Dalla presentazione di Roberta Mazzetti, nostro portavoce, mi paiono chiari gli scopi della nuova associazione A.B.C. (Associazione per il Bene Comune).
E’ composta da persone che in mancanza di altri spazi in cui sia possibile dibattere (una delle proposte di nome da dare alla nuova associazione era “Il dibattito”) sui temi di interesse cittadino, anche partendo da esperienze, convinzioni, punti di vista, interessi, appartenenze, diversi, sta cercando di crearne uno aperto a tutti i contributi e dove, pur non essendo d’accordo a priori, non si rischi di essere “eliminati”.
Dispiace vedere che se qualcuno prova a impegnarsi in maniera non allineata, viene subito posto “sotto indagine”: chi sei, da dove vieni, che interessi hai, chi ci si nasconde dietro, perché parli ancora dopo anni che lo fai…
A me pare normale che ci siano persone come noi, che provano a procurarsi spazi sgombri da preclusioni, per provare ad essere propositivi e siccome non è il massimo avanzare proposte o critiche, prima di essersi chiesti se ci può essere qualcosa di sbagliato nelle opinioni o in ciò che si crede di sapere, prima preferiamo parlarne.
Sarebbe sciocco e arrogante, se eventuali critiche e/o proposte che mettessero in discussione alcune scelte, non venissero ascoltate a prescindere, sull’onda del consenso dei “difensori ad ogni costo dello schieramento politico”.
Le critiche potrebbero far notare degli errori e dare così l’opportunità per correggerli; se le cose fossero ugualmente valutate giuste, ma non capite, potrebbero essere un incentivo a cercare di spiegare e motivare più chiaramente e trasparentemente.
Non ho capito il rilievo della Chiara Cardaioli…
A una certa età mica tutte si colgono al volo…
Caro Giglioni, ognuno ha la storia che ha… e in paese poi ci si conosce tutti. Se di una associazione fanno parte ex segretari, ex sindaci, e componenti del comitato direttivo o come si chiama, di un partito, permetterai che possa venire il dubbio che quell’associazione sia di fatto (anche non volendo, al limite) l’espressione di una “corrente” di quel partito. Se poi quegli “esponenti di spicco” (mica è un’accusa) sono anche gli stessi che nella recente campagna elettorale stavano nella minoranza di quel partito allora il dubbio si rafforza. Se infine quegli stessi esponenti di spicco stanno defilati dietro le quinte e lasciano la ribalta ad altri meno “in vista”, viene un altro dubbio: che si voglia fare una battaglia, senza metterci direttamente la faccia…
In quest sens, caro Giglioni, io non faccio considrazioni politiche, ma più semplicemente deduzioni logiche, diciamo pure matematiche…
Trovo che la scelta fatta a Cetona sia molto interessante, se poi funziona tuttora, penso sia veramente ammirevole. Io sarei stato per una forma aggregativa simile, ma alcune considerazioni pratiche, hanno fatto si che si optasse per una struttura organizzata, pur con un minimo di organismi.
A mio parere, in effetti, quando ci si organizza troppo, si corre il rischio che chi si sente meno coinvolto nelle scelte si allontani oppure che i vincoli di gruppo limitino la libertà di espressione individuale su certi argomenti affrontati nel gruppo stesso o magari accada un po’ quello che capita nei partiti, sempre più verticistici e meno rappresentativi.
Spero non sia questo il caso, ma se non si prova ……
Un’ associazione non è la stessa cosa di un blog o di una rivista. Secondo me a Chiusi mancano “Tribune libere” e abbondano associazioni. Se Chiusiblog ha avuto successo è perchè ha risposto ad un bisogno reale!
Res Publica poteva essere una specie di blog “dal vivo”, invece si è lasciata cadere in disuso. Peccato! Quanto alle associazioni che per fini istituzionali si occupano di politica (o di bene comune, non vedo la differenza), è inevitabile che finiscano per collocarsi sullo stesso terreno dei partiti. O diventano un partito o formano una corrente di un partito già presente.
Si certo, infatti alcuni di noi si sono limitati a fare delle considerazioni, in cui si riflette sul perchè Chiusi sia in questa situazione di stallo…e anche questa è democrazia.
Non comprendo la polemica. Se chi ha dato vita a questa associazione non si trovava a suo agio in quelle esistenti ha fatto bene a crearne un’altra. Il problema sta nelle regole di gestione delle associazioni.
Per non fare torto a nessuno prenderò come esempio questo blog. Le regole che ci siamo posti sin dall’inizio sono state quelle della massima accessibilità sia ‘per gli articoli che per i commenti. Alcuni personaggi e alcuni partiti politici hanno detto (purtroppo non apertamente) che chiusiblog persegue una strategia contro/a favore di questo o di quello. E’ bene allora che ci siano strumenti alternativi. Questa è la democrazia.
Considerato un aumento nei prossimi anni di circa 2000 abitanti, qualche associazione in più non ci sta mica male!!
dai lorenzoni, batteremo il guinness dei primati, 9.000 associazioni per 8900 abitanti. Chissà pagano bene quelli del guinness???? e siamo solo all’ABC. 😀
Il 19 Luglio del 1983 a Cetona risolvemmo la questione così: un “élite” di persone costituì “Spazio Libero”, un’inziativa nata dalle esigenze di creare i mezzi adatti ad una espressione polivalente. Per questo scopo fu necessario reperire un locale messo a disposizione della Comunità nella speranza che diventasse un luogo d’incontro e di confronto. Lo “Spazio” (proprio perché libero) non ebbe caratteristiche di Club, Associazione o di qualunque altra forma aggregativa chiusa. Appartenne alle forze creative individuali interne ed esterne alla comunità di Cetona proprio per il fatto che lo “spazio” non appartiene a nessuno. Appartiene a tutti. “Spazio libero” fu creato nella speranza di poter dar torto a tutte quelle persone che hanno sfiducia nell’autogestione della cultura e nella creatività che scaturiscono dal confronto senza settarismi. Per molti anni è stata una terra di nessuno senza obiettivi prefissati se non nella ricerca di confluenze comuni che potessero determinare una migliore qualità della vita comunitaria fortemente penalizzata dalle più svariate forme di discriminazione. Vi posso assicurare che quell’intento, sostanzialmente provocatorio, generò attenzione, ma soprattutto smascherò l’operato delle tante Istituzioni….
Marco, ma perché ognuno non dovrebbe fare la sua di associazione? Mi pare che ResPublica abbia un po’ fermato il vapore e gli altri nomi che fai (auser, blog e alro) mi sembra che abbiano caratteristiche particolari. Se anche fosse l’associazione Veltroni, perché non dovrebbe avere diritto di cittadinanza? Mi sembrerebbe meglio valutare quanto viene proposto, piuttosto che cercare per forza di personalizzare il confronto. Se poi ci sono motivi particolari per cui Ciarini o Nasorri o Giulietti non ti piacciono, spero che sia per il solo lato “estetico” 🙂
Il Lorenzoni parte da concetti logici per poi dire delle ovvietà !
Definire, giudicare e poi condannare, questo è il suo mantra !
Si pone il dubbio il Lorenzoni se questa associazione possa essere fatta di persone che vogliono confrontarsi liberamente senza pregiudizi e senza preconcetti verso nessuno?
Si pone il dubbio il Lorenzoni ed Altri che associare i cosiddetti ” Personaggi di spicco” (anche questa è una piccola storia !) all’Associazione è fortemente offensivo nei confronti degli altri che partecipano a questo gruppo ?
E’ mai possibile che ogni atto di impegno civile, debba essere necessariamente accompagnato dalla mala fede ?
E’ una Associazione contro qualcuno ?
Non credo proprio, l’art.21 della Costituzione SANCISCE questo diritto ad associarsi liberamente !
Cui prodest delegittimare questa associazione ?
Di strumenti ce n’erano a iosa: Res publica, Chiusiblog, primapagina, La Goccia, Clic, Uidù… per non parlare della primavera o della lista Fiorin
Ma a Chiusi vale la regola che l’acqua calda non esiste se non l’hai scoperta tu… e allora ognuno si fa l’associazione sua. Ce ne sono due o anche tre per gli “anziani”, due o tre per i giovani e così via… Ma al di là di questa moda, poco comprensibile: è chiaro che se di una associazione fanno parte esponenti di spicco e riconoscibili di un partito (come, nel caso specifico , Ciarini, Giglioni, Nasorri, Giulietti, Agostinelli, Culicchi… ecc.) è evidente che quell’associazione assume una connotazione precisa ed è pù che lecito domandarsi quali siani le vere finalità: il dibattito o la solita guerra per bande? Io, da osservatore esterno, opterei per la seconda ipotesi…
Mi permetto di dire che c’era già uno strumento con queste caratteristiche in cui confluire, cioè Res Publica. In una realtà come Chiusi non credo fosse necessaria – anzi forse anche controproducente – la frammentazione in tanti soggetti, con il rischio di disperdere energie e alimentare quella verbosità gratuita che è uno sport molto praticato qui in zona. Da qui nasce anche il dubbio che possa trattarsi di un analogo – sebbene miniaturizzato – delle Fondazioni che i singoli politici via via lanciano spacciandole esclusivamente per Centro studi.