Come ogni anno si è aperta a settembre la stagione della caccia. Chi la pratica pensa che sia un sacrosanto diritto, chi la contesta un barbaro passatempo; indipendentemente da quale sia il nostro pensiero riguardo alla caccia, su una cosa dovremmo trovarci tutti d’accordo: nel momento in cui è consentita, devono esserci limitazioni che la rendano sicura. Per gli esseri umani, perlomeno.
Domenica scorsa, una bellissima giornata di ottobre dalla temperatura inusualmente mite, ha richiamato sull’itinerario ciclo-pedonale della Bonifica, che da Chiusi Scalo porta fino ad Arezzo, numerose persone per una passeggiata o una pedalata. Molti sono i chiusini che approfittano di tale percorso per l’attività fisica o per una semplice ora all’aria aperta, magari senza arrivare fino ad Arezzo, ma sfruttando il tratto fino al lago di Chiusi o Montepulciano. Purtroppo durante la stagione della caccia questa diventa un’attività pericolosa: non solo infatti risuonano nella campagna inquietanti botti a cadenza costante, può addirittura capitare che un colpo venga esploso a distanza molto ravvicinata e per di più in direzione del sentiero, come è appunto avvenuto la scorsa domenica. Le autorità competenti interpellate in merito ci informano che in mancanza di una segnaletica chiara a riguardo la loro possibilità d’intervento è limitata. Segnaletica che peraltro andrebbe a tutela del cacciatore stesso, che non ambisce certo a colpire una persona, magari un bambino, durante una battuta.
E’ necessario aspettare che qualcuno si faccia male per intervenire? O non sarebbe opportuno segnalare in modo appropriato in tutta l’area circostante che la strada della Bonifica è frequentata da pedoni e biciclette e il rischio di attentare all’incolumità di persone è reale? Non dovrebbe essere scontato che tale area sia interdetta alla caccia? Confidiamo che chi di dovere si adoperi per risolvere tale problema. Nel frattempo, agli amanti della vita all’aria aperta non resta che simpatizzare con i tordi.
Il medesimo problema è stato segnalato anche sul numero di primapagina in edicola dal 7 ottobre. Vi si riporta anche la notizia di un cacciatore multato, che però, dopo il suo ricorso si è visto o si vedrà annullare la contravvenzione, perchè nei pressi del sentiero della Bonifica non sussiste alcun divieto o limitazioone alla caccia, non essendo, il sentiero, né una strada di transito nè una pista ciclabile (impianto sportivo) ma semplcemente una strada di servizio per ispezioni e manutenzioni idrauliche…
Certo i diritti dei cacciatori sono legittimi, ma anche quelli dei ciclisti e dei podisti non lo sono di meno e ciclisti e podisti non possono confidare solo sulla cortese attenzione dei cacciatori…
Quindi una nuova regolamentazione andrà studiata.
Quello segnalato nell’articolo è anche il pericolo che chi vive in campagna corre sempre in questi periodi. Può capitare di essere svegliati dal rumore di pallini che piovono sulle finestre o addirittura di riceverli addosso e di conseguenza avere timore ad allontanarsi da casa in zone alberate.
Ci sono delle regole di legge con le distanze da rispettare da case, strade ecc, (http://www.cacciailcacciatore.org/info/regole.html ) solo che, come al solito, non tutti le rispettano e qualcuno (non tutti per fortuna) pur di sparare ad una preda non esita a mettere a repentaglio l’incolumità altrui.
Certo è, che si potrebbe evitare che la caccia si potesse praticare nelle vicinanze di zone densamente abitate o come nel caso del percorso, molto frequentate, indipendentemente dai 100 o 150m, allargando il perimetro vietato.
Vado spesso dalla stazione al lago per il sentiero della bonifica e ultimamente in effetti di spari se ne sentono.
Se poi sono addirittura a ridosso del percorso bisognerà che chi di dovere prenda i provvedimenti del caso per tutelare i fruitori del sentiero e fissare norme certe per i cacciatori.