Gomma…da cancellare

di PMiccichè

Gomma-Rotaia ma che poi è ri-diventata Gomma-Gomma…del resto, non è sempre stato così in questo paese?

Sul Blog si parla in questi giorni di grandi temi: Destra, Liberismo, Sinistra, Socialismo ma ecco che il partito erede del PC e di una parte della DC – quella “di Sinistra” – nulla ha potuto e nulla sta facendo per privilegiare Ecologia e Democrazia salvaguardando il trasporto ferroviario come risorsa fondamentale per il nostro paese.

Abbiamo salvato l’Alitalia – con i soldi dei cittadini – per poi farvi concorrenza con gli Eurostar ma, soprattutto, seccando sempre più quel capillare trasporto ferroviario che permetteva a lavoratori, turisti e cittadini di spostarsi facilmente non inquinando ma anche pagando una cifra ragionevole se non addirittura popolare.

Tra l’altro proprio in quest’ultimo periodo, possedere un’automobile e mantenerla è diventato un problema sempre più serio per una larga fascia di persone, guarda caso proprio quelle che più di altre prenderebbero volentieri il treno.

A Chiusi, importante nodo ferroviario, pochi sono interessati a questo problema. Perchè mai non se ne capiscono le implicazioni sia nazionali che locali?  

E la Politica? Dopo aver realizzato la Pensilona – al momento solo efficace monumento all’ego ipertrofico – che cosa hanno da dire gli Amministratori locali? Che cosa ha da dire l’Assessore Ferroviere? Sempre e solo il “mantra” che c’è crisi, per consolarsi della quale, appunto, stiamo costruendo uno stadio anch’esso ipertrofico? Speriamo almeno che ospiti presto lotte tra gladiatori e un copioso pasto per tigri e leoni.

Questa voce è stata pubblicata in POLITICA. Contrassegna il permalink.

6 risposte a Gomma…da cancellare

  1. PIETRO BACOSI scrive:

    E pensare che quando a Chiusi si allacciava l’ultimo pezzo della direttissima con le due interconnessioni , si prevedeva Chiusi come una cittadina di residenza per quelle persone che pur avendo un inpiego nelle due citta’ di Firenze e Roma avrebbero ben pensato per una vita piu tranquilla di vivere qui o nei paesi limitrofi.
    Ne conosco diversi non nativi di queste parti ed impiegate in vari ministeri a Roma, che hanno preso residenza a Citta’ della pieve cioè a Canale ora se le corse di treni adatte per loro dovessero sparire questi penso che se ne andranno.
    Allora come puo svilupparsi Chiusi se i lavori non sono qui da noi ma fuori e i servizi di trasporto non li abbiamo nemmeno per andare all’ospedale di Nottola?
    Penso che sara’ un paese ridotto a vivere con i pensionati e le loro associazioni.
    Mi meraviglio del signor Moretti che ha militato, facendo il dirigente per anni nella Cgil; quando andavo alle riunioni al ministero a Roma e dicevo, per reclamare certe cose per i cittadini, UTENTI mi rimbeccavano dicendomi: “Bacosi no UTENTI ma CLIENTI”. Addio mi sono detto la frittata e’ stata gia fatta, pero’ hanno contribuito certi sindacalisti…

  2. pmicciche scrive:

    Va aggiunto che con il prossimo e progressivo ingresso dei privati a “mungere” la nostra rete ferroviaria – per poterla sfruttare più intensamente – i treni di serie B verranno cancellati oppure lasciati su linee secondarie con tempi di percorrenza sempre più lunghi.
    Un esempio il regionale per Roma delle 8.31 prima dell’incendio di Tiburtina percorreva la distanza tra Orte e Tiburtina in 35 minuti, ora – dopo il ripristino post incendio – in 46 minuti cioè 11 minuti in più, portando il viaggio fino a Roma Termini da Chiusi ad 1h e 57 minuti ovvero al border line delle 2h.
    Come non capire che stiamo tornando indietro di decenni e che bisogna opporre un contrasto civico e politico a questa tendenza in modo da rilanciare il trasporto ferroviario pubblico e quindi ecologico e democratico? Mi permetto di ripetere un appello che spero avrà, nei mesi a venire, maggior fortuna.
    Firmate per una raccolta di firme permanente:
    http://www.vivailtreno.it/

  3. marco lorenzoni scrive:

    Errata corrige: i locomotori “li fecero costruire alla fine degli anni ’80”

  4. marco lorenzoni scrive:

    Due o tre giorni fa ho pubblicato sul sito di primapagina un servizio su uno dei tanti scandali che riguardano le Fs: 25 locomotori che non hanno percorso nemmeno un chilometro e che stanno per essere rottamati (anzi, 9 sono già stati rottamati). Li fecero costruire per la Sardegna alla fine degli anni ’90, ma li fecero con un motore a corrente continua, mentre la linea è a corrente alternata o viceversa… E da 20 anni quei locomotori, nuovi di zecca e ancora in buonissimo stato sono “giacenti” in attesa di rottamazione nel piazzale della stazione di Foligno… Costo 5 miliardi di lire l’uno, 125 miliardi che, dai calcoli fatti dall’autore del servizio (Iacopo Fo, per “Il male”) con l’inflazione sono diventati 82 milioni di euro: 160 miliardi e passa di vecchie lire. E poi dicono che c’è la crisi e tagliano i treni ai pendolari! Indignati è dire poco.

  5. carlo sacco scrive:

    Alla fine degli anni ’70, in pieno regime sovietico, ho avuto talvolta l’occasione di passare dall’aereoporto Sheremetievo di Mosca. Con tutte le contraddizioni politiche ed economiche di tale regime rispetto alle libertà individuali godute invece in Occidente, ho il netto ricordo di un fatto che mi destò non poco stupore: domandai in lingua inglese ad un gruppo di persone accanto a me a cosa fosse dovuto tutto quel transito di centinaia e centinaia di cestini di fiori che venivano scaricati da aerei provenienti dalle allora repubbliche sovietiche. Risposero dicendomi che erano semplici mercanti di bancarelle, che venivano a Mosca giornalmente dall’Ucraina per vendere i loro fiori al mercato. Un nulla di fronte ai problemi di un stato politicamente retto a partito unico, ma quanto basta per riflettere sull’interpretazione dei diversi canoni economici esistenti in una economia diversa da quella del ”Mercato” da noi vigente. Un biglietto aereo Mosca-Khabarovsk(Siberia, quasi 7 fusi orari di differenza ) nel 1971 costava l’equivalente di 55.000 lire con un Tupolev del tipo ”Concorde”.
    Nella civilissima Francia le ferrovie non hanno paragone con le nostre in quanto a rispetto di orari, confort, pulizia. Questo tanto per ribadire il concetto che ”il pubblico non funziona è profondamente errato”. E’ il pubblico amministrato con criteri privati che non funziona ed arricchisce pochi alla barba di molti.

  6. anna duchini scrive:

    Sono figlia di ferroviere e moglie di ferroviere, non ho mai pagato il treno e partendo da Chiusi ho sempre viaggiato in largo e in lungo con grande facilità.
    Le condizioni oggi sono decisamente peggiorate. Nonostante abbia i biglietti gratuiti, per andare da Chiusi a Edolo (vicino Brescia) e ritorno, la scorsa settimana ho impiegato oltre otto ore e ho pagato tra supplementi, prenotazioni e frecce varie circa 60 euro.
    Quanto deve sborsare un cittadino che non ha alcuna agevolazione? Un botto di soldi, per un servizio che, nonostante l’ora e cinquanta tra Firenze e Milano, ha complessivamente i tempi di percorrenza di ottant’anni fa.
    Chi dobbiamo ringraziare? Prodi, D’Alema, Berlusconi…

I commenti sono chiusi.