di Paolo Scattoni
Motivi personali mi impediscono di spendere più tempo per questo blog. Non posso però ignorare il dibattito su un tema recente: la questione della liberazione di un criminale ricercato dal Tribunale Penale Internazionale per crimini quali tortura, stupro e omicidio. Amasli, rinviato in Libia con un volo di stato, arrivato è stato accolto da folle festanti.
Negli anni chiusiblog si è interessato ai migranti ospitati in strutture (CAS) presenti nel nostro territorio. Personalmente di fronte agli iniziali scetticismi dei chiusini,ho sempre sostenuto che si doveva dialogare con gli immigrati a partire dalle loro storie. Non tutti i miei concittadini hanno seguito il suggerimento, ma questi ospiti sono stati disponibili a raccontarsi, due di loro hanno addirittura prodotto due libricini dove raccontano il loro drammatico viaggio. Tutti loro hanno riferito della drammatica permanenza in Libia.
Mi sono permesso di suggerire ad ad alcuni consiglieri comunali di presentare una mozione urgente che faccia sapere che Chiusi di fronte a questo scempio dei diritti umani non volta il capo dall’altra parte.
Si sta sempre più consolidando la conoscenza del meccanismo di passaggio dei richiedenti asilo per la Libia. Quando si vuole rallentare la dissuasione si esplica tramite cosette come omicidi, tortura, lavori forzati, stupri. La favoletta che la costruzione di due centri di rimpatrio in Albania è una enorme balla. In realtà ci sono accordi segreti per utilizzare tale meccanismo. In passato ai tempi di Minniti è stato utilizzato anche dalla sinistra. Per fortuna almeno da quella parte c’è stata autocritica. Insisto nella mia richiesta che Chiusi si faccia sentire sui crimini di Almasri. La nostra città può oggi vantare storie di successo di integrazione. Documentiamoli.