Oggi nasce una nuova associazione che si chiama Associazione Bene Comune.
Nasce a Chiusi tra persone che si propongono di dare vita ad uno spazio-contenitore libero ed aperto, in grado di accogliere chiunque voglia occuparsi di problematiche o criticità di natura culturale sociale ed economica presenti nella nostra società.
Un contenitore inteso come luogo di discussione e di confronto per le componenti della società che operano nel quotidiano, nel volontariato e nell’associazionismo.
Uno spazio che si pone l’obbiettivo di valorizzare un patrimonio inespresso di idee e di valori, dove sia possibile la partecipazione attiva di chi sente la necessità di impegnarsi nell’interesse generale e collettivo, di chi sente la necessità di misurarsi sui problemi e contribuire, mettendo a disposizione la propria esperienza, alla elaborazione di proposte e progetti realmente sostenibili per il futuro della nostra città.
Uno spazio all’interno del quale promuovere l’approfondimento conoscitivo delle tematiche, promuovere il confronto tra esperienze od altre iniziative sviluppatesi anche in altre realtà fuori dal nostro territorio.
Ci proponiamo di alimentare e sollecitare una sana e trasparente attività propositiva che accresca la capacità di elaborazione progettuale partendo dalle basi della conoscenza. Un lavoro stimolante che ci vede impegnati a riportare al centro dell’attenzione lo sviluppo e la valorizzazione delle potenzialità e dei punti di forza inespressi del nostro territorio, attraverso la definizione di proposte da sottoporre alla società nelle sue diverse articolazioni.
Un lavoro, a nostro parere, irrinunciabile nelle sue diverse articolazioni per rigenerarsi e mettere a punto idee che serviranno al futuro del nostro paese.
“art. 4 Scopi dell’associazione…si pone come luogo di discussione tra la società e la politica…”
Certro, Francesco, un’assemblea pubblica si può fare e sarebbe sicuramente interessante. Ho scritto e ribadito più volte che – secondo me ovviamente – sarebbe stata opportuna anche un’assemblea pubblica sul Piano organizzata dalla Primavera, che non si limitasse a fare le bucce alla proposta della giunta, ma dicesse qual è il suo modello di città, cosa avrebbe fatto la primavera, ecc.
Comunque non è mai troppo tardi. Sui giochetti di certi personaggi della politica, credo davvero che il tempo del giocare a nascondino sia finito… E delle guere fratricide dei partiti ne abbiamo – io almeno – le palle piene…
Il Comitato Res Publica è rimasto per ora inattivo proprio perchè, avendo oggettivamente generato la Lista Primavera, avrebbe potuto riprendere un’attività solo dopo che si fosse trovato un assetto post-elettorale e Res Publica potesse riproporsi senza ambiguità alcuna quale “voce” dei cittadini. Non giova a nessuno infatti un Comitato o un’Associazione che celi all’interno logiche correntizie di dialettica partitica. In quel caso sarebbe una conferma ulteriore che i partiti sono incapaci di svolgere la loro funzione e devono agire sotto travestimento. Anche qui però, stiamo solo mettendo le mani avanti e speriamo di cuore di essere ampiamente smentiti.
Sono d’accordo con Marco Lorenzoni, ma aspettiamo ancora come dice Storelli. Hai visto mai?
Nasorri e Ciarini, se fosse vero che sono tra i componenti dell’associazione, hanno comunque troppe parti in commedia come si è visto nelle elezioni.
In tutta la vicenda del piano strutturale non hanno aperto bocca pubblicamente. Chi glielo ha impedito? Cosa aspettavano?
Il metterci la faccia non è secondario, ma se uno è troppo attento a dove mette il culo diventa difficile esporsi.
Caro Marco (Lorenzoni), non ti posso dar torto, ma ogni cosa richiede un po’ di tempo per maturare, e i tempi sono “quasi” maturi. Che certi “outing” siano molto temuti si intuisce dalle reazioni scomposte che hanno provocato. Ma proprio per questo è più interessante lasciare un po’ di souspence :-).
Una proposta forse sarebbe il caso di organizzare una iniziativa pubblica che dia libera voce al dissenso, e fornisca l’occasione alle varie voci fuori dal coro di interloquire.
Per una volta dissento dal mio amico Storelli…
sulla nuova associazione ho già detto come la penso: ogni voce in più arricchisce il panorama e quindi è positivo che ci sia; ma sul fatto che dietro all’associazione ci siano alcuni esponenti di spicco del Pd che non hanno il coraggio di uscire allo scoperto sono d’accordo con Scaramelli…
Tra l’altro, ritengo che le cose dette da Roberta Mazzetti sul Piano Strutturale avrebbero avuto politcamente più peso se dette da Nasorri o Ciarini, con tutto il rispetto e senza nulla togliere a Roberta Mazzetti… Perché? perché avrebbero aperto un problema grosso come una casa dentro il partito di maggioranza, che avrebbe dovuto trarne delle coseguenze, così invece è stato un sasso in piccionaia… niente di più.
….si, ma rimarrei lo stesso bischero!!
Questa è la “composta e democratica ” reazione del nostro sindaco alla comparsa di una nuova associazione che partecipa al dibattito
(Su Facebook questa mattina):
“che tristezza pensare che a chiusi esistano persone che da oltre venti anni sono nella scena politica e che ieri a teatro non hanno avuto il coraggio di mettere la loro faccia dietro manifesti che nulla hanno di culturale ma che sono solo mere rivendicazioni di politica di basso livello….”
Mala tempora currunt!
Se non la correttezza…. almeno la decenza!
Donatelli, anche codesta ammissione se si verificasse sarebbe un ”fatto evolutivo”……o no ? Scherzo eh ‘!!…La saluto.
Quante cose devo ancora imparare della vita Italiana!
Forse conoscere chi ne fa parte, chi l’ha promossa e chi la dirige, come chiede Lorenzoni, contribuirebbe a sgombrare il terreno dalle illazioni.
Di un altro segreto di Pulcinella non se ne sente davvero il bisogno.
Si attendono notizie più dettagliate dai promotori.
l’equazione: Nicola + Lorenzoni da il risultato giusto.
Ogni associazione è una voce in più e arricchisce il panorama. Su questo non ci piove. Se però l’associazione altro non è che un “gruppo di pressione” interno o una corrente di un partito allora è un’altra cosa. E le finalità vere sono altre.
Della associazione in questione sarebbe bene conoscere oltre alle finalità anche chi ne fa parte, chi l’ha promossa e chi la dirige. E siccome corre voce che si tratti dell’associazione dei “dissidenti” del Pd chiusino che dopo la vittoria di Scaramelli alle elezioni non si sono dati per vinti, forse sarà bene che qualcuno chiarisca.
Quello che dice Nenci (Ncola) è giusto in teoria, ma non rispecchia certo quello che abbiamo sotto mano.
A Chiusi i partiti (come altrove del resto) non esistono più.
Le tante associazioni presenti nella nostra realtà oltre a perseguire gli scopi associativi sono ormai delle cinghie di trasmissione per il consenso dell’amministrazione comunale; non tutte, ovviamente, ma sicuramente quelle più numerose e significative.
Il fatto che ne nasca una con l’intento di discutere dei problemi locali e rapportarsi con la politica non mi pare, nel nostro caso, un’eresia.
Certo, poi bisogna vedere nel concreto come come si muoverà.
Ma, per fare un esempio, spero vivamente che non faccia come le contrade che alla notizia che si costruiranno case nel vecchio campo sportivo non hanno saputo (voluto) dire la loro opinione, rassicurate, evidentemente, dalla promessa che uno spicchio di campo per svolgere la loro attività verrà salvato.
E’ mia opinione che la bontà del tessuto sociale non si debba misurare sulla quantità di associazioni nelle quali esso si articola, ma sulla loro qualità.
Seguendo un criterio di qualità, vorrei argomentare un giudizio su quanto leggo nell’articolo.
Le associazioni che si pongono come tramite fra la società civile e la politica, solitamente si definiscono partiti. Ovviamente i partiti hanno scopi elettorali, ma sono esse le sedi deputate alla “discussione fra la società e la politica”. Sentire l’esigenza di creare un’associazione del genere, inoltre, pare presupponga una realtà in cui una dialettica sui problemi di valorizzazione, potenzialità, punti di forza, ecc ecc nell’attuale mondo dell’associazionismo non stia avvenendo.
Non mi sembra, inoltre, che queste tematiche, alle quali nell’articolo si accenna in maniera pedissequa ed eccessivamente sintetica, possano essere affrontate dal mondo dell’associazionismo in maniera “trasversale” e svincolata dai singoli ambiti di interesse delle varie associazioni. Aggiungo che, anche se ciò avvenisse, ma in maniera troppo disordinata e caotica, non sarebbe compito di un’altra associazione coordinare idee e proposte, ma di un ente arbitro, come sarebbe normale che fosse una pubblica amministrazione locale, “naturale” referente e coordinatore delle attività civili che si esprime attraverso le attività dell’associazionismo.
Una nuova associazione e un’opportinità in più per ragionare sui problemi (e le possibili soluzioni) del nostro paese.
Quello che continuano a mancare sono l’attenzione e la disponibilità di chi comanda verso questo tipo di sollecitazioni.
Come si fa a prenderne parte?