Non condivido i termini del contenuto e del metodo del recente comunicato dell’Unione comunale del Partito Democratico che sintetizzerebbe i contributi emersi dal dibattito svoltosi presso i cinque circoli del PD di Chiusi.
Il dissenso sui contenuti riguarda l’enfasi sulle scelte che ricalcano quanto il sindaco ha riferito sia nell’assemblea pubblica del 26 settembre al Mascagni che nell’introduzione all’assemblea di circolo del PD.
Il dibattito nel partito non doveva essere una riproposizione in piccolo di quello con l’intera cittadinanza quanto invece l’occasione di una valutazione politica sul metodo che invece per l’ennesima volta ci si è rifiutati di fare.
In un dibattito politico non ci si può esimere dal giudicare politicamente la situazione che ricordo trova il nostro comune buon ultimo in Toscana nell’adempiere all’obbligo di dotarsi di un Piano strutturale previsto da una legge regionale dell’ormai lontano 1995. Se non c’è bisogno di una valutazione politica su una situazione del genere, mi chiedo quando lo sia.
Di ciò non c’è traccia e si va avanti (per modo di dire) come se nulla fosse. E’ possibile che neppure questa volta si sia voluto capire la natura politica di questo ritardo che vede come protagonisti (negativi) i partiti che hanno guidato l’Amministrazione dal dopoguerra a d oggi (PCI, PDS, DS e PD)?
Dopo una valutazione politica della gestione urbanistica degli utimi decenni e trovate le cause si sarebbe dovuto stabilire come il PD si colloca nei confronti del metodo prescelto per coinvolgere la popolazione. Siamo davvero sicuri sull’adeguatezza di una serie di iniziative dove il sindaco/assessore ammannisce idee sparse, presentate come un elenco della spesa, su cui richiede cosa ne pensa il cittadino comune prima e quello con una tessera di partito poi?
Un metodo davvero barbaro perché non permette di capire la ratio di queste scelte. Il Sindaco/assessore ci ripete che è solo da pochi mesi che si occupa di urbanistica, ma allora è prorpio per questo che sarebbe bene guardarsi un po’ intorno, magari studiare anche un po’ (non fa mai male), per avere qualche idea su come organizzare i canali della partecipazione.
Infine il dibattito politico sulle scelte.
Che senso ha prevedere duemila nuovi abitanti in 10/15 anni quando la crescita della popolazione di Chiusi negli ultimi 60 anni (si proprio sessanta!!) è stata di 150 unità?
Che senso ha fare previsioni come quella della saldatura fra Chiusi Città e Chiusi Scalo quando una previsione del genere è esclusa dal Piano di Indirizzo Territoriale della Regione al quale il nostro Piano Strutturale si deve adeguare? E’ evidente che un incontro pubblico con il progettista incaricato non sia più rinviabile.
Sono questi i punti sui quali occorre un giudizio politico; del PD locale come delle altre forze, rappresentate o meno in Consiglio comunale.
Queste cose ho cercato di dirle anche nell’assemblea di Circolo.
Capisco che conto per lo 0,5% dei duecento tesserati, e infinitamente meno per influenza politica, ma credo possa essere di qualche utilità il documento che ho lasciato all’attenzione dei dirigenti locali del partito.
*Foto Archivio Sacco-Chiusi, panorama dopo il 1915
Lasciamo per ora da parte le elaborazioni teoriche che la vicenda può ispirare. E’ possibile più modestamente avere uan risposta alle semplici domande poste sul piano strutturale?
Mi pare che tutto il sistema dei partiti non riesca a uscire dalla logica del partito di massa di cui Robert Michels fornì una delle più convincenti analisi. Si pensi solo al problema dell’ “eroe carismatico”, quel leader che può essere tale solo in quanto collegato – nel senso di con/legato – al popolo, che in Michels, a differenza di Weber, non può nascere nel parlamentarismo ma solo da un rapporto diretto: solo il Fuehrer può incarnare l’ethos e il pathos del popolo. Quanta Italia di oggi, in quelle pagine.
Marco (Lorenzoni) la mia era una risposta alla tua critica che il PD non discute perché non c’è. Non si discuteva neppure quando gli iscrittierano 2000 e i risultati sono quelli sotto gli occhi di tutti.
Il problema è come creare canali di confronto, dibattito e proposta che non siano quelli “finti” del sindaco.
caro Paolo, non è per rivangare… ma non mi pare corretto paragonare i tempi in cui io e Luciano eravamo “dirigenti” del Pci a quelli attuali, parlando di urbanistica e piani regolatori. Può darsi che non ci fosse grande discussione nemmeno allora, anche se io ricordo discussioni piuttosto accese, ma va ricordato che all’epoca il Piano regolatore era abbastanza fresco, si era tra la metà e la fine degli anni ’70 e il Piano è del ’74… Adesso siamo in ritardo di 13 anni rispetto all’avvio del procedimento del Piano Strutturale. Una “vacatio legis” che ha prodotto incertezza e danni… Può darsi che il vecchio Pci non fosse tanto meglio dell’attuale Pd. Ma se il Pd è come il vecchio Pci non è che l’operazione rinnovamento sia riuscita un granchè… o sbaglio?
Rispondo a Giorgio (Cioncoloni). Si continua a confondere l’Amministrazione con il PD, una delle forze che compongono il Consiglio comunale.
Per quanto riguarda il giudizio politico personalente al PD l’ho chiesto, non è stato dato, continuerò a chiederlo perché non solo doveroso, ma anche indispensabile per un cambio di registro. Giorgio conosce la politica locale meglio di me avendo avuto in passato ruoli sia nella politica che nell’amministrazione dove per quattro anni ha rivestito un ruolo importante (assessore).
Per quanto riguarda l’Amministrazione, mi sembra assurdo dire “aspettiamo il pianoe poi daremo battaglia”. L’incontro con il progettista era stato chiesto non è stato concesso. Non si è insistito. Direbbero a Napoli che si rischia di fare ammuina.
Se vogliamo provare a fare qualcosa per impedire tutto ciò dobbiamo lasciare da parte gli ideali, seppur giusti, e trovare le forze, che adesso non abbiamo, per fare sì che i cittadini siano informati e diventino consapevoli di ciò che li aspetta perché solo loro possono costituire l’elemento che può deviare una rotta che ormai è tracciata e che, altrimenti, porterà il piano all’approvazione così come è stato concepito.
Per quanto riguarda l’incontro con il progettista credo che sia tempo perso continuare a chiedere una cosa negata se non ci sono nuovi elementi che possan far cambiare idea a chi dovrebbe concederla che così continuerà a negarla. Ciò potrebbe servire per mettere in piedi un polverone politico che per ora non mi sembra opportuno perché non sarebbe compreso dai cittadini che, non ci dimentichiamo, devono essere sempre il nostro punto di riferimento e gli unici alleati che ci possono supportare.
L’amministrazione ed il progettista stanno preparando la proposta definitiva che a breve sarà pronta e sarà resa pubblica ed allora, speriamo, avremo tutti gli elementi per farci un’idea più precisa delle proposte e delle basi tecniche che le supportano e potremo agire di conseguenza.
Per replicare a quanto dice Paolo Scattoni ribadisco che la maggioranza non darà mai le risposte alle sue più che legittime domande sui ritardi dell’urbanistica, neanche se volesse, perché qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità di dare un giudizio negativo sul passato che vorrebbe dire aprire un’ulteriore frattura all’interno di un partito che non se la può permettere, viste le condizioni in cui è ridotto. Sui metodi, poi, tale giudizio non verrà perché mi sembra che ci sia perfetta continuità con il passato dal momento che si continua a pensare che l’elemento fondamentale di un piano urbanistico sia la possibilità di nuove costruzioni, a prescindere dalle motivazioni, che si troveranno e si adatteranno, dalle leggi ambientali, che si troverà il modo di superare, dagli interessi dei cittadini, ai quali si farà credere che otterranno dei vantaggi.
Il passato. Rivangare no, ma analizzare seriamente si. A mia memoria non risulta che il PCI (poi PDS) quando aveva 2000 iscritti abbia esercitato un giudizio politico su quanto è stato fatto dalle amministrazioni che hanno determinato l’urbanistica di Chiusi. Per quanto mi riguarda ricordo soltanto una discusione in sezione dove ero stato invitato da te e Luciano (Fiorani). Non eravamo più di 6 o 7. La nostalgia per i bei tempi andati può fare brutti scherzi. Per quanto riguarda il presente si deve decidere come creare canali di partecipazione con l’Ammnistrazione sul Piano strutturale. Carlo (Giulietti) sul poro blog ha proposto un approccio tipo Agenda21. A certe condizioni può essere molto utile. Ci possono essere altre opzioni, purché impostate in maniera non strumentale. Quello che ci viene oggi propinato è davvero penoso.
caro paolo, ma che ruolo può avere un partito che non esiste? sarà anche vero che 200 iscritti rappresentano la forza più rilevante nel comune; ma se quella forza non esprime niente (e sul P.S. non ha espresso nulla di rilevante) anche 200 iscritti sono praticamente uguali a zero… (sempre che siano 200, poi. E questo non per voler rivangare il passato, assolutamente).
Ho inserito l’intervento sulle pagine del blog con il titolo “Valutazione politica sull’urbanistica di Chiusi”. Ora si dovrebbe leggere.
Breve replica a Giorgio (Cioncoloni). Se non si risponde alla domanda: perché Chiusi è l’ultimo comune della Toscana a dotarsi di Piano Strutturale nonostante fosse obbligato a farlo sino dal 1995″, non si va da nessuna parte. Perché vedi Giorgio in questo settore se si perde la memoria non si può fare niente.
Poche parole di replica. Avevo apprezzato la richiesta di confronto in Consiglio con il progettista. La maggioranza rifiutò con una m risibile. Ma perché non avete insistito? Certe azioni o hanno un seguito o sono inutili se non controproducenti. Successivamente più di due mesi fa viene annunciato in pompa magna (anche se l’enfasi non emerge a verbale) che sarebbe arrivato un elaborato del progettista. In effetti si scopre che è una semplice lettera. Sulla base di questa lettera si inizia “il processo di partecipazione”. Ma quella lettera viene considerata un documento interno e non viene resa nota. La cosa passa come acqua sul vetro e nessuno dall’opposizione ne chiede la pubblicazione. Dico la verità mi aspettavo di più. Io l’ho chiesta e mi è stata rifiutata. Almeno ci ho provato. Di questo però si poteva fare un caso politico per dire cosa effettivamente sia partecipazione in urbanistica. O ci si accontenta di iniziative di facciata?
Ho provato a consultare il documento che Paolo Scattoni ha lasciato all’attenzione dei dirigenti locali del partito ma cliccando sul collegamento si apre una pagina che chiede nome utente e password.
Un percorso di vera partecipazione può nascere solo dalla prospettiva di un dibattito su proposte alternative ed innovative che superino le vecchie concezioni che fino ad oggi hanno prodotto più danni che benefici. Il nostro lavoro si sta orientando in questa direzione e speriamo di riuscire a produrre al più presto un documento da discutere in un’assemblea pubblica.
Un incontro pubblico con il progettista potrebbe essere senz’altro utile ma non credo che servirebbe a confutare le proposte della maggioranza che si reggono sulle basi tecniche dallo stesso predisposte nel famoso documento che non può che supportare quanto esposto dal sindaco anche perché dovrà al più presto essere prodotto un documento definitivo che dovrà essere adottato in consiglio comunale e che non potrà di certo essere diverso dall’attuale.
Paolo Scattoni pone sul piatto alcune questioni sicuramente importanti e condivisibili sulle quali però, al contrario di quanto dice, la “Primavera di Chiusi” si è pronunciata ogni volta che ce ne è stata l’occasione, dalla campagna elettorale fino ai consigli comunali in cui si è parlato di urbanistica, qualche volta anche dietro nostra sollecitazione.
Il giudizio politico negativo sulla conduzione dell’urbanistica negli ultimi decenni è stato sempre dato nei nostri interventi in consiglio comunale proprio sostenendo la tesi di Scattoni che il passato è fondamentale per impostare il futuro e per non ripetere gli stessi errori. Non credo però che sia produttivo soffermarsi più di tanto su tale giudizio che noi abbiamo dato ma che la maggioranza non darà mai. E’ giunto il momento di andare oltre e di spostare il dibattito sulla visione della Chiusi futura.
I cittadini devono avere consapevolezza, con dimostrazioni concrete, che la proposta della maggioranza non produrrà sviluppo perché non si può più abbinare il concetto di crescita esclusivamente a quello di crescita edilizia. L’aumento della popolazione può avvenire solo se si produce una nuova economia per la quale però è fondamentale il rispetto dell’ambiente e per la quale potremmo essere all’avanguardia.
Sul piano strutturale, a livello politico, c’è stata soltanto un’inziativa “ristretta” del PD che ha ricalcato un’inziativa pubblica dell’Amministrazione. Quindi sotanzialmente inutile se non per far dire al Sindaco: “il partito è cone me”.
Mi pare che a dormire siano po’ tutti.
Insomma c’è qualcuno dentro o fuori dei partiti capace di dire chiaramente che c’è bisogno di procedere a una valutazione politica della incrdedibile gestione urbanistica degli ultimi decenni? Guardatre al futuro senza fare i conti con il passato è esercizio inutile.
Poi c’è da dire che occorrono canali diversi di partecipazione da quello che ci è stato propinato. C’è qualcuno che è capace e che vuole farlo?
Dopo mesi dall’annuncio del sindaco che c’era un documento (poi degradato a lettera) del progettista, quanti hanno chiesto di vedere quel documento/lettera. Io l’ho fatto e mi è stato risposto che era una comunicazione interna. Ma come una comunicazione interna che viene annunciata in Consiglio e posta a “inizio” del processo di partecipazione? Magari se a chiederne al pubblicazione fossimo stati qualche decina l’esito sarebbe stato diverso. I massimi sistemi li lascio ad altri.
Dice Paolo Scattoni: “Il mio post aveva (ha) come obiettivo quello di capire quale sia il ruolo del PD (ma anche delle altre forze) nella formazione del piano strutturale. Un’asseblea degli iscritti dovrebbe dare prima di tutto una valutazione politica…”
Credo che la risposta di Marco Lorenzoni e mia sia la seguente e, a guardarla bene, non è una generica lamentazione ma la messa a nudo di una realtà inquietante e pericolosa: “Non può esserci risposta perchè il PD – formalmente partito di maggioranza – è un involucro vuoto”. Non parliamo degli altri che sono partiti o marchi omeopatici, formati da tre granuli ognuno.
Ergo: sarebbe auspicabile che ci fossero altri soggetti in grado di rappresentare i cittadini – soprattutto i giovani – e di operare da interlocutori politici. Non ci sono? Chiusi dorme un sonno profondo? Allora, in questo caso: buona notte a tutti.
Il mio post aveva (ha) come obiettivo quello di capire quale sia il ruolo del PD (ma anche delle altre forze) nella formazione del piano strutturale. Un’asseblea degli iscritti dovrebbe dare prima di tutto una valutazione politica del perché la gestione urbanistica del nostro comune è arrivata ad essere la più inadempiente dell’intera Toscana. Vedi caro Marco (Lorenzoni) le radici di tutto questo sono antiche e risalgono ai tempi di quando eri un dirigente locale del PCI e anche da prima.
Alla obiezione che gli iscritti oggi sono appena il 10% di quando tu eri fra i dirigenti qualcuno ti potrebbe rispndere che questa è la crisio della politica ma che 200 iscritti sono pur sempre la forza di gran lunga più rilevante nel nostro comune. E che abbiamo risolto?
Il problema specifico che ho sollevato non viene affrontato. Quali sono i canali di partecipazione che debbono essere messi in atto? Questa secondo me è una domanda politica e non una generica lamentazione. Di fronte al vuoto pneumatico sull’argomento dell’amministrazione Scaramelli abbiamo visto un allineamento del PD. Ma chi offre un’alternativa credibile? Sinceramente spero che arrivi presto perché servirebbe a tutti, in primis ai cittadini di Chiusi, ma anche alle diverse forze politiche.
Ribadisco ancora un piccolo concetto già espresso nel commemnto pubblicato sul sito di Primapagina. Il Pd è così ed è così dappaertutto. “Se fosse solo un problema di Chiusi, sarebbe poco male”. Invece…
Quanto a Chiusi, il Pd non ha più una base certa (quanti sono gli iscritti veri? arrivano a 300?), non ha una identità (gli ex comunisti si vergognano di esserlo, gli ex Dc idem, tra gli uni e gli altri non c’è feeling, si guardano in cagnesco e si annulllano a vicenda…), non ha una linea politica discussa, elaborata, condivisa dal suo popolo; è sempre allneato solo con i poteri più forti: con le banche (Mps e Bcc), con il Pdm (Partito del Mattone) cui non sa mai dire di no… Con le lobbies più potenti…
Non ha un gruppo dirigente autorevole, riconoscibile, in grado di trattare alla pari con detti poteri; non ha più nemmeno l’omberello senese sotto cui ripararsi nei momenti difficili (si è visto come se l’è cavata il commissario Panci in campagna elettorale…).
In sostanza il Pd, a Chiusi non è – o non è più – un partito. Se mai lo è stato. Questo è – secondo me – il nodo e il motivo per il quale personalmente ritengo che l’attuale maggioranza non sia in grado di governare la città come sarebbe necessario. La giunta e Scaramelli sono un corpo separato, c’entrano poco con il Pd. E prima o poi anche questo nodo verrà al pettine.
Si, ma qual’è l’alternativa politica? Di nuovo vorrei tornare però al nostro piccolo. Sul piano strutturale qual’è l’alternativa alla cosiddetta partecipazione della maggioranza? Sul poro blog come su questo ho più volte presentato qualche idea. Data la mancanza di risposta di tutte le parti debbo concludere che non è quella desiderata. Ma allora che cosa si propone? Qual’è l’alternativa ai predicozzi sindacali?
….ma prima o poi bisogna arrendersi all’evidenza!
Ci saranno anche i documenti fondativi ma l’identità non solo non c’è ma nel tempo si è ancora di più rarefatta. Il “berlusconismo” – che può continuare tranquillamente anche senza Berlusconi – non si può contrastare con un ritorno alla indeterminatezza democristiana. Il PD è così in tutta Italia e le persone per bene come te un’esigua minoranza. Ci vuole una diversa iniziativa politica, altrimenti nel giro di qualche anno la lunga pax post bellica potrebbe non reggere più. “Ogni limite ha una pazienza” diceva il grande filosofo napoletano.
Ci sono docuemnti fondativi del partito che ne definiscono l’identità. Rispetto a tale definizione credo che la mia posizione sia più “corretta” di quella espressa in questa occasione dagli organi dirigenti del PD locale.
Può darsio che ci siano alternative più efficaci per uscire decentemente dal berlusconismo, ma io non le vedo.
Ritornando però al Piano strutturale credo che ci sia bisogno di un’impostazione diversa della partecipazione. Di nuovo di alternative ne vedo poche. Tutte le forze politiche dovrebbero porsi il problema di come si strutturano i canali di partecipazione per contribuire al processo decisionale.
L’identità di un partito è importante per poter prendere posizioni politiche. Oggi i partiti, primo fra tutti il il PD, non hanno più un rapporto reale con iscritti ed elettori ma, allo steso tempo, non sono nemmeno portatori di una visione politica omogenea.
In qualche modo è persino “ingiusto” insistere nel chiedere loro quello che non possono dare. Viceversa è necessario agire e lavorare per creare nuovi strumenti di rappresentanza politica. Prima che sia troppo tardi (se non lo è già).