La “Primavera di Chiusi” è nata come lista elettorale circa quaranta giorni prima delle elezioni amministrative, come conseguenza di alcune assemblee pubbliche, organizzate dal comitato Res Publica e da Primapagina, in cui molti cittadini avevano espresso la necessità di un’alternativa politica alla coalizione di centro sinistra che si andava delineando.
Avendo a disposizione così poco tempo l’attività si è concentrata sulla definizione del programma, delle strategie e delle iniziative da adottare in campagna elettorale sulle quali è stata poi trovata la condivisione del partito della Rifondazione Comunista.
Dopo le elezioni sono state organizzate due assemblee pubbliche e periodicamente si stanno tenendo delle riunioni alle quali partecipano i tre consiglieri comunali e, in maniera saltuaria, i candidati non eletti, il gruppo dei promotori e tutti quelli che nelle assemblee hanno dato la loro disponibilità a contribuire ai lavori del gruppo.
Le riunioni hanno avuto fino ad oggi come temi principali i lavori del Consiglio comunale ma spesso, trattando i vari argomenti, continua a tornare preminente la necessità della definizione di un’identità che ci dia una precisa collocazione politica e degli obiettivi che vadano oltre l’attività amministrativa pura e semplice.
Questo era stato anche il tema dell’ultima assemblea pubblica alla quale ancora non è seguita quella elettiva, che ci eravamo impegnati a preparare, perché l’argomento Piano strutturale sta distogliendo le forze a disposizione.
Dal momento però che il blog è frequentato da molti elettori e simpatizzanti della nostra lista avremmo piacere, nel frattempo, che si aprisse un dibattito proprio sull’identità che vorremmo assumere per poter tenerne conto al momento in cui, e mi auguro al più presto, verrà ripreso l’iter organizzativo.
Finite le elezioni, in una conversazione con Cioncoloni o forse con Bologni (non conosco Barni o, almeno, non ho con lui la stessa confidenza che ho con Alessandro o con Giorgio), pronosticavo una breve durata all’entusiasmo dell’opposizione. Il “fuoco amico” che sicuramente si sarebbe registrato e, soprattutto, la mancanza di un partito organizzato (Rifondazione aveva votato la lista con un po’ di mal di pancia) a sostegno dell’azione dei consiglieri, avrebbe sicuramente messo “al tappeto” il gruppetto. Invece, onore al merito, la “truppa” regge l’impatto e, forte di un’azione di opposizione non pregiudiziale, si guadagna le medaglie sul campo. So quanto è difficile il loro ruolo e questo, ai miei occhi, raddoppia il merito (riconosciuto peraltro dalla stessa maggioranza: non è una “furbata” malevola, è che proprio sono equilibrati, pure in situazioni in cui avrei perso le staffe anch’io). Poi, ovvio, al loro posto, chiunque avrebbe agito in maniera conforme o diversa: dipende dalle valutazioni che si fanno al momento e da quanto si riesce a “imporre” all’altra parte. Se riuscisse a ripartire ResPublica o “La Primavera” riuscisse a organizzarsi in maniera “istituzionale”, di certo ne guadagnerebbe anche la maggioranza: un interlocutore che ti incalza è un “disturbo” immediato, ma ti rende più consapevole delle tue ragioni.
Seguendo l’impostazione di Miccichè, Personalmente mi sento più incline a lavorare alla formazione di un gruppo “a sinistra del PD” , cercando di chiamare a raccolta tutti coloro che, come me, e spero noi, non riconoscono più al PD la tutela degli ideali e della cultura della sinistra. Sono convinto che questo sentimento sia in continua crescita, anche all’interno dello stesso PD. Il problema è che c’è bisogno di uscite pubbliche su temi concreti, es piano strutturale, al più presto, altrimenti correremo il rischio di trovarci sommersi da una marea di “clubs” culturali che fanno a gara a chi è più figo, ma che lasciano indisturbata la casta locale di fare scempio di ció che resta del nostro povero paesello.
L’analisi di Miccichè è convincente.
Temo però che al momento non ci siano le forze per entrambe le iniziative.
Bisogna scegliere ciò che è più urgente e possibile.
D’altra parte la politica dovrebbe essere proprio “l’arte del possibile”.
Le leggi del Mercato hanno spesso creato un Consumatore con falsi bisogni per cui i Prodotti – anche se inutili – erano il fine e il Consumatore il mezzo per venderli. Nel nostro caso vanno creati dei Consumatori “buoni” cioè dei Cittadini “attivi”. Molti però non sono attivi perché non sono diventati Cittadini nel senso “democratico” della parola: quelli che lasciano al Politico la gestione operativa ma rimangono sempre Controllori e Sovrani della “Cosa Pubblica”.
A Chiusi il Cittadino ha poca coscienza di cosa stia succedendo sul “colle” e quindi scarsa reattività agli eventi. Se ci fosse però anche un cittadino attivo, mancherebbero gli strumenti affinché egli si possa esprimere. I partiti, infatti – che dovrebbero essere tali strumenti – non stanno svolgendo la loro funzione.
A Chiusi c’è bisogno di un organismo come il Comitato Res Publica che si occupi di creare la consapevolezza e la partecipazione di TUTTI, senza esclusione di appartenenza “ideologica” e c’è bisogno anche di un Soggetto civico-politico di “Sinistra” che si faccia interprete di una visione del mondo e di valori specifici che la Sinistra “Partitica” ha ormai abbandonato. Ci sono energie “umane” per ambedue queste necessità?
Le questioni che pone Cioncoloni sono diverse ma sostanzialmente possono ridursi a due: forma oganizzativa per far cosa.
L’organizzazione è indispensabile perchè lo spontaneismo individuale, spesso a intermittenza, non produce nulla di serio.
Penso quindi che al più presto la Primavera debba dotarsi di un “gruppo dirigente” snello ma riconoscibile e riconosciuto perchè non è pensabile che i tre consiglieri svolgano anche l’indispensabile lavoro politico (e presenza) nella società.
Sul che fare, per quanto mi riguarda, non ho dubbi: lavorare seriamente per creare le condizioni di un cambio di amministrazione a Chiusi.
Di analisi sul blocco di potere che tiene in scacco la città da tanti anni ne sono state fatte a sufficienza.
E’ venuto il momento di lavorare per un’alternativa credibile, formando fin da ora i nuovi amministratori, perchè gli scenari che si prospettano riserveranno non poche sorprese.