Si sono concluse domenica 16 ottobre le missioni popolari portate avanti dai Padri Ardorini nelle parrocchie di Chiusi Città. Alle ore 16, in Duomo, è iniziata l’assemblea parrocchiale sul tema “costruire” che chiude la trilogia iniziata nel 2009 con “conoscersi” e proseguita nel 2010 con “confrontarsi”.
E’ seguita la S. Messa, conclusa con il mandato ai catechisti. “Lamentarsi sarebbe un peccato!” ha scritto padre Daniele nell’ultimo bollettino perché in queste parrocchie ci sono laici impegnati e creativi, animatori che danno il meglio, gruppi parrocchiali e movimenti che lavorano bene e catechisti preparati.
E i Padri Ardorini hanno aperto la relazione finale sottolineando le potenzialità delle parrocchie con le parole stesse del parroco ed aggiungendo la comunione esistente tra i tre sacerdoti. Ma hanno altresì evidenziato le fragilità della Chiesa di Chiusi Città consistenti nella solitudine in cui vivono molti anziani, il numero crescente delle famiglie di fatto, le sofferenze di quelle separate e divise e le attese, non sempre adeguatamente corrisposte, del mondo giovanile. Hanno proposto una vita di fede intesa come cammino ed imperniata sulla “comunione”, vissuta come dialogo e accoglienza; “servizio” soprattutto nei confronti dei più deboli; e “testimonianza” che deve essere necessariamente comunitaria.
Momento clou delle missioni è stato il pellegrinaggio svoltosi a Pienza sabato 15 e partecipato da un centinaio di fedeli. Accoglienza di Monsignor Icilio Rossi a Pieve di Corsignano dove sono state rinnovate le promesse battesimali, processione fino alla Cattedrale dove i pellegrini sono stati accolti dal Vescovo Mons. Rodolfo Cetoloni che ha presieduto la S. Messa.
Un estemporaneo scambio di battute, nel saluto iniziale, tra padre Daniele ed il Vescovo sui “terribili chiusini che hanno contagiato il bergamasco” ha creato un clima disteso, familiare e sincero che ha caratterizzato la celebrazione. Padre Rodolfo ha preso spunto dal trionfo di bellezza della cattedrale pientina per richiamare alla sublimità della vita di fede ed il fatto architettonicamente straordinario che il tempio sia sostenuto dall’altezza delle volte è un plastico richiamo al primato di un’intensa spiritualità che sola può creare comunione.
Altro momento significativo è stato quello vissuto giovedì 13 con la S. Messa, presieduta da Don Mosè e celebrata al centro parrocchiale che, proprio in quell’occasione, è stato dedicato al Sacro Cuore. Si è così recuperata una tradizione ed una storia che costituiscono l’originalità della Chiesa di Chiusi dal dopoguerra ad oggi.
L’Associazione Sacro Cuore fu infatti il centro di aggregazione di tutta la gioventù chiusina, senza distinzione alcuna, ed è stata la culla dove sono nate tutte quelle iniziative che hanno caratterizzato l’ultimo mezzo secolo educando alla vita e alla fede per lo meno tre generazioni: Carnevale dei Ragazzi e poi Ragazzi in Gamba, Vitt e Centro Sportivo, Campi vita prima parrocchiali e poi diocesani, Circolo Giovanile “Graziano da Chiusi”, Corsi Serali di recupero scolastico, “Sing – in”, Comunità Diocesana “Ut unum sint”, Cammino Neocatecumenale.
E’ stata un’assemblea aperta al futuro perché alcuni hanno in animo di tutelare con una fondazione quel patrimonio originale di spiritualità e di stile di vita che contraddistingue quest’esperienza, la cui memoria è già di per sé aggregante. Occasione buona potrebbe essere proprio il 2012, anno in cui l’Associazione nazionale “Ragazzi in Gamba” celebra mezzo secolo di vita con un’udienza dal Santo Padre e Don Mosè festeggia 60 anni di sacerdozio.
E la missione prosegue…