Fornace, il costo dei sogni impossibili

di Paolo Scattoni

Nei giorni scorsi la Giunta comunale ha approvato un documento programmatico in cui annuncia l’intenzione di affidare un incarico a esperto per la “sistemazione” dell’area della ex fornace. È un argomento evergreen” sempre fresco. Si annuncia un futuro radioso con la realizzazione di un polo scolastico, un auditorium e una sorta di museo per documentazione sulla fornace stessa. Seguono zone a verde, parcheggi, piste ciclabili e chi più ne ha più ne metta.

L’annuncio è stato in grande stile, ripreso dai giornali locali. Reazioni e commenti sono stati pubblicati su Primapagina. Variano da una posizione favorevole basato su una sorta di Amarcord  felliniano ad un’altra che richiama al realismo. Sentiti esperti Luca Scaramelli ha messo in guardia sui costi della messa in sicurezza con le necessarie demolizioni e conseguente smaltimento in discarica che ammonterebbero a una quindicina di milioni di euro. Poi ci sarebbero i costi di eventuali restauri di cosa rimane decentemente in piedi e quelli della realizzazione delle opere previste.

Ho provato di saperne di più, ma non ci sono riuscito.

Le domande da fare i nostri amministratori per capire come abbiano individuate le previsioni sarebbero tante. Qui mi limito alla previsione di un Polo Scolastico. Davvero a Chiusi c’è questa esigenza così costosa? Una delle scuole, quella primaria, si colloca ai confini con l’area Fornace. Negli anni vi sono stati fatti lavori di manutenzione.(se non ricordo male con contributi della Fondazione MPS in epoca Ceccobao). Della scuola media non capisco la necessità di una nuova scuola. Il progetto fu dell’architetto Giancarlo Menichetti. Più grave mi sembra l’abbandono di una scuola plurisecolare nell’edificio del Conservatorio che un decreto granducale trasferisce da un convento di suore al demanio pubblico e da allora utilizzato come scuola.  Sulla sua storia la indimenticata professoressa Macchietti ha curato una pubblicazione a più mani.

L’edificio è stato ammodernato e vi sono stati fatti anche investimenti di manutenzione.

Sul futuro di questa scuola è stato scritto anche troppo, compreso una riutilizzazione ad albergo di lusso. Una follia.

Sarebbe opportuno cominciare a dibattere. Si scoprirebbe che l’attuale proprietà fece a suo tempo un investimento sbagliato, quando si pensava ancora che lo sviluppo venisse dall‘edilizia residenziale e già c’erano tutte le indicazioni che quell’epoca era finita.

Non si capisce perché debba essere la comunità locale ad assumersi i costi di un investimento privato sbagliato.

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Una risposta a Fornace, il costo dei sogni impossibili

  1. carlo sacco scrive:

    Mi trovi completamente d’accordo.Qui le fughe in avanti ed i voli pindarici si sprecano.Siamo al punto che si fa balenare un interesse pubblico futuribile ed incerto e tutto non solo da costruire ma da inventare con nebulosità che rivestono le destinazioni e l’organizzazione di queste.In pratica a me sembra che si paventi un interesse pubblico futuribile ed incerto e si tenti per uscire dal marasma di dare segnali al paese che alla fine i soldi pubblici spesi bene siano quelli che tolgano le castagne dal fuoco al privato alla fine di perseguire un interesse pubblico che nella propria identità non esiste. Credo sarebbe l’ennesima volta che si gettino nel forno per fare il pane i milioni di euro per un supposto interesse pubblico.Credo che se volevano trovare un modo di acquistare consensi elettorali il modo più erroneo fosse questo di tale proposta.

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