Quello Ferroviario è il mezzo di Trasporto del futuro: toglie meno spazio alla natura rispetto alla costruzione di una strada, implica meno cemento, non è solcato da milioni di scatole di metallo su ruote che emettono gas di scarico – anzi è fortemente ecologico – permette alle persone di leggere e studiare durante il viaggio, così come di parlare e confrontarsi con altri viaggiatori oppure semplicemente riposare o meditare; permette tempi di spostamento relativamente certi rispetto a quelli di un viaggio in macchina e a tutti di poterlo fare ad un costo “sostenibile”; in questo senso è un servizio che attua un aspetto importante della democrazia: la libertà di movimento.
A Chiusi poi – già gloriosa Stazione – potrebbe rappresentare una grande occasione per il futuro di questo territorio come “centro servizi logistico e turistico” e perciò uno dei fattori di un possibile rilancio.
Complice una Sinistra miope, che ha abdicato ai suoi valori primari, questo “servizio pubblico” si sta sgretolando e con esso viene svenduto ai privati un patrimonio che appartiene a tutti gli italiani poiché la rete ferroviaria è stata costruita con i loro soldi lungo tutti i 150 anni dall’Unità ad oggi.
Un Comitato nato a Chiusi ha indetto una “raccolta di firme permanente” su base nazionale affinché i cittadini possano dire ai politici: “giù la mani dal trasporto ferroviario come servizio pubblico”.
Aderite e firmate su http://www.vivailtreno.it/, spedendo un’email a: firma@vivailtreno.it
Ma dai… Chiusi è in una botte di ferro. Quante altre città sede di stazione in Toscana possono contare su un proprio concittadino ed ex sindaco alla guida dell’assessorato ai trasporti della Regione?
E non vi siete accorti che l’asessore ha già assicurato i “regiostar” e un sacco di nuove fermate e nuovi treni?
In passato era una battaglia difficile quella di Chiusi, piccolo centro del profondo sud della Toscana, lontano da Firenze e anche da Siena… Adesso la situazione è mutata: abbiamo l’assessore regionale, che -dicono- è anche “vicino” al capo delle Fs Moretti… Ora – vedrete – ruilanceranno non solo la stazione di Chiusi, ma anche quella di Montallese, ci faranno la fermata “in linea” dell’alta velocità.
Oh, era un’idea dell’assessore quando era solo sindaco ricordate? Adesso certamente si farà! E si faranno pensiline e pensilone in tutte le stazioni intermedie anche a Castiglion Fiorentino, Sinalunga e Rigomagno…
Avete rotto con queste petizioni pretestuose… lasciateli lavorare, non disturbate il manovratore.
Questa raccolta di firme – essendo apartitica – può permettere di creare una “massa critica” di cittadini che chiedono di essere ascoltati su questa tematica; massa critica che al momento manca, sia per rassegnazione che per vera e propria disinformazione.
Partiti o movimenti potranno usare questa “forza” – che speriamo si concretizzi nel tempo – ma non ne saranno mai gli esclusivi “proprietari”. Questo perchè persino la Sinistra, che dovrebbe avere una maggiore sensibilità verso l’idea di Servizio pubblico, latita su questo argomento, senza giustificazioni.
Quanto a Chiusi, dovremo fare in modo – come giustamente sottolineano Paolo e Luciano – di dimostrare che il Treno potrà svolgere una funzione fondamentale per un rilancio dell’economia locale e questo potrà e dovrà avvenire anche attraverso occasioni pubbliche di approfondimento.
La raccolta di firme dovrebbe essere il primo passo, bisogna riuscire a far in modo che la questione ferroviaria diventi, almeno per queste zone, questione centrale. Sia per la politica che per le popolazioni.
Fino ad oggi c’è stata solo disattenzione mentre il servizio per tutti veniva smantellato e riconvertito in servizio per pochi.
L’alta velocità, così come è stata realizzata, è una voragine che ha inghiottito una marea di soldi per soddisfare le esigenze di una piccolissima parte di popolazione.
Sono d’accordo. Dovremmo però cominciare a studiare il problema con qualche esperto. Perché intanto non invitare Ivan Cicconi, che da anni si occupa dell’alta velocità e delle ruberie perpetrate nel tempo. E’ solo un’idea; da qualche parte bisognerà pur cominciare.