di Carlo Giulietti
Ieri, ad Arezzo, abbiamo partecipato con interesse al Consiglio Comunale-Provinciale aperto, riuniti in seduta congiunta per discutere di localizzazione della nuova Medio Etruria, consiglio che, a quanto scrive un consigliere comunale, è stato reso possibile “perché i gruppi consiliari PD, Arezzo 2020 e M5S in Consiglio Comunale e quello di Centrosinistra in Consiglio Provinciale lo hanno richiesto mesi fa”.
Il consiglio si è svolto alla presenza del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani (limitata a poco più della durata del suo intervento), dell’Assessore Baccelli e dei Consiglieri Regionali Ceccarelli e De Robertis la cui presenza viene accreditata da un politico locale del PD alla “convinzione e al totale appoggio della Regione sulla scelta di Rigutino”, mentre sembra che i rappresentanti della Lega non si siano presentati.
Presenti anche vari sindaci della zona, compreso quello di Chiusi e rappresentanti delle Camere di commercio e artigianato.
Nella gran parte degli interventi politici iniziali il tema comune è stato magnificare la localizzazione della nuova stazione a Rigutino e criticare la scelta di Creti o al massimo evitare di pronunciarsi sulla ipotesi Rigutino, come il nostro sindaco.
Il presidente regionale ha lungamente descritto anche la sua ottima conoscenza con la presidente umbra Proietti con la quale vorrebbe accordarsi per una confluenza comune sulla scelta di Rigutino.
Alla schiera si sono aggiunti vari componenti del comitato Aretino pro Rigutino e professionisti simpatizzanti.
L’ordine di squadra e di partito (almeno del PD) sembra quindi che la “lobby” pro Rigutino, almeno per ora, non può essere contraddetta perché, magari, si punta fare della “Rigutino Station” un cavallo di battaglia come avvenuto con Creti da parte del centro desta umbro (in verità la consigliera regionale De Robertis non è intervenuta e al termine del mio intervento mi ha ringraziato, ho pensato per quello che avevo letto, ma può darsi anche perché finalmente avevo finito, chissà…)
La cosa più interessante, dal nostro punto di vista, emersa dagli interventi “VIP” è stata la manifesta volontà sia del presidente regionale, sia del suo assessore ai trasporti e del consigliere ex assessore di far utilizzare da subito, con la fermata di alcune coppie di frecce, sia Arezzo che Chiusi. È stato detto di aver anche avuto conferma da un responsabile tecnico della disponibilità di tracce orarie che potrebbero essere impegnate allo scopo. Adesso si tratta di vedere se, quella che possiamo definire una promessa, sarà mantenuta o meno…
E in secondo ordine e cosa che ormai tutti già avevamo capito, la conferma che per ora soldi per la stazione non arriveranno, c’è da fare il ponte, e quindi, eventualmente, si parlerebbe di tempi lunghissimi.
Gli interventi dei cittadini e rappresentanti di diversi comitati e associazioni, come nel nostro caso, che andavano per ordine di prenotazione e con un limite di tempo risicato, in una sala in cui gli scanni dei consiglieri e dei “big” cominciavano a svuotarsi e la distrazione serpeggiava, invece, ha avuto vari distinguo e manifestazioni di contrarietà alla scelta di investimenti su una nuova stazione e richieste di guardare più al trasporto locale-pendolare. Tra questi Legambiente e Cinque Stelle.
Il nostro intervento, un po’ urlato per risvegliare i “distratti”, per quanto non completamente riuscito perché non potuto completare adeguatamente, ha posto nel dibattito anche vari aspetti non affrontati da nessuno:
– ad esempio che tutti i servizi di Ferrovie dello Stato sono coperti con soldi pubblici e che l’AV non è un servizio a mercato e quindi se non è remunerativo non si fa e se lo vuoi comunque devi pagare. Abbiamo ricordato che le Ferrovie s.p.a. sono una Partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dal 1992 la Capogruppo Ferrovie dello Stato Italiane SpA controlla le società operative nei quattro settori della filiera, trasporto, infrastruttura, servizi immobiliari e altri servizi (anche Trenitalia è una controllata al 100%) che ricevono ogni anno dallo Stato 15 mld di Euro a copertura del proprio bilancio a fronte di ricavi per 4 miliardi scarsi.
– Oppure sullo sbilancio di finanziamenti tra trasporto pubblico locale e alta velocità cosicché al 10% della domanda è destinato oltre il 90% degli investimenti.
– Inoltre, molto stranamente nessuno dei pro Rigutino pur elencando le contrarietà a Creti ha menzionato prima di noi che la scelta di Creti è inattuabile, di per sé, anche sulla base del – REGOLAMENTO UE 2024/1679 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 13 giugno 2024 (sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (Il regolamento, tra le tante cose interessanti, prevederebbe che “le stazioni lungo le linee ferroviarie specificate nelle mappe di cui all’allegato I, facenti parte del corridoio Scandinavo-Mediterraneo comprendente la nostra direttissima devono consentire il trasferimento di passeggeri tramite scambio treno-treno, cosa impossibile a Creti. Questa indicazione è però stata riportata nel documento finale approvato dai due consigli.
– E neppure su quale potrebbe essere la strategia da prevedere per il futuro di un’area vasta che contiene alcune aree interne le quali, da una eventuale stazione in linea a Rigutino, verrebbero in gran parte estromesse e per zone come Il Casentino e l’Alta Valtiberina, l’Amiata e la Val d’Orcia, senza dimenticare l’alto Orvietano e soprattutto la Val Nestore in Umbria.
Al termine della seduta i consigli provinciale e comunale hanno deliberato un documento che il Consiglio Provinciale ha approvato all’unanimità mentre il Consiglio Comunale ha registrato 25 voti favorevoli e uno contrario al seguente link: