Questa la dichiarazione del segretario provinciale del Partito Democratico, Elisa Meloni:
“A Chiusi dopo un ampio confronto sul programma, la coalizione di centrosinistra, scegliendo Stefano Scaramelli, ha fatto la scelta migliore per il futuro della città. A Stefano vanno i miei complimenti e l’augurio di buon lavoro. Lo aspettano grandi sfide, da affrontare in una fase complessa: l’approvazione del piano strutturale, che tutta la città attende in tempi rapidi, e il recupero e la riqualificazione di grandi spazi urbani, che possono rappresentare un volano importante per la città di Chiusi, per la Valdichiana e per tutta la provincia di Siena. Per tutti noi, Chiusi non è una realtà secondaria, ma rappresenta uno snodo infrastrutturale strategico che ha bisogno di essere amministrato con competenza e concretezza”.
Probabilmente Elisa Meloni ha fatto una dichiarazione “diplomatica” e di circostanza. Nonostante il politichese sembra far intendere che la scelta urgente è quella del Piano Strutturale e che all’interno di questo sia la “riqualificazione” e non nuove urbanizzazioni la scelta fondante di quello strumento. Se così è, la cosa non può far che piacere.
Quello che invece preoccupa in quella dichiarazione è l’assoluta assenza di una qualsivoglia analisi del dato elettorale. Rispetto alle elezioni precedenti la coalizione di centrosinistra ha perso il 20% dei voti passando dal 78 al 58%, senza contare l’apporto dei “feliciani” che nelle scorse elezioni correvano con una lista in contrapposizione che raccolse l’8%.
La perdita di 800 voti rispetto alle precedenti amministrative e la nascita di una nuova realtà politica, la Lista Primavera, di poco meno di 1400 voti non pone problemi degni di riflessione? come si può sorvolare su una realtà di opposizione orientata a sinistra nata proprio per il rifiuto da parte del PD di considerare candidature di prestigio capaci di recuperare la frattura?
I risultati a livello nazionale dimostrano come sia ancora il PD l’elemento insostituibile di un’alternativa a Berlusconi. L a candidatura vincente (almeno per ora) di Pisapia è passata grazie a una saggia politica del dopo primarie che rinuncia al marchio pur di far passare l’alternativa al berlusconismo. Così sarà anche a Napoli con De Magistris. L’obiettivo però sarà raggiungibile soltanto se il Partito Democratico saprà abbandonare atteggiamenti di autosufficienza come quelli che si sono verificati nella vicenda di Chiusi. Sarebbe davvero drammatico se ancora una volta nella ricostruzione degli organi dirigenti del PD si dovesse continuare nella politica dello struzzo.
beh, un po’ la penso come Roberto: fa un certo effetto sentir dire da Siena che “Chiusi va amministrata con competenza e concretezza”, che si siano accorti che i soldi potevano essere spesi meglio?
Caro Paolo (Scattoni) ti conosco da troppo tempo per poter credere che, dopo tutto quello che è successo in questi mesi e il risultato delle elezioni ( compreso quello delle preferenze) tu possa ritenere ancora possibile che “il Partito Democratico saprà abbandonare atteggiamenti di autosufficienza come quelli che si sono verificati nella vicenda di Chiusi” e auspicare che ora le cose possano cambiare. Hai troppa esperienza e troppa capacità analitica per fare l’ingenuo in questo modo.
A me le parole che più mi hanno colpito sono state “Per tutti noi Chiusi non è una realtà secondaria, ma rappresenta uno snodo infrastrutturale strategico che ha bisogno di essere amministrato con competenza e concretezza”……appunto……seguendo le direttive di Siena che si ispirano ad un Piano che darà i suoi frutti fra 20 anni.
Preciso che non si parla della costruzione di un ponte a Messina o di Piramidi, ma dello sviluppo economico di Chiusi che, SFORTUNATAMENTE, si trova in una posizione strategica (?)…..quando c’era la Chiana si.