di Paolo Scattoni
Mi è stato fatto notare che il comunicato dei pendolari della linea Firenze-Roma, pubblicato nel post precedente, non è molto comprensibile così pieno di riferimenti da iniziati. Magari induce a pensare che si tratti del solito “al lupo al lupo”, ma che poi la situazione non è così grave.
Allora vediamo di esemplificare. Domani 1° settembre avete un appuntamento a Roma per le 13. Prima di tutto se siete un romantico possessore di un orario cartaceo guardatevi bene dall’utilizzarlo perché non dice il vero. Andate piuttosto sul sito web di Trenitalia e interrogate il sistema con i dati che vi interessano. Vi apparirà la schermata riportata qui sotto.
Ebbene il treno più “conveniente” è quello delle 8.31, sì proprio quello, dovrete cambiare a Orte e il vostro viaggio a Roma durerà appena 2 ore e 53 minuti, se tutto va bene.
E perché mai tutto questo? Trenitalia afferma che il tutto è dovuto all’incendio del 24 luglio scorso che distrusse la sala comandi della stazione Tiburtina. E’ stato un incendio per il quale non si ha ancora un responsabile e soprattutto una causa certa. Si disse all’inizio che era dovuto a un furto di cavi di rame. Furono anche fatte delle perquisizioni di a campi rom senza risultato. D’altra parte cosa c’è di più semplice in questi casi di addossare la responsabilità a uno zingaro! Sta di fatto però che ad oggi si brancola ancora nel buio.
Comunque i subdoli e malfidati pendolari osservano che questo incendio è andato come si suol dire a pipa di cocco per la strategia dell’amministratore delegato delle ferrovie Moretti che privilegia l’alta velocità rispetto al traffico locale.
Non è che sarà l’ora di muoversi politicamente? A livello locale c’è un’associazione (www.vivailtreno.it) che da tempo lo predica. Un consiglio: aderite.
Rispetto a quello che scrive Simone, per risolvere un problema bisogna anche comprenderlo e avere gli strumenti per poterlo modificare. Non è facile essere correttamente informati in giornate dove veniamo bombardati continuamente da informazioni di ogni genere; quella che ci colpisce da vicino oppure emotivamente di più viene messa in cima alla classifica personale, pronta però a far posto a qualche altra cosa il giorno dopo. E poi ci sentiamo sostanzialmente soli, visto che non c’è più nemmeno il filtro dei partiti e della politica e quindi tentiamo di organizzarci goffamente, rischiando di perdere tempo e di uscirne frustrati. Ecco, credo che questo sia uno dei grandi temi del futuro: come riuscire a canalizzare queste esigenze in modo efficace, senza ripiombare in una logica tribale.
Purtroppo la conoscenza delle cose di ferrovia non si trasmette di padre in figlio. Sull’effettiva conoscenza dell’assessore regionale maturata con lavoro effettivo sul campo avrei qualche dubbio 😉
E’ invece cosa seria la perdita di una cultura che molti noi davano, evidentemente sbagliando, per scontata.
In consiglio comunale ci sono figli di ferrovieri e poi in regione l’assessore regionale ai trasporti è un ferroviere di Chiusi.
Se bastasse avere consuetidune con i treni saremmo a posto. Invece…
D’accordo con Simone Nasorri. Stranamente sono pochi a comprendere le implicazioni di questa politica per il nostro comune. In questo blog e in quello che l’ha preceduto più volte si è tentato di sviluppare un dibattito serio sull’argomento, ma chi l’ha fatto non è stato ascoltato. Paolo Miccichè e Cecilia Lucenti hanno lanciato un’inziativa. Siamo stati fortunai perché per la prima volta nella storia del Consiglio comunale in epoca repubblicana non c’è un ferroviere fra i cosiglieri. E forse neanche un pendolare perché altrimenti se ne sarebbe sentita la voce.
La situazione è grave e risultato di una precisa volontà di distruggere un servizio, intento questo messo in atto da Trenitalia già da alcuni anni.
Nonostante tutto, e questo è ancora più grave, ancora nessuno se ne è accorto oppure regna la più totale indifferenza come se il problema fosse circoscritto a quei “pochi” pendolari che scelleratamente ancora insistono ad andare a lavorare fuori.
In verità il danno, e ce ne accorgeremo, è per tutta la collettività.
I metodi e le occasioni per esplicitare una protesta anche in modo vigoroso ci sono, basta organizzarsi (ed in passato qualcuno ci ha anche provato senza successo) ma ho paura che per l’ennesima volta ci si voglia adeguare ad un paradigma comportamentale molto di moda oggi e ci si lasci trasportare dai fatti subendo tutto senza reagire.
Mi chiedo se alla fine non ci meritiamo davvero tutto questo !
Sarà un’impressione ma sembra che a Chiusi vi sia poco interesse per le vicende della Stazione e del Servizio ferroviario. Se invece qualcuno si prendesse la briga di contare quanti viaggiatori ogni giorno vanno, vengono e cambiano treno a Chiusi – d’estate moltissimi turisti – rimarrebbe perplesso da questa poca considerazione. Sono sicuro che la quasi totalità ignora persino che a pochi passi da dove a volte sono costretti a bivaccare con i loro trolley – che non sanno dove depositare – vi è un Centro Commerciale Naturale di cui servirsi.
Trenitalia dice che è un’emergenza, ma tempi certi snon ci sono: giorni, settimane, mesi? Quello delle 11 non è il solo interregionale eliminato. Secondo me quello delle 8.31 è praticamente saltato visto che impega 2 ore e 53 minuti. Per il ritorno non esiste più neppure l’interregionale delle 16 e 47.
Insomma, un regionale è stato bellamente sospeso sine die?
Poi c’è la piaga dei treni Regionali cancellati, in costante aumento. Si arriva alla Stazione e si scopre che quel treno non c’è più, perché quel giorno “è andata così”. Nel migliore dei casi il prossimo disponibile è più caro e comincia la trattativa col Capotreno che però non propone mai un’unica soluzione come dovrebbe accadere in uno Stato di diritto. E’ materia di contrattazione. Se a pranzo ha digerito bene, trasforma docilmente il biglietto del regionale senza ulteriori oneri; se invece è stressato ti propone di prendere l’Intercity fino ad Orte, dove aspettare il Regionale successivo, pena una scoppola di multa se rimani su quel treno. Grazie! (In realtà tu prosegui lo stesso e lui non si presenta perché affrontare dei pendolari stanchi e sudati può finire peggio che entrare nella gabbia delle tigri)
Altro discorso invece se non ci sono alternative; allora si spera che il treno successivo parta….no, non chiedete di saperlo in anticipo…altrimenti che sorpresa sarebbe? Evito di esternare quello che penso all’Assessore Regionale; questo Blog ha delle regole di etichetta.