La Valdichiana è terra di importanti reperti etruschi, romani e preistorici. Archeofest, festival nazionale dell’archeologia nasce proprio per valorizzare questo patrimonio nei comuni di Cetona, Chianciano, Chiusi, Montepulciano e Sarteano.
Fino al 9 ottobre si susseguiranno nel nostro territorio mostre, spettacoli, incontri e eventi. Il tema di questa prima edizione è “L’acqua: Il paesaggio, l’ambiente, il viaggio il benessere, il sacro”.
Domenica 21 agosto alle 18, a Chiusi presso il Museo nazionale etrusco sarà inaugurata la mostra “+110” a cura di Monica Salvini, che rimarrà aperta fino al 9 ottobre. Il Museo nazionale fondato nel 1871 fu trasferito nella sede attuale nel 1901, giusto 110 anni fa. La mostra racconta la storia dell’edificio e dei suoi preziosi reperti.
Inoltre giovedì 25 agosto alle 21 al lago di Chiusi, presso il piazzale del ristorante Pesce d’oro, verrà presentato lo spettacolo dello scrittore e regista Idalberto Fei, “Acque: il mare, il lago, il fiume nella poesia greca e latina”.
In questa serata si incontreranno voci, suoni, immagini ma non conosceremo l’acqua solo attraverso la voce dei poeti ma anche quella di ingegneri idraulici, geometri, architetti er sapremo come funzionavano acquedotti e terme, pozzi e fogne, come erano organizzati i pompieri e come venivano servite le abitazioni. Insomma com’era trattata l’acqua al tempo dei romani.
Chiusi, per quel che riguarda il sistema museale, ha una storia molto particolare e del tutto diversa da quella dei paesi circostanti: avendo avuto un museo nazionale da molti anni con l’ufficio di un funzionario ministeriale, ha sentito meno l’esigenza di dotarsi di altri organismi amministrativi, mentre gli altri comuni si sono modernizzati introducendo figure specifiche per curare gli spetti storico archeologici dei propri territori.
Finora il sistema Chiusi, pur avendo sacrificato molto, si è retto grazie al lavoro encomiabile di un Ispettore che, per circa 10 anni, ha lavorato in maniera egregia dialogando (quando possibile) con i vari soggetti locali, istituzionali e non.
Adesso la situazione è radicalmente mutata e spero che coloro che hanno a cuore lo sviluppo culturale della ns. piccola comunità riescano a reagire efficacemente, anche per recuperare il ritardo in cui Chiusi si trova rispetto agli altri centri limitrofi.
Caro Miccichè non ti sbagli e secondo me Chiusi rientra a pieno titolo nel terzo caso che hai citato.
Ci sono Comunità – nel senso della coralità di istituzioni pubbliche, private, associazioni, operatori e cittadini – che hanno saputo sfruttare l’occasione più o meno fortuita che gli si era presentata. Un esempio fra tutti, quello di Cortona; qui l’elemento contingente è stato utilizzato come catalizzatore di forze ed è diventato portatore di bene comune. Altri sono più apatici e fatalisti; altri ancora temono attivamente innesti esterni perché il loro sistema è chiuso e autoreferenziale, perchè la sopravvivenza del potere è legata ad un fitto e consolidato intreccio di “clientes”. Per mia esperienza personale, qui a Chiusi, ho visto in questi anni “rigettare” come corpi estranei molte ipotesi e occasioni che avrebbero potuto avere miglior fortuna. Spero di sbagliarmi, temo di no.
Non penso sia colpa solo del destino cinico e baro.
A Chianciano però Paolucci sta facendo un ottimo lavoro.
Quello su cui comincio a dubitare (e non da ora) è la volontà-capacità di produrre una proposta autoctona.
Se fosse proprio come dice Nenci, allora non ci resterebbe che incolpare il “destino cinico e baro” agitando le braccia al cielo con truci espressioni del volto.
L’ultimo intervento di Anna Duchini è riuscito a sfiorare l’essenza del problema. Per capire questo tipo di fenomeni è necessario guardare alle direzioni dei musei, più che al contorno.
Non sembra, ma avere un museo abilmente diretto è la chiave di volta per il successo.
Vorrei partire dalle ultime considerazioni di Sorbera.
Chianciano ha assunto il ruolo di polo archeologico della nostra area grazie alla dinamicità di un museo civico sul quale l’ente locale ha puntato per rendere più appetibile il suo pacchetto turistico (non solo il termale).
Il motore per importanza storico-artistica e scientifica dovrebbe essere invece il museo nazionale di Chiusi ma evidentemente questa istituzione non è nelle priorità della soprintendenza e degli enti locali.
C’è stato un momento che sotto la direzione di Mario Iozzo il museo ha assunto un ruolo vivo e dinamico allestendo mostre importanti, organizzando notti dell’archeologia diventando il naturale riferimento del volontariato locale del settore e il punto di coordinamento delle altre realtà museali di Chiusi.
Poi tutto è stato rinormalizzato, Iozzo è stato richiamato a Firenze, con buona pace della soprintendenza e la distrazione degli enti locali.
Non lamentiamoci per favore.
Qualche nota prima di andare al lavoro. Chianciano ha mille problemi, ma non si perde mai d’animo. Più che gridare al complotto, ch’è sempre la via più facile, si cerchi di capire e di imparare. La spiegazione dell’interesse di Alberto Angela è presto fornita: la D.ssa Ferranti è amica personale di vecchia data di Piero Angela. Quando, in collaborazione con la Galileo e con il Comune di Padova, organizzammo la mostra sulla cometa di Halley, mi rivolsi a lei per poter avere Piero Angela come ospite inaugurante; purtroppo, in quel periodo, era impegnato in USA per una serie di documentari sullo Shuttle. Questo non vuol dire che abbiano raffazzonato un documentario tanto per fare; gli Angela si muovono se c’è “polpa”, cioè se c’è qualcosa di realmente interessante da proporre. A parte gli Angela, è evidente che i chiancianesi hanno preso atto della fine del modello su cui sono vissuti fino a dieci anni fa. Se oggi riescono a proporsi su un orizzonte che fino a ieri era residuale, è perché hanno fatto tesoro anche del lavoro dell’Associazione Geo-Archeologica (che credo gestisca il museo cittadino). In questo andrebbero incoraggiati (un polo di attrazione ha sempre effetti in “ricaduta”), sia “aiutati”, nel senso di proporre un progetto che divenga un quadro condiviso di sviluppo – mentre se continuiamo così, rischiamo di entrare in una competizione fratricida tra noi, Sarteano, Chianciano e San Casciano -. Siamo in grado di sviluppare questo progetto a Chiusi? Su questo ci si deve misurare. Se non sappiamo farlo, cerchiamo almeno di “approfittare” di quanto fanno gli altri. Altrimenti, come negli Aristogatti, si finisceper fare la parte di Romeo nella scena del fiume : mentre sta affogando, rifiuta l’aiuto di Guendalina perché “grazie, faccio da solo”.
Concordo con molte delle argomentazioni di Carlo Sacco e di Giorgio Cioncoloni. Può anche darsi che vi sia allo stesso tempo anche una volontà “forte”, peraltro legittima, di risollevare Chianciano; questo però non toglie che Chiusi abbia i suoi propri demeriti. Ho sempre più spesso l’impressione che ci si trovi di fronte ad un misto tra ignoranza “presuntuosa” e timore che qualche persona o evento “straniero” possa incrinare lo status quo e gli equilibri locali e localistici, anche a costo che a rimetterci sia l’intera Comunità. Quest’ultima poi sembra non rendersene conto, anestetizzata com’è da anni di torpore. Comunque, bene ha fatto Chianciano sebbene questo ruolo di capofila – in questo settore – spetterebbe oggettivamente a Chiusi.
Sembra che Chianciano, nel settore archeologico, abbia trovato qualcuno che riesce a promuovere quello che ha, poco o tanto che sia. Qualche sera fa su Rai 1, in prima serata, nella trasmissione Passaggio a Nord Ovest, condotta da Alberto Angela, è andato un bellissimo servizio sulla necropoli di Tolle a Chianciano. Quello che conta non sono i proclami o la propaganda finalizzata a gettare fumo negli occhi ma, forse, valorizzare quelle competenze, possibilmente locali, che possano unire la professionalità all’amore per il proprio territorio. Porre Chianciano come il polo archeologico della provincia può sembrare anche un’assurdità, come dice Nicola Nenci, purtroppo, dal punto di vista promozionale, è la realtà avvantaggiata dall’immobilismo di chi avrebbe molti più argomenti ma non è capace di utilizzarli.
Le cose stanno “anche” come dice Storelli. La crisi profonda di Chianciano la subisce un po’ tutta la zona.
Però non si può giocare ad inventarsi quello che non c’è.
Penso sia vero quanto riferisce Nicola Nenci sul fatto che Chianciano possa essere quasi a torto considerata al centro e ritenuto in questo caso come il polo archeologico della Provincia, ma il farsi conoscere e le varie modalità giuocano logicamente un ruolo essenziale.Chiusi ha un grande patrimonio-lo riconoscono tutti- ma assieme a tale patrimonio,la città non mette in campo le forze giuste per assurgere a quanto merita(archeologicamente e storicamente).Non lo dico io, lo dice la realtà.Non si tratta del modo di essere dei suoi abitanti ma del modo di immaginare, amministrare i cambiamenti che avvengono mano a mano nella realtà, che hanno avuto in passato ed ancora oggi hanno le Amministrazioni preposte. E se si spendono energie economiche che pur sono risicate in questi tempi,in iniziative che lasciano il tempo che trovano,in pranzi di contrade e spettacoli musicali e teatrali, che non mostrano ritorni economici pari alle cifre investite e comunque in tutti i casi un parziale e modestissimo coinvolgimento di pubblico,allora certo che lo sviluppo non potrà che rimanere asfittico.Dato questo e dati i tempi che sono è normale che si vedano decollare altri lidi che comunque sono contenitori molto più piccoli in confronto a ciò che possiede Chiusi.Ma di tutto questo soprattutto politicamente ne ha mai risposto qualcuno ? (…)
IO comincio ad avere il sospetto che ci sia invece un piano preciso. é un po’ di tempo che vedo organizzare iniziative, a volte anche dubbie, con dietro le amministrazioni provinciali o i comuni,( in pratica dove dietro c’è anche il PD), che tendono a favorire chianciano, rispetto agli altri comuni, chiedendo anche un piccolo sacrificio agli altri comuni circostanti. Comincio a pensare che ci sia un progetto del PD per cercare di risollevare chianciano dal baratro in cui si trova. Tale baratro è peggiore, se è ancora possibile, di quello in cui si trova chiusi. Non ci sarebbe nulla di male, ma allora, perchè non dirlo, non chiedere apertamente solidarietà e soccorso? Non mi piacerebbe che si facesse il tutto in stile da sacrestia, come è avvezzo il PD ultimamente. spero di sbagliarmi….. ma …. a pensar male…..
Sono completamente d’accordo con quanto sostiene Nicola Nenci.
Evidentemente chi ha di meno e “vende” meglio è comunque avvantaggiato. Il come “vendere” dipende da mille fattori: le risorse, l’ufficio marketing, i soggetti interessati a farsi conoscere, i collegamenti giusti, altro e altro ancora.
Chiusi non è ai tempi di Porsenna, è ancora alla preistoria per queste faccende.
E’ da quando ho letto i primi comunicati stampa sull’evento che mi rimbomba una frase nella testa:
“E non è un caso che [la manifestazione] nasca a Chianciano Terme, dove il nuovo polo archeologico -composto da Museo Civico, Laboratorio di restauro e dagli spazi appena restauratidella Villa e del Giardino Simoneschi – si pone come centro di interesse nazionaleall’interno di un territorio, la Val di Chiana e la provincia di Siena, tra i più ricchi almondo di testimonianze archeologiche di ogni tipo”.
Francamente, oltre che una completa assurdità, mi sembra che porre Chianciano come il polo archeologico della Provincia sia una presa in giro nei confronti della buona fede del pubblico.
Sulle mostre organizzate di recente all’ex casa del fascio preferisco stendere un velo pietoso.