di Paolo Scattoni
Il titolo di questo articolo fa volutamente riferimento a quello di Luciano Fiorani sui Ruzzi. Quando buona parte della popolazione si mobilità per organizzare la festa basata su una rievocazione storica delle vicende di un centro abitato che è nato e si è sviluppato nel corso del ‘900 per la presenza e la spinta della propria stazione ferroviaria, forse potrebbe impiegare una minima frazione di quello sforzo per riflettere sul presente e sul futuro della stazione stessa.
I dipendenti delle ferrovie dello stato sono stati a Chiusi anche 500. Questo è stato il vero motore dello sviluppo di Chiusi. Oggi ha ancora una prospettiva?
Posso essermi sbagliato, e se è così me ne scuso, ma a parte un paio di post in questo blog, la notizia della cancellazione di una decina di treni per Roma e ritorno sino a nuova comunicazione, non ha avuto alcun riscontro nella stampa locale e nei giornali online. Le Ferrovia hanno giustificato la decisione con l’emergenza dovuta all’incendio che ha interessato anche gli apparati della stazione di Roma Tiburtina nel luglio scorso, ma guarda caso soltanto i treni interregionali sono stati cancellati.
La gravità della cosa non è stata percepita. Nella recente campagna elettorale partiti e liste hanno indicato il turismo come possibile motore dello sviluppo. E’ mai possibile che nessuno abbia messo in relazione questa grave situazione con l’attività turistica di Chiusi e dei comuni vicini?
Molti pensano che queste non siano altro che le prove generali per l’esclusione delle realtà locali come la nostra dai flussi ferroviari principali.
Posso comprendere l’atteggiamento della Regione Toscana, che pure finanzia il trasporto locale; in quanto lontana e impegnata con miliardari sottopassi e stazioni futuristiche a Firenze sfuggono queste bagatelle di periferia. Non sarà però il caso di ricordarle con una certa forza?
Ricordo che nel millennio scorso i consigli comunali di Chiusi di tanto in tanto facevano sentire la loro voce chiedendo alle Ferrovie miglioramenti d’orario. Oggi sembra non andare più di moda.
Forse, però, non è troppo chiedere al Consiglio comunale di votare una mozione per chiedere quale sia lo stato effettivo della situazione di emergenza, quando si prevede questa emergenza finirà e che futuro si prospetta per la nostra stazione?