Dopo l’ennesimo crollo delle borse pare che sia finalmente scattata la consapevolezza e di conseguenza l’allarme rosso anche nei palazzi del potere. Siamo ormai sull’orlo del baratro, questo è chiaro. C’è chi dice che l’Italia ha non più di 150 giorni per rimettersi in carreggiata. Con i tempi abituali alla nostra politica è come dire: siamo in default!
E’ evidente che esiste un problema di fondo che espone più di altri il nostro paese ai venti della speculazione e si chiama credibilità.
La drammatica giornata del 1 novembre dovrebbe aver convinto, anche quelli che pensavano che con una “letterina” ce la saremmo potuta cavare, che i nodi sono venuti al pettine e le scelte da fare non sono più rinviabili.
Facile a dirsi, ma chi sarà a prendere le decisioni irrevocabili? E con quali criteri?
Che Berlusconi debba lasciare la guida del governo, tranne lui e pochi fedelissimi, ormai lo pensano tutti. E poi? Un governo di salvezza nazionale guidato da un’autorevole personalità è l’opzione più credibile.
Quello che convince di meno è la medicina che si sta preparando: innalzamento dell’età pensionabile e abolizione delle pesioni di anzianità, privatizzazioni, licenziamenti più facili, tagli e tagli ancora a quel che resta dello stato sociale. La solita solfa da almeno vent’anni; ma pare che i mercati vogliano solo questo.
I conti devono tornare, questo è evidente, ma c’è un solo modo per farli quadrare? Certo che no.
E’ ovvio che i tempi sono strettissimi ma sul tavolo delle riforme strutturali per far cassa ci sono, da noi, spazi sconfinati: costi della politica, mafie, evasione ed elusione fiscale, lavoro nero, corruzione e sprechi, cricche e appalti di comodo, tav, ponte sullo stretto…
Se ne può uscire credibilmente puntando su legalità ed equità come basi per la crescita e la riduzione della spesa.
Che significa certamente far pagare di più a chi ha di più ma anche colpire subito (economicamente, è ovvio!) quanti fino ad oggi si sono avvantaggiati di un sistema che ha garantito e arricchito soprattutto cittadini, banche e imprese contigui alla politica e al malaffare.
Una ricetta valida per ogni latitudine, Chiusi compreso.
Caro Luca, allora quando si mette l’accento sull’influsso dei media e parecchi storcono la bocca perchè sembra che la loro azione non cambi il modo di pensare della gente, oppure sembra che la gente ragioni col proprio cervello mentre ragiona con quello delle televisione, vuol dire che qualcosa è successo. Allora parecchi ”maestrini” dilettanti della politica, che a senso alternato fanno finta di incazzarsi per la politica berlusconiana veicolata dai media mentre poi eseguono di pari punto ciò che farebbe Berlusconi, diventano non più credibili. Occorre tener conto che abbiamo davanti in un prossimo futuro una classe politica -che poi è la stessa- che si appresta al rimpiazzo di Berlusconi e della sua creatura(Pdl) ma che contiene le stesse prerogative d’uso della politica. Berlusconi venderà cara la pelle, trascinando l’Italia ancora più in basso di come si trova, ma chi si appresta a sostituirlo tanto migliore non è. E gli assi che vanno da Fini, Casini, Renzi, PD, Vendola e forse anche l’IDV, formeranno quella pancottiglia da cui non se ne esce, di stampo ed uso ex democristiano che ha portato l’Italia a sfiorare i 2.000 miliardi di euro di debito pubblico, e che come si vede quando annusa il crollo dell’avversario si rimette la cosmesi e dice che è pronta a governare con un governo di larga coalizione. Cambieranno i rimestatori, ma la sostanza quella è e quella rimane, e non è qualunquismo ciò che dico. La speranza che deve dare la politica con questi non esiste, perchè hanno già dato prova da parecchio.
Se a dover mettere in atto azioni anticrisi sono gli stessi che l’hanno provocata ci possiamo aspettare solo i soliti discorsi di sacrifici chiesti sempre ai soliti noti. Dovrebbero andare, come dice il poeta, a cacare loro e le loro bugie, il problema è chi ce li manda a casa questi signori il popolino che si straccia le vesti per il pallone o per la soubrette di turno?
Se non si sono capite le ragioni profonde di come siamo arrivati fino a questo punto non credo che si possa capire quanto bolla in pentola e quanto a noi è riservato. Lacrime e sangue si dice. Allora mi si dovrebbe spiegare quali sono i meccanismi dell’economia per i quali,non scadendo sulla volgarità,- ma diventa sempre più difficile farlo- perchè sempre in c… (ehm, sotto la coda) a chi ha di meno.Poi quando la destra(pardon il centro destra)fà piazza pulita di tutto ed arriva al fondo del barile si chiede di rialzare il livello sempre ai soliti per rialzare le sorti d’Italia( Al centro sinistra)che è deputato a fare come faceva Cipputi con l’ombrello alle spalle quando lo puntava nel tergo all’operaio,mentre diceva: ”tranquillo è nostro”. Ma che fossero destra e sinistra i due lati di uno stesso sistema visto che si affannano a dire che le cose non possono essere cambiate se non con le lacrime e sangue dei più deboli ?Da un lato chi deruba i poveri privandoli di lavoro e prospettive, dall’altro chi in preda al delirio si organizza per far passare le direttive della BCE che spremono ancora i poveri promettendo loro la ripresa e dicendo loro che non c’è uscita ed organizzando i governi di coalizione.In nome degli ideali che non ci sono più-dicono loro- ti riservano un futuro di fame.