Nessuna notizia certa ci è giunta a proposito dell’invasione longobarda della Toscana. Possiamo in ogni modo datarla, anche se lo spazio di tempo può sembrare abbastanza ampio, tra la seconda metà del sesto secolo e la prima del settimo.
Monsignor Liverani, canonico della cattedrale chiusina, nel suo libro “Il ducato e le antichità longobarde e saliche di Chiusi”, ci dice che Chiusi potrebbe essere venuta in mano ai longobardi nel medesimo tempo in cui fu conquistata la Toscana.
Ciò dovrebbe essere avvenuto prima del 575, poiché nel 571, secondo il Muratori, o nel 575, secondo il Bacchini, questi si trovavano già al Furlo, nelle Marche, e che in quella zona vi penetrarono attraverso la Toscana. Tutto questo però rimane ancora coperto da un densissimo velo. Sempre secondo lo storico chiusino, l’invasione longobarda fu abbastanza pacifica e ciò permise loro una perfetta integrazione con gli altri popoli presenti in Chiusi: romano e bulgaro.
Le tre etnie si collocarono in diversi punti della città: I Bulgari si stabilirono nella zona di via e porta Lavinia, i Longobardi in quella del Parco dei Forti e Santa Mustiola ed i Romani attorno alla fortezza, nell’area più alta e antica .
A dire il vero, i bulgari furono volutamente emarginati dai longobardi in una specie di ghetto, proprio per impedirne la fusione demografica.
Il ducato longobardo arrivò in epoca più tarda rispetto all’occupazione iniziale. Si pensa che risalga al secolo VIII, tra il 728 ed il 732 ed ebbe vita molto breve, poiché il succedersi dei duchi di dominazione longobarda nella nostra città, è documentato fino al 766.
Primo duca, sempre secondo il Liverani, fu Gregorio, colui che riedificò la Basilica di Santa Mustiola, nipote di re Liutprando, passato poi al ducato maggiore di Benevento.
Dopo la sua partenza gli successe il fratello Agiprando o Ansprando. Prese poi il potere Raginaldo o Reginaldo IV, già Gastaldo (1) di Città di Castello. Nel 776 abbiamo notizia di un duca Regimbaldo, e data la somiglianza del suo nome con Reginaldo questo farebbe pensare alla stessa persona, o ad un errore di trascrizione di un amanuense.
Ma non è così, infatti, oltre che leggerlo su alcuni documenti, congiuntamente al suo quasi omonimo, fu proprio papa Adriano a confermarlo nella sua denuncia fatta a Carlo Magno contro i duchi Ildebrando di Spoleto, Argiso di Benevento, Rodcauso del Friuli e di Regimbaldo di Chiusi, i quali stavano tramando contro l’imperatore per rimettere sul trono Adelchi, figlio del re Desiderio.
Carlo Magno sostituì allora il duca di Chiusi con un Gastaldo, che rimase direttamente alle sue dipendenze fino a che i Conti di Lucca non s’impadronirono del potere in tutta la Toscana, divenendo Marchesi.
A questo punto, nel 901-903, il ducato di Chiusi fu trasformato in contea e Azzo, vassallo del Marchese Adalberto II, lo troviamo come primo conte della nostra città. Il suo territorio rimase sempre esteso ed in potere di una famiglia longobarda, che prese nome dal suo capostipite e fu chiamata dei Farolfi o Peponi.
I suoi confini si spingevano fino a Sant’Antimo (Montalcino), Abbadia San Salvatore, Arcidosso, San Casciano dei Bagni, Trevinano, Salci, Carnaiola, Monteleone, Città della Pieve, Paciano, Panicale, Farneta.
In seguito, in virtù della legge longobarda di successione, la stessa si frammentò in molti rami e dal principale ebbero origine i Manenti, che esercitarono la propria autorità, oltre a Chiusi, anche nei paesi limitrofi. E questo accadeva fino al 1196, quando con un diploma imperiale, l’imperatore Enrico IV, tolse la nostra città a Manente II e la concesse al Vescovo di Chiusi, Teobaldo II, che inaugurò così la dinastia dei vescovi-conti.
(1) Ufficiale longobardo di nomina regia, incaricato di tutelare gli interessi dei beni territoriali del re e alla loro conservazione.
Articolo stupendo! Complimenti sinceri al Sig. Barni.
Molto interessante e dettagliato . Sul dominio Logobardo a Chiusi avevo solo vaghe informazioni dell’epoca e non avevo idea su cosa succese a Chiusi nel periodo sotto Carlo Magno .
Lunga Vita al Sig. Barni, che continui a scrivere sul passato di Chiusi.