L’Associazione Amica donna di Montepulciano promuove un seminario sul tema delle strategie del manipolatore nelle relazioni interpersonali, “Come tu mi vuoi”.
Il seminario, condotto da Cinzia Mammoliti, criminologa e formatrice, si propone di favorire l’autonomia decisionale e di pensiero delle donne vittime della violenza maschile nelle relazioni intime.
Il seminario, aperto a tutti, si terrà presso la scuola di lingue “Il Sasso” in via Gracciano del corso 2, a Montepulciano il 23 settembre dalle 15 alle 19.
L’incontro è pubblicizzato con uno splendido manifesto in cui è raffigurato un uomo che dipinge una donna in uno spazio di realtà.
Questa situazione nel mondo dell’arte di Magritte si chiama “Tentative de l’impossible”, nelle relazioni interpersonali uomo-donna invece ciò può essere una cruda realtà.
Quindi, mi confermi nella mia ipotesi: tra uomo e donna si tratta di un corpo-a-corpo 🙂
Scusa l’ironia: so che è un problema drammatico, con risvolti mortali (quanti “incidenti mortali” spacciati per domestici sono, in realtà, eccessi di qualche genere?) e che riguarda ed interessa tutti gli strati sociali (non è solo un problema “da poveri”). Resta comunque aperta la domanda del come si arrivi a un comportamento così diffuso e, in parte, accettato dalle vittime (il “Come tu mi vuoi” del titolo è proprio legato all’accettazione di comportamenti violenti). Probabilmente, occorre ancora interrogarsi e riflettere sull’idea di amore e quanto potere si nasconde sotto un sentimento.
Il perchè di una criminologa è suggerito dalla lettura di un bel libro che raccoglie le storie di un anno di ordinaria violenza sulle donne.
Si tratta di “Amorosi assassini” della Laterza-2008
La lettura cui si presta il rapporto uomo-donna è fatta di una tramatura fittissima, per cui occorre provare a dipanare un singolo filo. Da sempre uomo e donna sono in dissidio: la posta in gioco è sempre il desiderio (dell’altro). Ed è un altro idealizzato, sempre tale da essere differente da quello che ci si aspettava: è il meccanismo di specchi dell’erotismo. Questo da luogo ad un gioco di rimandi e di conformazioni a modelli in cui viene ad essere rispecchiato ciò che l’altro si aspetta (il dover essere), ma a cui letteralmente non si può essere all’altezza – di qui le reazioni che possono sfociare anche in forme di violenza incontrollata (ch’è sempre una reazione volta al dominio, ma di ciò che sfugge alla razionalità) -. La femminilità, in questo gioco, è penalizzata da un dover essere secondo modelli doppi e contraddittori (la santa e la puttana) : la razionalità maschile si spaccia di tipo discorsivo, quella femminile è definita di tipo “emozionale”, ma la donna è idealizzata come portatrice di un sapere oscuro (Aspasia, la “dotta allettatrice” leopardiana, ad es.), un sapere di cui gli uomini possono solo sospettare ma di cui si sentono vittime. Ed è un sospetto tremendo: scatena la caccia alla strega. Sono incuriosito e spaventato di questa conferenza tenuta da una criminologa: significa che lo spazio di scontro è diventato ancora più cupo e alla seduzione si sostituisce la coercizione.