La Provincia, finalmente, (per mezzo della solita ditta esterna) si è decisa a dare una bella ripulita al sentiero della bonifica. Il tratto in questione è quello iniziale, i primi sette chilometri che collegano lo scalo con il lago.
Le piogge di inizio estate avevano contribuito a far crescere l’erbacce e l’ortica a tal punto che, specialmente nella prima parte, quella che corre parallela alla fabbrica Ludovichi il sentiero era ridotto ad un angusto viottolo. Fu fatta tempo fa una sommaria sfalciatura, ma i lavori di questi giorni hanno restituito al pecorso l’intera ampiezza, tanto che ora pare quasi una strada.
Nei punti più accidentati è stato risistemato il ghiaino e adesso è davvero un piacere percorrerlo.
Quello di cui ci sarebbe bisogno è un po’ di promozione. E’ vero che il numero di ciclisti e di camminatori è in costatnte aumento ma ancora il sentiero non è entrato a far parte a pieno titolo dei luoghi del paese utilizzati per il tempo libero.
Forse un coinvolgimento delle scuole, anche per far conoscere ai bambini una parte inetressantissima del territotio di Chiusi e della fauna che la popola, potrebbe costituire un incentivo ad un uso maggiore di questo percorso.
Anche dal punto di vista turistico non è che si faccia molta promozione eppure di questi tempi capita di vedere anche comitive di ciclisti che da Arezzo a Chiusi si avventurano perfino di notte in lunghe pedalate.
Tante volte si sente dire che bisogna trovare risorse, però non sarebbe male mettere a frutto quelle che si hanno sotto mano e il sentiero ha tutte le caratteristiche per attirare anche un po’ di turisti da queste parti. Basterebbe solo un po’ di promozione mirata e un un briciolo di fantasia.
Quello che propone Carlo Giulietti, con il giornale Primapagina lo proponemmo – con tanto di biciclettata di prova – nel 1995… Anche allora si parlava delle strade della Bonifica come reticolo di percorsi ciclabili da integrare con il treno (anche nelle tratte intermedie) da Arezzo a Chiusi e da Chiusi ad Orvieto… Dopo una decina d’anni è nato il “Sentiero”. Ottima cosa (attenzione: è realizzazione della Provincia di Arezzo e del Genio Civile… il comune c’entra poco o nulla) e so che le amministrazioni umbre stanno pensando alla tratta a sud di Chiusi…
Anche verso Orvieto il percorso esiste già, basterebbe solo segnalarlo e porre i necessari vincoli e limitazioni alle auto… Il treno si può prendere a Orvieto, a Fabro, a Chiusi, a Montepulciano Stazione, a Torrita, a Camucia, Castigion Fiorentino…. La distanza tra le stazioni e il percorso è breve.
Secondo me potrebbe essere un percorso molto adatto anche ai gruppi del “movimento Lento o dei “senza fretta” e per organizzare una passeggiata evento, tipo una Marcialonga in miniatura, in bici tra Arezzo e Chiusi. Predisponendo, naturalmente, il rientro con il treno o automezzi adeguati per chi non volesse fare il percorso a ritroso.
Inoltre si potrebbe prestare per fare da base ad un tragitto anche di più giornate, ancora del muoversi in modo slow, fra musei e ville, borghi e riserve naturali, cantine e vigneti “oasi” del palato e per chi lo volesse anche centri commerciali.
il sentiero me lo sento come una seconda casa, la mia bici ci va quasi da sola, senz’altro la cosa più bella realizzata in questi anni per la scoperta e la tutela del territorio, grazie anche alle possibilità di divagazione che offre lungo il percorso.
sul piano dello “sfruttamento” di questa risorsa siamo però ancora a zero e, forse è una mia sensazione, ma quest’anno mi è sembrato di vedere meno turisti sia italiani che stranieri rispetto allo scorso anno.
anche cicloamatori senesi sono venuti, hanno fatto il percorso andata e ritorno, hanno sostato in zona,visitato i nostri paesi, e entusiasti aspettano di sapere che sia portato a termine il tratto Chiusi-Orvieto per tornare numerosi. Ma per quello che so io il materiale pubblicitario non è sempre reperibile.
Ieri sera, mercoled’ 24 agosto, mi sono imbattuto per caso in una ventina di ciclisti, vestiti di tutto punto, con biciclette di ottima marca e qualità (tutte mountain bike da competizione o quasi), che avevano appena cenato in un ristorante dello Scalo. Parlavano aretino (l’accento è inconfondibile) e – saranno state le 22,30 – stavano ripatendo alla volta di Arezzo per il sentiero della Bonifica. 70 km, in notturna. Turismo sportivo-gastronomico- avventuroso (puoi pure incrociare un istrice, un gufo o un cinghialetto…). Bello. E mica male anche per il ristorante dello Scalo… Erano ciclisti e dovevano pedalare ancora parecchio, ma mica hanno mangiato solo una panzanella, se ci son partiti apposta!
Con un po’ di promozione in più quei 20 ciclisti potrebbero diventare 100, poi 1.000, poi… senza scomodare gli olandesi o i tedeschi più avvezzi di noi alle vacanze ecocompatibili e low cost…