A un certo punto del dibattito di ieri sera al teatro (platea piena e i palchetti in parte) mi è venuto in mente un amico, scomparso nel 2000. Si chiamava Giancarlo Menichetti e l’ho conosciuto proprio grazie alle mie ricerche sulla storia urbanistica del nostro comune. Nella seconda metà degli anni ’50 l’architetto Menichetti, allora giovane comunista e allievo di un maestro dell’architettura contemporanea come Mario Ridolfi, impostò a Chiusi u un progframma di fabbricazione prima e un piano regolatore poi di grande qualità, che avevano pochi riscontri nell’urbanistica italiana del tempo.
Nel 1965 fu estromesso dalla sera alla mattina per essersi rifiutato di introdurre nel Piano Regolatore dimensioni esagerate e la saldatura edilizia fra Chiusi Città e la Stazione. Dopo anni di costruzioni disordinate e vicissitudini amministrative sulle quali qui sorvolo, si arrivò al PIano Regolatore del 1974 che prevedeva una città di 24.000 abitanti e del quale subiamo ancora gli effetti nefasti.
Ieri al teatro il Sindaco ci ha riproposto, dopo tredici annio dall’avvio del procedimento, anche se in misura ridotta, le stesse ricette: una previsione residenziale per quasi 2000 nuovi abitanti e la saldatura fra Chiusi stazione e il centro storico. Se le dimensioni sono minori, c’è però l’aggravante di due scelte in chiaro conflitto con quanto nel frattempo ha saggiamente previsto dalla legislazione regionale sul governo del territorio (leggi 5/1995 e 1/2005).
Intanto quello che ci era stato annunciato con grande enfasi e pervenuto l’8 agosto scorso dal progettista non era un plico, ma una semplice lettera al Sindaco. Onestamento non si capisce il motivo del perché non venga resa nota.
Il professor Andrea Filpa, progettista del piano, è un collega che conosco dal 1994. Ne conosco il rigore e la serietà professionale. Mi sembra assai improbabile che possa aver avallato queste decisioni, almeno così come ci sono state presentate. E’ forse arrivato il momento di fare del caso di Chiusi un caso di scuola (in senso negativo ovviamente) e portarlo a conoscenza della comunità scientifica e accademica. La domanda è assai semplice: come è stato possibile che Chiusi dopo essersi “classificato” all’ultimo posto in Toscana nel rinnovare la propria strumentazione urbanistica, possa oggi riproporre gli stessi schemi che hanno condotto al disastro a cominciare da mezzo secolo fa?
Il dibattito di ieri sera è stato molto vario: si è andati dalla proposta alquanto originale che la edificazione in campgna dovrebbe essere lascita alla domanda e resa paesaggisticamente compatibile con adeguate scelte di colore degli edifici a osservazioni serie in relazione alla trasparenza e alla ragionevolezza (o irragionevolezza) di alcuni interventi.
Personalmente ero andato per parlare di “dimensionamento” del piano, così come recitava la convocazione. Ho semplicemnte fatto osservare che l’andamento della popolazione negli ultimi 60 (SESSANTA) anni ad oggi ha visto un incremento di poco più di 2 (DUE) abitanti per anno. Come giustificare una previsione per i prossimi 10 (DIECI) anni di quasi 2000 (DUEMILA) nuovi abitanti è un mistero che non ci è stato svelato.
In alcuni degli interventi ci è stata ripropinata la favoletta che può essere riassunta con “dove c’è il più ci sta anche il meno”. E allora ti cascano le braccia e ogni discussione diventa poco produttiva.
Se ci sarà l’evento straordinario (ma rarissimo, praticamente impossibile) non ci sarà problema si farà una variante. Ricordo che a Grosseto c’era un ex assessore che rivendicava la necessità dell’attraversamento in sottorranea della ferrovia che avrebbe risolto in effetti una buona èparte dei problemi di traffico. facemmo verlocemente una stima degli investimentio e rispondemmo che se si trovava un miliardo per le opere ferroviare sarebbe stato uno scherzo trovare qualche centinaio di migliaia di euro per un nuovo piano strutturale 😉 Il sovradimensionamento delle previsioni edificatorie ha effetti molto negativi, spesso devastanti. Basta vedere cosa è successo a Chiusi negli anni ’70 e ’80.
Credo che l’aumento di abitanti sia “certo” a fronte di un evento clamoroso, per esempio la decisione di trasferire a Chiusi una grande istituzione con relative famiglie; “possibile”, se si prevede un forte rinnovamento attraverso nuovi insediamenti produttivi o specifiche vocazioni attivate; “casuale”, se si rimane più o meno nella normale amministrazione del territorio. Nel nostro caso, essendo Chiusi già satura di abitazioni, credo si tratti solo di un banale espediente dialettico-funzionale: si ipotizza un aumento di popolazione per provvedere di conseguenza con più abitazioni e relativi servizi. E’ lo stesso trucchetto del commerciante che alza il prezzo di un prodotto per poi applicare un maggiore sconto. D’altronde, senza avere delle motivazioni documentate, si finisce purtroppo con il pensare male…..
Magari qualcosa è contenuto della famosa lettera (o documento) che il Sindaco ha ricevuto l’8 agosto.
Adesso ho capito il ragionamento di Paolo Scattoni e lo condivido. Sai ad una certà età i neuroni non sono più tanto reattivi. Lo condivido perché è la prima obiezione che ho fatto alla presentazione del piano e cioè la carenza di una motivazione credibile che invece dovrebbe stare alla base delle scelte, come dicono anche i progettisti nel quadro conoscitivo approvato dal consiglio comunale. Anche l’ipotesi della saldatura è un danno ambientale che non ha alla base nessuna motivazione giustificativa valida, ammesso che un simile intervento possa trovare giustificazione. Ma il chiarimento sulle motivazioni, a prescindere dal documento del progettista, è stato chiesto da quasi tutti gli interventi. Se non c’è stata risposta significa che una motivazione credibile non c’è anche perché non credo che dietro alla previsione di crescita demografica ci possa essere un ragionamento tecnico. Al massimo parapsicologico.
per Giorgio Cioncoloni. Riportare le scelte urbanistiche alla pura sfera della politica è a mio avviso una decisione sconsiderata. Le decisioni urbanistiche sono decisioni politiche, ma tecnicamente assistite. Se un Sindaco afferma che vuole una città di diecimila abitanti (dagli 8800 attuali) da perseguire in dieci anni dice un’enorme sciocchezza se non riesce a motivare con un minimo di ragionamento tecnico che gli dovrebbe fornire il progettista. Sono curioso di capire questo ragionamento tecnico. Ti pare una richiesta tanto assurda? Per dirla tutta è qualcosa che forse dovrebbero essere i consiglieri per primi ad esigerlo. Ma su questo non mi avventuro per non suscitare isterismi di sorta di qualcuno degli adepti dei diversi schieramenti. La tesi della saldatura è addirittura contra legem se si ha la pazienza di approfondire la legislazione regionale. Ma forse è necessario scrivere un articolo più organico.
Non capisco, sicuramente per colpa mia, non essendo un esperto urbanista, a cosa serva conoscere il contenuto della lettera o quello che sarà stato. Mi sembra che quanto è stato presentato sia più che sufficiente per dare un giudizio sul progetto dell’amministrazione sul quale, poi, qualche progettista, volente o nolente, se ancora non lo ha fatto, ci dovrà mettere la firma. Se la proposta sia o non sia frutto di scienza urbanistica è una discussione accademica che non penso porti a risultati concreti, vista la scarsa disponibilità al recepimento di modifiche che ho colto durante la serata di presentazione, specialmente dopo l’intervento del segretario pd che non mi sembra, spero di sbagliarmi, abbia lasciato molte speranze alla partecipazione e alla possibilità di incidere sulle scelte che, a questo punto, mi sembrano abbastanza blindate.
Sarò costretto a scrivere un post su questo argomento. Non so se si è capito, ma quello che è stato presentato nell’iniziativa pubblica è cosa totalmente diversa da quanto fatto intendere (o che io ho forse erroneamente inteso) in Consiglio comunale. Pare che non ci sia nessun elaborato, ma semplicemente una lettera del progettista. Quella lettera è stata “covata” per quasi due mesi. e poi ci si è rifiuati di renderla pubblica. Deve essere proprio un distillato di scienza urbanistica ;-). Se il consigliere Cioncoloni avrà la pazienza di ripercorrerer tutta la vicenda (annuncio, comunicazione, inziativa) potrà facilmente trarre le sue conclusioni.
Non c’è bisogno né di pubblicare né di interrogare perché lo disse anche il sindaco nella famosa comunicazione in consiglio comunale quando affermò che, prima della presentazione pubblica, trattandosi di bozza, si sarebbe consultato con le componenti della maggioranza per avere condivisioni e suggerimenti per la messa a punto. So che Paolo Scattoni non approverà ma a me sembra prassi normale che una proposta venga definita prima all’interno della maggioranza e poi portata in discussione pubblica. Quello che condivido non essere in linea con i principi di partecipazione è non aver messo a disposizione la proposta in tempo utile per poterla esaminare a fondo prima della serata in cui avrebbe dovuto essere discussa. Ma questo è il solito annoso problema della comunicazione che viene scambiata per partecipazione.
Quello che ci dice Cioncoloni è molto interessante. Per la trasparenza sarebbe bene sapere attraverso quali canali questo sia avvenuto. E se la cosa è conosciuta anche da Cioncoloni per favore pubblichi. In caso contrario potrebbe interrogare, come dire: chiedete e vi sarà detto 😉
Se quello che dice Stefano Mrcantonini è vero allora all’interno della maggioranza esistono diversi livelli di importanza perché il pd e i socialisti lo conoscevano già da tempo.
SELo vedi fammelo sapere !
ti posso garantire per bocca di uno dei quattro (numero non mio) che ancora partecipa agli incontri di SEL che loro avrebbero appreso il piano la sera della presentazione. E il bello e’ che per lui era anche normale.
Beata ingenuità
XScattoni. Forse mi sono espressa male ma concordo pienamente (in questo caso) con quanto sostieni.
Mi pare che l’informazione di Anna (Duchini) confermi più che contestare le mie preoccupazioni su un eventuale sovradimensionamento del Piano Strutturale di Chiusi.
Vorrei ricordare che proprio qualche giorno fa nella vicinissima Perugia ne sono stati arrestati una quindicina, legati, dicono, al clan dei casalesi. L’edilizia, è ormai risaputo, è stato uno dei settori attraverso il quale, in Umbria, si sono inseriti gli esponenti delle mafie.
E l’Umbria è appena di la dal fosso, se ancora non ci bastasse Chianciano.
Quindi tenere gli occhi ben aperti è il minimo che si può fare.
Ringrazio Carlo (Carbone) amico e docente di urbanistica all’Università di Firenze. E’ stato il progettista del Piano strutturale di Torrita.
Vorrei offrirgli un dato che può dare la dimensione della situazione urbanistica di Chiusi. Il residuo di piano del 1974 è pari a 1.200.000 metri cubi (sic) per tutte le destinazioni (residenziale, produttivo, etc.). Si tratta quindi di impostare un piano che preveda tagli più che nuove previsioni.
Purtroppo il dimensionamento spesso è un punto debole della pianificazione strutturale, le analisi descrivono un quadro ambientale su descrizioni “moderne”, poi si cade nelle previsioni di crescita e si torna alla tradizionale crescita demografica ipotizzata anche dove non esiste , il trend è basso anche nelle situazioni dinamiche ma dai dati emerge che il 20% spesso è una percentuale scontata che consente un numero di abitanti traducibile in volumetrie consistenti e tante amministrazioni tendono a questo. Dai dati registrati dalle analisi specialistiche il grave è che i Ru che prendono il via dopo il PS contengono gran parte (si arriva anche al 90%) delle previsioni di crescita così il periodo considerato non sono più 10 anni ma 5. il consumo di suolo nonostante le intenzioni regionali continua inesorabile!
Per Nicola Nenci. Non sia criptico, prima bisognerebbe sapere cosa si intende per SEL…..
Io credo che sia giunto il momento di avviare un’iniziativa forte nel paese finalizzata a fornire all’Amministrazione il contributo che ieri sera ha chiesto e di cui Brilli ha lamentato la mancanza. Una iniziativa che con un percorso aperto e pubblico formuli alcune linee guida forti e poi le traduca in proposte operative. Metodo e contenuto per definire un modello di sviluppo possibile qui e ora.
Coinvolgimento di tutti coloro che ritengono di avere interessi, competenze e risorse da impegnare. Singoli cittadini, forze politiche e sociali, associazioni, categorie, perchè non è più possibile delegare il nostro futuro e quello dei nostri figli. Personalmente ribadisco la convinzione che siano il turismo (in una accezione molto larga ed inclusiva) e le vie di comunicazione i due punti di forza su cui fare leva e da far interagire. Ovviamente è solo la mia proposta.
A presto e non solo sul blog!
Carlo (Sacco) ma un documento scritto importante c’è. E’ la famosa lettera del progettista al sindaco. Intanto si potrebbe cominciare con quella. Dopo quello che ci ha raccontato il Sindaco non comprendo come quelle previsioni possano avere una qualche giustificazione tecnica. Allora l’opinione pubblica dovrebbe intantio richiedere la pubblicazione di quel documento.
Per Anna (Duchini). L’analisi è condivisibile aggiungerei un elemento: la edificazione può avvenire nonostante non vi sia domanda perché purtroppo ci sono in Italia fenomeni di reimoiego di capitali illegali in edilizia. Ci mancherebbe solo questo a Chiusi!!! Allora presioni corrette sono essenziali.
…l’impegno di divulgare una informazione CONCISA, CHIARA ED INTELLEGIBILE A TUTTI.
ed è per questo che personalmente l’attendo con curiosità.”Verba volant, scripta manent”. O no ?
Fra tutti gli interventi uditi ho condiviso in particolar modo quello di Romanini soprattutto a quanto ha riferito in proposito all’informazione. E’ una cosa basilare, sostanziale, che l’Amministrazione deve avere perchè delle scelte ne venga informata la popolazione.Di riunioni come quella fatta ce n’è bisogno, ma come è stato detto C’E BISOGNO
ANCOR PIU’ DI DOCUMENTI SCRITTI, sintetici , che riassumano le condizioni attraverso le quali passa e si attua il Piano Strutturale. Dico questo, per una semplice ragione(forse perdonatemi la confusione e la mia ignoranza tecnica, ma a forza di udire le cifre in metri cubi riferentesi a quanto già stabilito anni addietro-e non sono pochi anni, e mai realizzate o realizzate solo in parte-)non mi è chiara ancora una cosa ed ancora dopo ieri sera continua a non essermi chiara:le cifre divulgate in cubatura nelle varie parti identificate dalle UTOE, sono cubature che si aggiungono a quelle già stabilite a suo tempo e già ”sentenziate”, oppure sono del tutto nuove ? Parlo da ignorante totale delle questioni legate all’uso del territorio ed alle esistenti legislazioni e relative decisioni, ma siccome credo che la questione non sia tanto irrilevante, vorrei ricevere da chi decide il tutto una informazione chiara su ciò che si va a stabilire.Il Sindaco mi è sembrato che ha preso verso la cittadinanza ieri sera l’impegno di…
La posizione di SEL qual è?
Per Marco Lorenzoni. Fintanto che non sarà resa pubblica la famosa lettera di Andrea Filpa al Sindaco non sapremo quali sono i rapporti fra la sfera politica e quella tecnica. Quindi tutta questa apertura e disponibilità io non la vedo. Per quanto riguarda poi gli interventi di Brilli e Cardaioli a me pare che interpretino, in questo frangente, la loro funzione come puro supporto alle decisioni del Sindaco. la discussione all’interno del PD potrebbe essere utile a liberare forze, se ce ne sone, capaci di proposta. Il dibattito, a mio modesto avviso, dovrebbe poi aprirsi all’esterno in un confronto generale dove le danze non siano condotte dall’amministrazione, ma dal sogetto politico PD. Secondo me così dovrebbero fare tutti i soggetti politici attivi.
Più metri cubi per tutti, verrebbe da dire dopo aver ascoltato la presentazione del sindaco.
Un po’ meno di quanto prevedeva il documento “apocrifo” ma la sostanza non cambia.
Insistono col cemento al campo sportivo giustificandolo col calmieramento dei prezzi. Che vogliono calmierare se anche i costruttori si lamentano che non si vende più una casa!
Ci hanno raccontato che sarà il mercato che stabilirà la quantità del costruito. Loro intanto predispongono le aree prevedendo un aumento di popolazione di circa il 20%.
Il rischio vero in questo campo è che si creino le condizioni per attirare i “capitali sporchi” che non hanno bisogno di remuneratività immediata. Intanto si decuplica il valore di alcuni terreni rimpinguando il portafoglio di qualche fortunato possessore di aree. Se poi arriva qualcuno che vuole pure costruire lo potrà fare e se le case rimarranno invendute poco importa. Il danno è stato fatto e qualcuno ci ha comunque guadagnato.
Ma di queste cose non se vuol parlare, sanno solo ripetere: “Non vi sta mai bene niente”.
Che come argomento mi pare un po’ misero e anche in malafede.
Per Paolo (Miccichè). Io credo, e la mia esperienza “professionale” lo conferma, che partire dal disagio nei confronti del piano corrente sia il percorso più utile alla definizione di finalità e obiettivi. Nel piano strutturale di Grosseto (mi scuso per le ripetute citazioni, ma è quello che conosco meglio) la componente strategica è a prima vista del tutto simile a quella di chi parte da questi per arrivare alle scelte (città lenta, sostenibilità ambientale,etc.) ma ci si arriva alla fine di un percorso che mette in relazione e anche in conflitti bisogni specifici.
Io credo che quello che tu ipotizzi sia più uan pianificazione strategica generale che trova la sua sistematizzazione nelle esperienze delle cosiddette “città strategiche” http://recs.it/it/home
Al 27 settembre 2011 per il Piano strutturale l’urgenza vera è la pubblicazione della famosa lettera del professor Filpa. Poi si vedrà. Il percorso è accidentato assai.
Ho commentato la serata di ieri sul sito di Primapagina, però, per entrare nel dibattito in corso su questa tribuna, dico che ho avuto – e l’ho scritto – la stessa sensazione di Fiorani. Il sindaco, un certo sforzo di chiarezza l’ha fatto, ma di “idee-forza” nel Piano ce ne sono poche o “punte” come si dice a Chiusi. E pare anche a me che il sindaco si sforzi di dire una cosa (“è una proposta aperta, da discutere”) e il Pd con Brilli e Cardaioli ne dice un’altra, sempre la stessa. “Chi critica è solo chi dice no a tutto”. Il povero Scaramelli ha di che preoccuparsi se i colonnelli del suo esercito sono questi…
Mai assistito in 35 anni che mi occupo delle vcende politiche paesane, tanta pochezza nel partito di maggioranza.
Ribadisco un concetto già espresso altre volte in passato: qualcuno ha preso impegni e ora certi impegni, come le cambiali, vanno onorati. Gli interventi dei due esponenti Pd, questo hanno lasciato intendere. Anche a Scaramelli..
A questo punto, una base di discussione però esiste. Le opposizioni, Primavera in testa, facciano le loro proposte, le portino tra la gente e ci si confronti… Secondo me la Primavera avrebbe già dovuto farle le sue proposte, senza aspettare la presentazione del Piano della Giunta, però può farle anche adesso. basta non perdere troppo tempo.
Non dubitavo sulla tua reazione Paolo. Sta di fatto che anche la popolazione per poter interagire deve farlo su idee comprensibili e su progettualità comuni, cioè riguardanti la Comunità. Altrimenti finirà per chiedere al politico solo quello che riguarda il suo “particolare”. E tanti interessi particolari non compongono necessariamente un interesse generale. Senza questa “cornice” che inquadri e contenga almeno una tendenza da perseguire, non quella delle 2.000 unità ma qualsiasi previsione demografica crescente o decrescente sarebbe, alla fine, imprevedibile e quindi casuale. E poi, in ogni caso, non si parlava di recupero dell’esistente, nel programma di SEL per esempio? Di fabbricati non ce ne sono già abbastanza per il fabbisogno di un futuro “generico”?
Ieri sera Romano Romanini ha esposto in modo chiaro come ci si dovrebbere muovere, dando il senso alla serata.
Poi è intervenuto il segretario dle Pd e, come se nulla fosse stato detto, ha ripetuto la litania dello sviluppo.
Naturalmente senza dire quale o di che tipo.
Sul dimensionamento del piano e sulla trasparenza Paolo Scattoni è stato chiaro e ha portato elementi indiscutibili.
Però ho avuto la sensazione che il sindaco non solo non abbia idee ma che sia rimasto solo.
Vedremo, siamo solo agli inizi.
Qui non è tanto questione di avere o non avere strategie generali. Le previsioni di circa 2000 nuovi abitanti contro un trend storico di 60 anni dice che ci dice 30 è un’assurdità. Punto. Prima di sognare di “vocazioni” partiamo da questo. Questa volta mi sono permesso di citare il nome dell’autorevole collega che firma il piano perché a mio modestissimo avviso la previsione è tecnicamente insostenibile. Allora sarebbe assai interessante conoscere il testo della famosa lettera che è poi molto più smilza di un elaborato. E se nella lettera ci fosse scritto una sorta di invito a prendersi la responsabilità (a questo punto tutta politica) di questo dimensionamento? perché il Sindaco non ci toglie questo tarlo dal capo? Ci dica per favore che il professor Andrea Filpa condivide questa arrischiata posizione.
Purtroppo non ero presente. Da quello che deduco da varie testimonianze, mi sembra sia mancata ancora una volta un’idea “complessiva” di interpretazione del territorio. Capisco che nemmeno il Prof. Scattoni ami questo genere di approccio ma un’eventuale permanenza di una “forma mentis” da anni ’80 va al più presto riazzerata. Quell’Italia non esiste più, abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e ora è necessario puntare su un obbiettivo “forte” da perseguire. Trovata una vocazione primaria e alcune complementari, su queste va impostata un’organizzazione del territorio e dei suoi servizi. Essere “generalisti” è pericoloso, così come ha poco senso scommettere su un incremento demografico generico; non dico che non si possa verificare ma solo se qualcosa lo determinerà e cioè precise “scommesse imprenditoriali”, per usare un linguaggio alla moda.
Città di Servizi turistico-culturali- termali? A cui, sempre grazie alla sua logistica, aggiungere magari quello alle aziende? E’ un’ipotesi, ce ne possono essere altre; quello che non va bene è “scommettere” un euro su ogni numero della roulette, sono troppi.