di Claudio Provvedi e Gisella Zazzaretta
La crisi sta mettendo in mostra le nostre schizofrenie amministrative.
Il fatto: da un ufficio di un Comune della zona ci viene segnalato che un loro concittadino sta dormendo in automobile da quattro mesi.
Ci chiedono se possiamo fare qualcosa. Rispondiamo che la foresteria di Chiusi scalo è più che completa, ma che non è nel nostro stile ignorare una richiesta di aiuto senza aver tentato di fare qualcosa, c’è sempre la fantasia della Provvidenza che ci precede!
Facciamo un giro fra gli alberghi che in questo periodo sono chiusi per fine stagione, finchè non troviamo un albergatore che con grande umanità si offre di ospitare gratuitamente il sig. A.B. almeno fino ad Aprile. Altri amici offrono al nostro amico un po’ di lavoro a raccogliere le olive.
Tutto sembra mettersi per il meglio.
Se non che un altro ufficio dello stesso Comune intima all’albergatore di tenere aperto e illuminato tutto il complesso alberghiero anche per un solo ospite non pagante!
Un’ufficio, in ottemperanza al proprio mandato fa’, un’ altro per lo stesso motivo disfa il lavoro dell’ altro.
Paradossi amministrativi… tutti fanno il loro dovere, ma i problemi non si risolvono.
Anzi la situazione di A.B. è ancora più tragica, perchè dopo aver visto un po’ di luce, entro un paio di giorni dovrà lasciare la camera.
Che A.B. sia una persona per bene, tra l’altro, si vede da lontano, l’autovettura dove tiene le sue cose e dove dorme è piena di attrezzi da muratore e carpentiere. Di poveri un po’ ce ne intendiamo, si vede la differenza tra una vittima della crisi e un povero strutturale.
Con i pochi fondi di cui dispone la fraternità gli potremo assicurare una camera in un albergo di Chiusi e i pasti nella foresteria per un paio di settimane. Poi ci rimetteremo, come al solito, alla Provvidenza, sul cui livello di efficienza e affidabilità abbiamo qualche certezza in più.
Morale della storia: Ripensare le forme di governo, partendo dal punto di vista dei poveri, permette alle nostre città di diventare accoglienti per tutti.
Meglio così, ovviamente.
Ineccepibile comunque l’ultima considerazione di Provvedi: alcune cose imparate!
Intervento della Provvidenza: Il nostro amico A.B. ci ha telefonato pochi minuti fa, è in partenza per Macerata dove una impresa di costruzioni per la quale il nostro aveva lavorato alcuni anni fa, apre un nuovo cantiere e ha bisogno di maestranze affidabili e conosciute. Albergo disdetto, qualche soldo risparmiato, alcune cose imparate!
Questo episodio, più irritante di tanti altri perchè coinvolge una persona in difficoltà, è l’ennesima manifestazione di quanto la politica e le amministrazioni abbiano contribuito alla perdita di senso di quel che si fa.
L’unica legge pare ormai quella di applicare rigidamente le norme con i più deboli e “interpretarle” per i potenti o gli amici.
Certo, il caso va risolto prima possibile, ma quello che va cambiato è, prima di tutto, il nostro atteggiamento di cittadini che assistono passivamente alle bizze (a tutti i livelli) di una casta che non ha più alcun legame con la realtà.
Sbaglio o una “foresteria” che l’ha anche il Comune di Chiusi magari poi in questo periodo non sarà al completo…
A Cetona c’è un Ostello… possibile che non si trovi una soluzione e possibile che la burocrazia ottusa ci metta sempre lo zampino per complicare le cose, anche quando il buon senso le avrebbe già risolte? Ma che paese è questo? “Un paese di merda”. Così lo scrittore sudamericano Osvaldo Soriano ha risposto per mesi, tutte e mattine al suo amico Marcello Mastroianni (l’attore) che tutte le mattine, quando lo incontrava gli rivolgeva la medesima domanda. Sapeva benissimo, Mastroianni, cosa avrebbe risposto Soriano, ma evidentemente gli piaceva sentirselo ripetere. Tante volte uno perdesse la percezione della realtà…
Io non so quali siano gli ostacoli burocratici che non consentono a questo signore di poter vivere per un po’ di tempo una vita più serena, pero’ io credo che dovremo attrezzarci per il futuro come istituzioni, come politica e come societa’ ! Poi avere una maggiore flessibilita’ interpretativa delle leggi e soprattutto istituire a livello comunale od intercomunale consulte per testare quanto sia importante questo disagio sociale ma soprattutto dare delle risposte concrete ! In questo momento non possiamo fregarcene, non siamo nella giungla, n’è tanto meno rifarsi a vincoli pubblici.