rumorosità in db della stessa; orari di transito; peso medio in tonnellate dei veicoli, e tanto altro ancora), assai più rilevanti per la “tenuta” del sistema viario e del sistema nervoso dei residenti. Nello studio commissionato questi indicatori ci sono? Quanto sono rilevanti? Quanto incidono sulla “portata” della viabilità urbana interessata? Che grado di congestione importano? Insomma, per poter decidere occorrono dati misurati, non percentuali. E’ chiaro che se in quel 5% insistono 300 tonnellate al minuto, ci troviamo di fronte a qualcosa di pericoloso, non solo di fastidioso. I numeri spesso possono nascondere. Meglio esplicitarli.

  2. pscattoni scrive:

    Segnalerei questo passaggio nello studio per il Piano Strutturale di 12 anni fa:

    “…nella considerazione dell’esistenza nella zona di un’attività di produttiva di traversine ferroviarie il cui trasporto su ferrovia sarebbe ottimale rispetto la trasporto su gomma”. Quella indicazione ha avuto qualche seguito?

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